CASTELVETRANO –

In questa città che proprio oggi si trova ad affrontare una situazione critica di grave dissesto politico e finanziario, ma che eredita una grande cultura e una storia degna di essere ricordata, f

a piacere annunciare l’uscita del nuovo libro “La Famiglia Saporito fra storia e leggenda in una Castelvetrano ottocentesca,ultima fatica del castelvetranese Vito Marino, che da anni si dedica alla poesia, alla narrativa, allo studio delle tradizioni popolari siciliane. A nome dell’Associazione culturale Unitrè di Castelvetrano, che mi onoro di rappresentare, ho il piacere di presentare pubblicamente, a chi ancora non lo conosce, Vito Marino classificato scrittore, attento ricercatore storico, giornalista, pubblicista, cantante corista, autore di parecchi scritti. Pensionato delle Ferrovie dello Stato e socio del gruppo Unitrè di Castelvetrano, Vito Marino ha scritto e pubblicato un libro molto interessante, con fatti e personaggi che hanno lasciato il segno nella nostra città. Per la personalità dello scrittore stesso e per l’importanza del contenuto, la presentazione del libro citato avverrà, quanto prima, a cura di tre associazioni culturali di Castelvetrano, Unitrè , Kiwanis club,Unesco. Nel suo libro di 330 pagine, lo scrittore parla di una Sicilia di fine Ottocento che ancora soggiace al feudalesimo, con contadini oggetto di sfruttamento da parte dei “padroni”, dei “gabelloti”, dei “camperi”. L’autore parla di una Sicilia arcaica in cui la borghesia si fa avanti, fino a sostituirsi alla nobiltà. Si arricchirono i borghesi, i quali, come scrive l’autore nella prefazione “Non ebbero paura nel comprare i beni appartenuti alla Chiesa e sottoposti a scomunica. Così, per come era avvenuto per la famiglia Florio o per i Sedara o per Mastro don Gesualdo, citato dal Verga, la stessa cosa avvenne per i Saporito, grossi gabellotti”. La ricerca storica di Marino ha interessato dunque la famiglia Saporito, che, per più di mezzo secolo e con la sua potenza economica e politica, ha retto le sorti del territorio di Castelvetrano, Partanna e Mazara del Vallo, diventando in tal modo artefice del destino di Castelvetrano. Nel libro si parla anche delle miserevoli condizioni in cui, all’epoca, vivevano i contadini, condizioni rimaste immutate malgrado il risveglio, la presa di coscienza della Sicilia contadina, le lotte socialiste e le rivolte dei Fasci. Vengono anche esaltati i valori della civiltà contadina, della religiosità siciliana, alcuni eventi che tuttora vengono celebrati. Non mancano argomenti relativi all’omertà e al maschilismo siciliano. Il presidente dell’Unitrè di Castelvetrano, Preside prof. Giuseppe Ancona