(Antonina Cascio) - nella foto la Presidnete dell'Argentina - La dolce attesa, è questa una classica frase argentina, un pò demodè, che si riferisce alla Maternità e metaforicamente si applica a tutte le attese, ai momenti in cui aspettiamo la soluzione di qualche situazione complicata. L’Argentina è oggi tutta una situazione complicata. Da marzo a luglio si è fatto evidente il conflitto, un vecchio conflitto tra il potere politico e i potentati economici che sono quelli che alla fine, sostengono il potere politico. Il” Campo”, come si dice qua, ossia un gruppo di potenti proprietari di latifondisti , da sempre contro il popolo, un popolo che non capisce cosa significa questo scontro, questo confronto, che segue attraverso la TV come fosse una telenovela, un popolo, che delle volte esce a battere le pentole perchè la farina è cara o manca il burro, ma che non va più in là. In questi giorni, poco a poco si sono sentiti i giovani parlare di politica, di destra e di sinistra, di “gorilas” e rivoluzionari, si parla della dittatura alla quale si arriva con elezioni e non con il “golpe” (come in Italia?). Di quelli che prima avrebbero partecipato con l’esercito ad occupare i posti di potere e che oggi si presentano a elezioni e vincendo loro, perde la democrazia, come il sindaco di Roma, o quello di Buenos Aires. Tutti vogliono capire, anche le donne di casa, ne parlano in bottega e danno la propria opinione. La Presidente ha preso la mancanza di appoggio dei suoi senatori e del vicepresidente, come una sconfitta e non fu la sola a pensarlo e ad esprimerlo. Una sconfitta del popolo, una vittoria del “campo”, dei latifondisti, che festeggiano e credono di aver vinto la partita, poiché per il momento non pagheranno tasse gravose sulla soja esportata. Invece, man mano che la gente si ripiglia, man mano che il Governo fa le sue mosse, il popolo argentino ci guadagna, capisce la lezione, lascia gradualmente la paura che ha della politica, comincia a parlarne, a discutere delle possibili conseguenze, cominciando a dire senza paura quello che pensa. Credo che momenti come questo sono fondamentali nella storia di un paese e ci aprono la mente. Era necessario un tempo di riflessione. Gli argentini avevamo bisogno d’imparare prima di che cosa si parlava, capire che questa è la più vecchia polemica della storia umana, comincia ad avvertire l’esigenza che dobbiamo ogni volta che se ne presenta l’occasione manifestarci a favore di chi lavora, di chi non è padrone perchè non ci nessuno in passato gli ha regalato la terra che era di tutti. E stata una buona sconfitta perchè nella dolce attesa impareremo a difendere, con gli argomenti giusti, senza pentole e senza nessun tipo di violenza, la ragione e la democrazia e con questa la giustizia.