Continua a diminuire, ancorché lievemente, il numero delle pensioni Inps erogate in regime di convenzione internazionale (pagate sia all’estero che in Italia). Nel 2016 sono infatti state 770.741 rispetto alle 784.926 del 2015 (si tratta di dati provvisori che verranno aggiornati definitivamente nei prossimi mesi). In particolare l’anno scorso sono state erogate 98.794 pensioni in convenzione con la Svizzera rispetto alle 105.512 del 2015, con il Canada 50.797 (53.133 nel 2015), con l’Australia 50.077 (51.173), con l’Argentina 28.104 (30.413), con gli USA 38.062 (39.185), con la Ex Jugoslavia 8.423 (9.433), con il Quebec 12.417 (12.964), con il Brasile 7.402 (7.764), con il Venezuela 7.047 (7.115). Fa eccezione il risultato complessivo dell’Unione Europea, dove il pagamento delle pensioni in regime internazionale è passato da un totale di 458.238 nel 2015 a 459.866 nel 2016. È interessante – ma non sorprendente per ovvie ragioni – notare che l’importo medio mensile delle pensioni pagate nella UE è risultato essere di 472 euro mentre in Canada solo di 163 euro, in Australia di 182, in Argentina di 328, in USA di 175, nella ex Jugoslavia di 341, in Quebec di 113, in Brasile di 335, in Venezuela di 158. L’andamento del numero di pensioni erogate risulta altalenante negli ultimi tre lustri con un picco registrato negli anni 2010-11 e una costante riduzione negli anni successivi. La riduzione dei pagamenti può essere attribuita ad una serie di concause tra le quali la percentuale dei decessi tra le prime generazioni di emigrati, l’introduzione di norme per ridurre i pensionamenti, il progressivo innalzamento dell’età pensionabile, le campagne di accertamento di esistenza in vita. Si calcola che delle 770.000 pensioni erogate in regime internazionale circa 350.000 sono erogate all’estero. A queste se ne aggiungono circa altre 40.000 erogate all’estero in regime autonomo e cioè senza il ricorso ad una convenzione. Si tratta di una importante mole di lavoro per il nostro Istituto previdenziale, svolto, bisogna riconoscere, con impegno e professionalità, che rischia tuttavia di essere compromesso dalla decisione dei vertici dell’Inps di sopprimere la Direzione delle Convenzioni Internazionali, anche se non ancora attuata, per accorparla presso la Direzione Centrale con risvolti non ancora decifrabili ma che possono destare serie preoccupazioni, anche perché contestualmente dobbiamo constatare che poco si sta facendo per valorizzare con adeguate risorse e impiego di personale qualificato gli uffici che si interessano delle Convenzioni internazionali sia presso il Ministero del Lavoro che quello degli Affari Esteri. Non dimentichiamo infatti che l’attività di stipula e rinnovo delle convenzioni internazionali di sicurezza sociale, con alcune eccezioni, è da anni praticamente bloccata. WWW.MARCOFEDI.IT