La lingua di Camilleri Una peculiarità di alcuni romanzi di Camilleri è l'uso di un particolare linguaggio commisto di italiano e siciliano. Come sue prime opere letterarie Camilleri scrisse poesie che rispettavano scrupolosamente le regole di composizione e usavano il linguaggio letterario italiano.

Le sue poesie furono premiate in concorsi poetici importanti e furono riconosciute come notevoli tanto che Giuseppe Ungaretti le fece stampare in una sua antologia e lo stesso fece Ugo Fasolo. In seguito lo stesso Salvatore Quasimodo insistette per avere delle sue poesie da pubblicare. Il nuovo interesse per il teatro fece però abbandonare a Camilleri la poesia anche se continuò con la scrittura di brevi racconti in italiano. Questo fino a quando avendo deciso di voler rappresentare opere teatrali sue con parole sue si rese conto di non riuscire ad esprimersi in italiano in opere di grande respiro e così smise di scrivere sia in versi che in prosa.

Lavorando per il teatro Camilleri s'imbatté nelle opere in dialetto di Carlo Goldoni e del Ruzzante e da lì gli nacque l'amore per Gioacchino Belli e Carlo Porta e la scoperta dell'uso letterario del siciliano che gli fece tornare la voglia di scrivere.

Il particolare linguaggio di Camilleri si formò quando assistendo in ospedale suo padre morente gli volle raccontare una storia che ammise di non essere capace di comporla in italiano: fu suo padre a suggerirgli di scriverla come l'aveva a lui raccontata.

Uno scrittore però che volesse farsi capire da tutti non poteva esprimersi completamente in siciliano ma occorreva adottare un linguaggio equilibrato dove i termini dialettali avessero la stessa qualità e significanza, la stessa risonanza di quelli italiani. Fu un duro lavoro questo che continua tuttora ad esempio nei romanzi scritti in vigatese dove la base del lavoro è sempre una iniziale struttura in lingua italiana con cui mescolare i termini tratti non dalla letteratura alta ma dai vari dialetti siciliani comunemente parlati.

«... Non si tratta di incastonare parole in dialetto all’interno di frasi strutturalmente italiane, quanto piuttosto di seguire il flusso di un suono, componendo una sorta di partitura che invece delle note adopera il suono delle parole. Per arrivare ad un impasto unico, dove non si riconosce più il lavoro strutturale che c’è dietro. Il risultato deve avere la consistenza della farina lievitata e pronta a diventare pane.»

Attore

Camilleri è stato anche attore, interpretando la parte di un vecchio archeologo nel film di Rocco Mortelliti La strategia della maschera. Il film giallo, che ha avuto scarso successo di critica e di pubblico, narra gli eventi che si svolgono tra la Sicilia e Roma relativi alla sparizione di preziosi reperti archeologici. Ha detto il debuttante attore che in effetti «Non è la mia prima volta da attore, mi è capitato anni fa in Quel treno per Venezia, serie tv tratta dai romanzi di Corrado Augias, con Rochefort. Io facevo il suo capo nei servizi segreti

Fumetti

Nel numero 2994 di Topolino uscito il 16 aprile 2013 appare la storia "Topolino e la promessa del gatto". Il racconto a fumetti ambientato in Sicilia vede Topolino aiutare il commissario Salvo Topalbano parodia dell'omonimo Salvo Montalbano. La storia disegnata da Giorgio Cavazzano e dai testi di Francesco Artibani è stata supervisionata proprio da Camilleri. Lo stesso autore in un'intervista afferma che è la prima volta che il suo personaggio appare in un fumetto nonostante avesse avuto altre offerte in passato. Da notare inoltre come un personaggio della storia, il signor Patò, è un omaggio a Camilleri stesso essendo disegnato secondo la fisionomia dello scrittore siciliano.

Impegno politico

Ha partecipato alla manifestazione "No Cav Day", l'8 luglio 2008 a piazza Navona, contro i provvedimenti del governo Berlusconi IV in materia di giustizia, insieme a giornalisti (Marco Travaglio, Paolo Flores d'Arcais), intellettuali (Umberto Eco, Pancho Pardi), esponenti politici (Antonio Di Pietro, Furio Colombo, Rita Borsellino), del mondo dello spettacolo (Beppe Grillo, Moni Ovadia, Ascanio Celestini, Sabina Guzzanti) e dei girotondi.

Il 29 gennaio 2009 decide di entrare in politica prospettando il "Partito dei Senza Partito" insieme ad Antonio Di Pietro e Paolo Flores d'Arcais per partecipare alle elezioni europee del 2009 ma, il 12 marzo dello stesso anno, viene annunciato il mancato accordo fra i tre.

Nel marzo del 2013, in seguito alle Elezioni politiche, assieme ad altri personaggi famosi lancia una raccolta firme con l'appoggio di MicroMega con l'intento di non fare entrare al Senato Silvio Berlusconi per la questione del conflitto d'interessi facendo applicare la legge 361 del 1957, riprendendo peraltro l'iniziativa portata avanti già nel 1994 e nel 1996 da un altro comitato di personaggi e conclusasi con il parere sfavorevole della Giunta delle elezioni della Camera dei deputati.

Il 5 giugno 2013, nel corso della presentazione in un programma televisivo del suo libro Come la penso, ha espresso alcune sue considerazioni sulla situazione politica italiana; la sua contrarietà al governo Letta, e alla rielezione del capo dello Stato Giorgio Napolitano.

Più recentemente ha manifestato il suo appoggio alla lista Tsipras per le elezioni europee del 2014, salvo poi ritirare l'appoggio per litigi interni.

Opere

Libri