"L'EX" FIGUCCIA: "PRONTO UN DDL SUL REDDITO DI DIGNITÀ. SARÒ ASSESSORE OMBRA" L’ormai ex assessore Vincenzo Figuccia (rimasto in carica pochi giorni), annuncia battaglia dal suo scranno di deputato Udc, in continuità con quanto ha portato alle dimissioni: lo scontro con Miccichè sugli stipendi d’oro dei funzionari dell’Ars. Appena eletto presidente dell’Ars Miccichè dichiarò alla stampa che avrebbe revocato i tagli agli stipendi (già altissimi nonostante le riduzioni) dei dirigenti dell’Assemblea ed annunciò nuovi ingressi. Le dichiarazioni, che avrebbero per la verità scatenare la levata di scudi di tutta la maggioranza, governo compreso, hanno spinto l’assessore all’Energia Figuccia a tuonare: “questi stipendi sono uno schiaffo alla povertà dei siciliani”. Figuccia non nuovo agli scontri con Miccichè (ed infatti ha lasciato il partito per candidarsi nell’Udc), è però rimasto solo, perché non soltanto nessuno degli alleati ha condiviso la sua linea, ma lo stesso coordinatore regionale Udc Pippo Naro ha preso nettamente le distanze. Alla fine anche Miccichè ha ritirato quanto dichiarato, ma nel frattempo Figuccia si è dimesso da assessore della giunta Musumeci. Nei giorni di Natale, mentre prestava aiuto ai barboni in strada, ha trovato un senza tetto morto per il freddo ed ha deciso che i primi provvedimenti che dovranno essere presi saranno tutti nella direzione degli ultimi. “Dopo gli ultimi fatti di cronaca che mi hanno visto travolto dalla morte di un uomo, considero impossibile continuare ad andare avanti nell'indifferenza – dichiara Vincenzo Figuccia - Ho deciso di presentare un disegno di legge sul Reddito di Dignità che prevede alcune misure volte a garantire l'inclusione socio-lavorativa dei più poveri in Sicilia. Una povertà che va contrastata con ogni mezzo e misura per evitare di togliere all'uomo quanto c'è in lui di più prezioso: la dignità. Ho scelto anche stavolta la mia gente e non la sirena di un’ auto blindata dai vetri scuri, dai quali tutto si vede, fuorché il dramma che ogni giorno vivono i siciliani. Sarò un assessore ombra, sensibile ai temi delle politiche sociali, propositivo rispetto alle politiche attive del lavoro ed esigente sul superamento dei mezzi voucher che derealizzano l'attività lavorativa di alcuni bacini come, quello degli Ex Pip, de i precari dei forestali e di tanta altra gente che stenta ad andare avanti”. Il deputato Udc ha inviato una nota all'assessore alla famiglia per chiedere un censimento e una mappatura delle IPAB siciliane al fine di un pieno reimpiego che le orienti alla primordiale vocazione per la quale furono pensate: quella dell'aiuto e del sostegno alle classi più indigenti. (da tempostretto.it - Rosaria Brancato)
 
TEATRO, I CONSIGLIERI ALLA REGIONE: MESSINA NON È CENERENTOLA, SI CAMBI PASSO
 
L’appello è rivolto direttamente al governo regionale, che tiene i cordoni della borsa e che, di anno in anno, ha trasformato il Vittorio Emanuele nella Cenerentola dei teatri. I destinatari quindi del messaggio sono il presidente Musumeci e l’assessore regionale Pappalardo, che tra l’altro dovrebbe essere a Messina la prossima settimana. Pappalardo in realtà aveva programmato una visita in riva allo Stretto, con tappa al teatro, a fine 2017, ma per una serie di impegni nella stessa giornata, è stato costretto a rinviare. La bocciatura del FURS 2017 destinato all’Ente Teatro ha quindi spinto un gruppo trasversale di consiglieri comunali (Pippo Trischitta, Piero Adamo, Franco Mondello, Daniela Faranda, Mario Rizzo, Rita La Paglia e Libero Gioveni) ad organizzare una conferenza stampa per sollecitare un immediato cambio di rotta. Le emergenze del Teatro sono state al centro di numerose battaglie portate avanti in questi anni da Piero Adamo, che nella sua qualità di presidente della Commissione cultura ha dedicato intere sedute, da Daniela Faranda, ex vicepresidente dell’Ente che conosce bene le criticità, soprattutto economiche e da Franco Mondello, dipendente del Vittorio Emanuele ed a conoscenza delle tante vicissitudini affrontate in questi anni. “Dobbiamo pretendere un cambio di passo sia dal governo regionale che dall’assessore- commenta Piero Adamo- In questi anni abbiamo assistito ad un progressivo taglio dei contributi destinati all’Ente Teatro. Chiediamo che si ponga fine alle riduzioni nei contributi. A proposito di questo ricordo al sindaco che da ben 4 anni il Comune non eroga al Teatro il contributo annuale di 100 mila euro. In 4 anni si raggiunge una cifra considerevole….”. Il Vittorio è di fatto sull’orlo del disastro perché oltre alla progressiva riduzione dei contributi ed alla bocciatura del FURS 2017 per vicende legate all’interpretazione della norma ed alla presentazione delle istanze negli anni scorsi, c’è da aggiungere anche la mancata erogazione dei contributi di Palazzo Zanca, pari ormai a 400 mila euro. Infine, ed è quanto evidenziato da Franco Mondello c’è l’applicazione delle tabelle per Messina fortemente discriminatoria rispetto a Palermo e Catania: “La Regione eroga i contributi in base al rapporto euro-abitante. A Palermo sono destinati 26 euro ad abitante, a Catania 24 ed a Messina 14…….Il conto è fatto”. La prossima settimana o comunque entro la fine del mese è prevista la visita dell’assessore Sandro Pappalardo a Messina ed una tappa fondamentale sarà sicuramente quella del Vittorio Emanuele. L’assessore peraltro ha annunciato di voler affrontare anche il nodo della Fondazione di Taormina Arte. Ultima proposta, quella del consigliere Adamo, relativa all’ampliamento degli spazi messi a disposizione dell’Ente: “Sto pensando al Pala(da tempostretto.it - Rosaria Brancato)
 
PIPPO FAVA UCCISO DALLA MAFIA 34 ANNI FA, CATANIA RICORDA IL GIORNALISTA
 
Il 5 gennaio 1984 il fondatore de “I Siciliani”, venne freddato davanti al Teatro Verga. In città un corteo, il presidio davanti alla lapide e la consegna del Premio Fava È il 5 gennaio 1984 quando Pippo Fava, giornalista e fondatore de “I Siciliani”, viene ucciso davanti al Teatro Verga di Catania: stava andando a prendere la nipotina che recitava in “Pensaci, Giacomino!”. Non ebbe nemmeno il tempo di scendere dalla sua auto. Freddato con cinque proiettili alla nuca. Pippo Fava era un giornalista scomodo, la mafia lo fece fuori nel peggiore dei modi, spegnendo una delle voci più autorevoli dell’informazione siciliana di quei tempi. Uno dei pochi che, senza mezzi termini, denunciava il malaffare, le lobby politico-mafiose e che, andando in tv, ospite di Enzo Biangi, diceva: “I mafiosi stanno in Parlamento, i mafiosi a volte sono ministri, banchieri, sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione. Non si può definire mafioso il piccolo delinquente che arriva e ti impone la taglia sulla tua piccola attività commerciale, questa è roba da piccola criminalità”. Parole che, probabilmente, furono la sua condanna a morte. Oggi ricorre il trentaquattresimo anniversario dalla sua morte. Alle ore 16.30 a piazza Roma, nel cuore di Catania, partirà un corteo dei “Siciliani Giovani” che si concluderà in via Fava. Alle 18 presidio davanti la lapide; alle 19, al teatro Verga, incontro-dibattito con Claudio Fava. Verrà consegnato anche il Premio Fava 2018 quest’anno dedicato a Daphne Caruana Galizia, rimasta uccisa in un attentato a Malta nell’ottobre 2017. Il Comune di Catania, invece, “su esplicita richiesta della Fondazione Fava”, anche quest’anno donerà un violino ad un giovane allievo dell’Istituto onnicomprensivo a indirizzo musicale “Angelo Musco” di Librino, quartiere “difficile” e ad alta densità criminale. “Saremo in piazza e dimostreremo che la mafia, seppur ancora comanda, non ha vinto […] Romperemo la gabbia dell’indifferenza e schiaffeggeremo omertosi e rassegnati per cambiare davvero le cose” scrive Matteo Iannitti, leader di “Catania Bene Comune”. ( da corrieredella sera.it - Fabio Giuffrida)
 
SINDACATO UNITARIO: "LA PROVINCIA DI SIRACUSA PRONTA A RIPARTIRE"
 
La contrazione pesante dell'occupazione, il disastro della ex Provincia regionale di Siracusa, gli "scippi" della Port Authority e della Camera di Commercio: sono queste le ferite aperte della provincia di Siracusa, evidenziate oggi da Cgil, Cisl e Uil durante la conferenza stampa di consuntivo di fine anno. Ferite che bruciano sulla pelle di tutti. In primis la disoccupazione che nel solo settore industriale conta la perdita di quasi 4.000 posti di lavoro fra diretti e indotto e che tra i giovani schizza oltre il 60%. Numeri che in provincia fa crescere paurosamente l'allarme povertà con una famiglia su due in gravi difficoltà economiche. Questi i numeri nudi e crudi forniti dai segretario generali, Roberto Alosi, Paolo Sanzaro e Stefano Munafò, che, però, hanno anche tracciato le priorità d'azione del sindacato per il 2018 "perché - affermano - non possiamo più accettare che questa provincia venga sacrificata sull’altare di equilibri politici che pensano di accentrare ogni cosa nelle realtà metropolitane della Sicilia". Ecco allora che, nel segno dell'unità e della sinergia, vengono indicate le azioni da intraprendere: sul fronte delle infrastrutture le priorità rimangono il completamento della Rosolini-Modica e la Ragusa-Catania, che per larga parte attraversa il territorio nord della provincia, una seria politica industriale e ambientale per le quali chiedere e ottenere l'impegno della deputazione e del Governo regionale. Non tutto è perduto per i tre segretari di Cgil Cisl e Uil: "La nostra agricoltura, con l’indotto enogastronomico, è ormai una certezza e una eccellenza riconosciuta ovunque. La nostra zona industriale e metalmeccanica resta tra le più importanti d’Europa. Il patrimonio storico, paesaggistico e culturale è una miniera a cielo aperto per il grande mercato turistico. Tocca adesso ad ognuno di noi. Il sindacato unitario c’è già e continuerà a lottare e farsi portavoce perché si dia un cambio di marcia definitivo. Tocca alla politica, alle istituzioni, con tutti i sindaci in testa, alle imprese e alle organizzazioni che le rappresentano, mettere in campo tutta la forza possibile per ridare un ruolo a Siracusa e sostenere così una ripresa assolutamente possibile". (da siracusapost.it)
 
A RAGUSA PRESENTAZIONE LIBRO “CONTROLLO OPERAIO E TRANSIZIONE AL SOCIALISMO”
 
Giorno 12 gennaio alle ore 18, presso il centro studi “Feliciano Rossitto” di Ragusa, in collaborazione con l’associazione Generazione Zero e CGIL Ragusa, verrà presentato il libro di Mattia Gambilonghi dal titolo “Controllo operaio e transizione al socialismo”. Laureato in Scienze Politiche a Catania e successivamente specializzato in Storia Contemporanea a Bologna, Gambilonghi nel suo libro ricostruisce quel dibattito svoltosi nella sinistra italiana tra gli anni 70 e 80, in merito a due tematiche: le proposte di modifica della forma di stato e di governo, e lo sviluppo della cd. Democrazia industriale, ovvero, circa gli istituti e le procedure attraverso cui permettere a operai e impiegati di svolgere un ruolo attivo nei processi decisionali delle imprese. Interverrà alla presentazione il segretario generale della CGIL di Ragusa, Giuseppe Scifo, e il tutto sarà moderato dal presidente dell’associazione Generazione Zero, Giulio Pitrolo. contributo editoriale di Matteo Bugio (da ragusaoggi.it)