MAFIE, GRASSO: FALCONE PRIMO A INTUIRNE LA TRANSNAZIONALITA’ Roma – “Nella mia precedente esperienza professionale ho analizzato i fenomeni criminali anche attraverso l'uso degli strumenti della geopolitica,

osservando che le organizzazioni mafiose, le reti del riciclaggio globale e i gruppi terroristici agiscono nel contesto globale come veri soggetti internazionali, traendo vantaggio dai mutamenti nei fattori della geopolitica e producendo a loro volta essi stessi conseguenze geopolitiche. Giovanni Falcone fu il primo a intuire che le mafie stavano intraprendendo sviluppi internazionali e transnazionali al fine di controllare nuovi territori, di offrire e commerciare beni e servizi illeciti e cercare occasioni di investimento dei proventi delittuosi. Non ebbe il tempo di vedere quali fenomeni si sarebbero determinati e neppure uno degli strumenti internazionali di contrasto che più si deve alle sue idee: la Convenzione contro il crimine organizzato transnazionale delle Nazioni Unite firmata a Palermo”. Lo dice il presidente del Senato Pietro Grasso, nel suo intervento, l’8 maggio, alla presentazione della Rivista Scientifica ‘Diritto Penale della Globalizzazione’. Grasso ricorda che “nel periodo in cui sono stato Procuratore Nazionale Antimafia, in continuità con il mio predecessore Vigna, ho cercato di portare avanti queste idee, dedicando molta energia alla proiezione internazionale della DNA e mettendo in campo quella che mi piace definire una "diplomazia penale". In particolare ho sottoscritto numerosi accordi di cooperazione con autorità di altri paesi anche per anticipare evoluzioni sul piano dei trattati di estradizione e assistenza reciproca, e mi sono fatto promotore della diffusione del nostro modello di contrasto alle mafie e ai patrimoni illeciti”. (agenzia 9 colonne)

 MAFIA, GRASSO: "TORNA AL PASSATO, CERCA PEZZI DI STATO":

"Il fatto che non si vedano più manifestazioni violente, come quelle degli anni delle stragi, non significa che il fenomeno si è estinto, è stata distrutta la mafia corleonese che aveva commesso tutti quegli omicidi e stragi, ma non dobbiamo mai spegnere i riflettori su questo fenomeno". Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, ospite di "Fahrenheit", Radio Tre, in diretta dal Salone del Libro di Torino, in occasione della presentazione del suo libro "Storie di sangue, amici e fantasmi". "Adesso c'è il ritorno a una mafia antica - ha aggiunto il presidente Grasso -, quella che non voleva andare contro lo Stato, ma cercare di coinvolgere pezzi dello Stato, averli amici, questo è il pericolo di oggi, una mafia invisibile che cerca di infiltrarsi". Grasso ha ricordato, a pochi giorni dall'anniversario della strage di Capaci, il giudice Giovanni Falcone. "Per primo ha detto - aveva compreso cosa era il fenomeno mafia: un fenomeno criminale, ma anche politico, sociale ed economico. Lui intendeva colpire non solo quel tipo di fenomeno ma tutto il sistema intorno, e proprio per questo era diventato il nemico della mafia e di tutto quel sistema. Ho scritto questo libro soprattutto per i ragazzi nati dopo il '92, spero di trasmettere loro i ricordi e i lavori che hanno condizionato tutta una vita, descrivendo dei simboli che sono Falcone e Borsellino". (Fonte Italpress)