STRAGE DI CAPACI, MARIA FALCONE: "I NEMICI DI GIOVANNI? I SUOI 'AMICI' MAGISTRATI"I nemici principali di Giovanni furono proprio i suoi amici magistrati.

Molti di loro non sono stati leali mentre alcuni gli sono stati davvero amici come Chinnici, Caponnetto, Guarnotta, Grasso, Ayala". Lo ha detto Maria Falcone in un'intervista a 'Soul', il programma-intervista di Tv2000, nella puntanta che andrà in onda domenica alle 12.15 e alle 21.30, alla vigilia dell'anniversario della strage di Capaci. "Tanti furono gli attacchi e le sconfitte - ha aggiunto Maria Falcone - tanto che fu chiamato il giudice più trombato d'Italia e purtroppo lo è stato ed è stato lasciato solo. Ma il fatto stesso che i giovani continuino a vedere in lui l'esempio di un uomo che ha saputo sacrificare la sua vita per il bene comune, pure non essendo un fervente cattolico ma un laico che credeva nell'amore del prossimo, è bello ed emozionante". "Giovanni - ha proseguito Maria Falcone - si è inventato tutto nella lotta alla mafia. Quando lui è arrivato a Palermo la mafia sembrava quasi non esistesse, non se ne faceva nemmeno il nome, vari uomini politici non la nominavano, la Chiesa non la conosceva". A Tommaso Buscetta, ha ricordato Maria Falcone, "Giovanni gli aveva cambiato completamente la vita, perchè gli aveva dato il senso dello Stato". Per questo motivo la sorella del magistrato oggi è impegnata a sensibilizzare soprattutto i più giovani ai temi della mafia: "Giovanni è considerato il servitore dello Stato che credeva nei valori con i quali noi siamo cresciuti, secondo quel detto meraviglioso: quando la Patria chiama bisogna andare. Giovanni è stato chiamato ed è andato". (Fonte Italpress)

 

 MAFIA, NEI PROGETTI DI PIF UN FILM SUL MAXIPROCESSO

"Perché continuare ogni anno e tanto più quest'anno. nel venticinquesimo anniversario, a ricordare l'uccisione di Falcone e Borsellino? Perché il loro sacrificio e la loro battaglia contro la mafia non vengano dimenticati, come è accaduto per altri prima di loro come Chinnici e Mattarella. A dirlo è Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, a margine della presentazione al Salone del Libro di Torino del libro del presidente del Senato, Pietro Grasso, 'Storie di sangue, amici e fantasmi'. "Il loro ricordo - ha aggiunto - non è scontato, dobbiamo continuare a ricordarli fino allo sfinimento" .Pif, da sempre attento al tema della criminalità organizzata, ha detto di voler fare un film sul maxiprocesso di Palermo per crimini di mafia a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, quando Grasso era ancora un magistrato.