NATALE: LE ORIGINI DEL PRESEPE E I PRESEPI VIVENTI IN SICILIA - Di Maria Cacioppo La notte di Natale viene posto “u Bammineddu na mangiatura”. Ancora oggi, le tradizioni legate al presepe sono molto forti in Sicilia. In genere viene costruito l’8 dicembre, per l’Immacolata; qualche giorno prima si va a raccogliere il muschio che cresce sui muretti di campagna, rametti, pigne e ciuffi d’erba. Si prepara una tavola sulla quale si costruisce la grotta fatta di sughero o cartone e la si decora con le erbe raccolte. Dentro la grotta c’è la mangiatoia con il bue, l’asino, la Madonna e San Giuseppe. Attorno alla grotta vengono messe le statuette, gelosamente conservate da generazione in generazione. Poi si passa alle casette di legno o di sughero e sempre presente è il fiume fatto di carta lucida o il laghetto realizzato con un piccolo specchio e tante piccole pietre. Più lontani dalla grotta si posizionano i RE MAGI, che arriveranno nel giorno dell’Epifania con i loro doni (oro, incenso e mirra) per Gesù. Quella del presepe è dunque una tra le più tipiche e diffuse tradizioni che accompagnano il Natale. La parola «presepio» deriva dal latino «praesepium» e significa «mangiatoia»; evoca comunque un luogo racchiuso da un recinto. Essa è venuta ad indicare la rappresentazione della nascita di Gesù che si fa nelle chiese e nelle case, riproducendo, con figure formate di materiali vari e in un ambiente ricostruito, talora anche anacronistico, che evocano le scene della Natività e dell’Adorazione dei Magi. Si tratti di una tradizione antichissima, che ha le sue origini in Oriente al tempo in cui il Cristianesimo era un’unica e unita religione, ed è lì che si iniziano a realizzare le prime composizioni con la sacra famiglia ispirate da alcuni brani tratti dai vangeli apocrifi (quelli che non sono mai stati inseriti nella Bibbia). Nel 550 d.C. viene portata una prima riproduzione in Italia, e inizia così a diffondersi l’uso del presepe, soprattutto mille anni dopo, quando dal Concilio di Trento fu indicato come vero e proprio simbolo del Natale. Dalle notizie che abbiamo oggi si può dire che i primi presepi, a figure fisse, compaiono in Sicilia tra il ‘400 e il ‘500, mentre a Napoli il primo è datato al 1627. Il suo uso si diffuse lentamente dando origine anche ai laudesi e alle sacre rappresentazioni, successivamente furono l'Ordine francescano, i Domenicani e i Gesuiti che diedero, non solo in Italia ma in tutta l'Europa centrale l'impulso alla costruzione di presepi talora permanenti, sia a figure mobili, sia fissi, in pietra o in terracotta, spesso di gigantesche dimensioni nell'Italia centromeridionale. Risale al 1494 il gruppo marmoreo realizzato da Andrea Mancino, nella chiesa dell’Annunziata a Termini Imprese ed è considerato la prima opera presepiale siciliana. A Palermo e nel Siracusano fin dal '600 si usa la cera d'api per plasmare statuine di Gesù Bambino e poi interi presepi, data la ampia diffusione locale della pratica dell'apicultura. I Bambinelli sono di fattura raffinata, impreziositi da accessori d'oro e d'argento, rappresentati con una croce in mano. Nell '800 sono rinomati i "cerari" siracusani; a Trapani per la fattura dei presepi si utilizzano materiali nobili e soprattutto il corallo, da solo, come in epoca rinascimentale, o insieme all'avorio, alla madreperla, all'osso, all'alabastro e alle conchiglie, nel periodo barocco e rococò, quando alla composizione centrale della Natività fanno corona architetture in stile d'epoca dove si rappresentano scene fantasiose e simboliche. Splendidi esemplari quelli esposti al museo Pepoli di Trapani e al Museo Cordici di Erice. Caltagirone occupa nella storia del presepe popolare un posto di primissimo piano: città produttrice di ceramiche fin dal '500, i presepi sono realizzati in terracotta e rappresentano come cornice alla Natività, scene di vita contadina e pastorale animate da personaggi tipici di quella civiltà come il pastore che dorme, lo zampognaro, il venditore di ricotta o il cacciatore. La migliore produzione qualitativa di presepi in terracotta policroma si ebbe tra la fine del '700 e la prima metà dell'800 con la bottega dei fratelli Bongiovanni, Giuseppe e Giacomo, e con il nipote Giuseppe Vaccaro eccellente artista. Per tutto questo periodo il presepe rimane esclusiva dei ricchi, che nel periodo natalizio aprono le loro case per permettere a tutti di ammirare le loro opere e misurare la loro ricchezza. Finalmente, nel corso dell’Ottocento, il presepe entra nelle case di tutti, assumendo la connotazione che ha oggi. Il suo uso rientrerà nell’ambito popolare, variando le figure di materiali diversi, dai coralli alla terracotta, alla cera fino al cartone, e sarà composto secondo la sensibilità artistica di ognuno. Esiste anche un altro modo per allestire il presepe: si tratta del presente vivente, in cui agiscono persone reali; di origine medievale, ha avuto negli ultimi decenni in Italia una notevole diffusione. In Sicilia, è usanza allestire nelle varie città e nei vari paesi dei presepi viventi che rievochino la nascita del Salvatore. Quasi ogni città, paese o frazione ha almeno una, se non più, rappresentazioni sacre di questo tipo. E’ Impossibile stilare una classifica dei presepi viventi siciliani più celebri ma tra quelli più apprezzati e visitati non può certo mancare il Presepe vivente di Custonaci (Trapani): viene allestito ogni anno dal lontano 1981 nella suggestiva grotta Mangiapane. Oltre alla sacra famiglia viene messo in scena un vero e proprio borgo con case, stalle, ovili, botteghe e rivivono alcuni tradizionali mestieri siciliani ormai scomparsi che trovano nuova vita come u curdaru (il cordaro), u sellaru (il conciatore di selle), u firlizzaru (costruttore di sgabelli) ecc. Viene inoltre allestito il tradizionale spettacolo di marionette chiamato "pupi siciliani". Il presepe di Custonaci, in genere è visitabile da pochi giorni prima di Natale fino all'Epifania. Altro presepe da visitare assolutamente è quello di Balata di Baida rinomato per l’incredibile coinvolgimento del visitatore chiamato a partecipare in prima persona alle rappresentazioni calandosi nei panni di uno dei viaggiatori di quel tempo. Ispica, il presepe vivente più visitato in Sicilia: qui la Palestina di duemila anni fa rivive all’interno delle suggestive grotte dell'area archeologica del Parco Forza in provincia di Ragusa. Tre mesi di preparativi, due per la cura dei costumi, più di un centinaio i figuranti e gli attori, quaranta gli antichi mestieri, oltre 20mila spettatori. La particolarità e l’unicità del presepe, che ne ha fatto una delle attrazioni più quotate della Sicilia, risiede nella sua suggestiva ambientazione fatta di grotte, cave, viottoli. «Una straordinaria scenografia naturale ideale per l’allestimento della sacra rappresentazione», Il presepe di Ispica è un evento irrinunciabile che attrae e affascina ogni anno un pubblico sempre più numeroso perché racconta un territorio e una comunità locale che da vent’anni partecipa alla rappresentazione della natività. «È come se tutta la città con le sue risorse, i suoi colori, sapori, odori, le sue bellezze umane e paesaggistiche si consegnasse a ogni singolo visitatore per lasciargli un’immagine di questa terra». Nel quartiere arabo di Sutera, il "Rabato", ai piede del monte san Paolino, il presepe vivente tipico per le sue viuzze strette e case in gesso con 'i dammusi', ambienta i suoi scenari nel periodo tra 800 e 900. Continua il tour nella storia più conosciuta nel mondo con il presepe di Castanea delle Furie che con 350 figuranti. La sua estensione e lo stile curato anche nella diversità delle scene proposte ha come termine di paragone solo il presepe di Custonaci. Un mercato colorito e chiassoso , caratteristiche 'banniate' dei venditori; le 'mandre' e i capanni dei pastori, i 'pagghiari' siciliani, rendono l'ambientazione tipica e partecipata. All'interno del Borgo più bello d'Italia 2014 , Gangi, uno dei più suggestivi presepi viventi. Una colonna sonora e una voce fuori campo creano un'atmosfera unica che permette al visitatore di comprendere il significato di ogni singola scena. Nel presepe vivente di Montalbano Elicona tradizionali riti religiosi che, da secoli, si celebrano nella comunità montalbanese, è doveroso ricordare la rievocazione animata del presepe, sapientemente realizzata dal Comitato per le rievocazioni storico religiose, con la collaborazione di tutti i cittadini, giovani e meno giovani, che, rivestendo i costumi dell'epoca. Apprezzato per la sua naturale ambientazione è stato per questo premiato negli anni passati come migliore presepe vivente in Sicilia. Agrigento è un trionfo di presepi viventi, da Cammarata a Caltabellotta, da Montaperto a Sambuca di Sicilia passando per Comitini, Montallegro e Cattolica Eraclea e altri paesi della provincia che anche quest'anno rinnovano la tradizione offrendo a visitatori e turisti suggestive rappresentazioni in tante piccole Betlemme tra i luoghi caratteristici di un territorio ricco di storia, arte e cultura.