Considerazioni dopo una intervista del Sen. Mantica Sottosegretario con la delega agli Italiani nel Mondo, chi distinque gli italiani a seconda del cognome che portano e forse anche a seconda della maggiore o minore fortuna che gli stessi hanno avuto durante la loro permanenza all'estero.

Questa sera ho visto in una intervista al senatore Mantica alla RAI, visibile solo perché trattasi di programma culturale,quindi somministrabile anche agli emigrati. Di sicuro la cultura non ci induce tanto a pensare e riflettere così come avviene quando se vede i politici scambiare o esprimere opinioni. Quello che mi ha colpito di più è stato vedere come il Sen. Mantica si riferiva ai progetti di cultura che si sarebbero stati portati avanti nel 2008, oltre che all’ assemblea dei giovani emigranti di tutto il mondo che si dovrebbe tenere prima della fine dell’anno secondo quando detto nell’intervista. Mi piace essere sincera e dirò che non conosco il nome del conduttore del programma, sebbene non è la prima volta che lo vedo. Ma non ci ho fatto mai caso ( al nome). Ho fatto invece caso e sono rimasta stupita del modo sereno e impersonale col quale faceva domande tecniche e culturali al suo invitato, senza nemmeno accennare alla situazione reale della politica in direzione dell’ emigrazione che porta avanti l’attuale governo. Non un gesto, non una parola che riguardi il grosso taglio che verrà prima o poi fatto (Berlusconi l’ha già proposto e siamo sicuri che ci riuscirà). Seguendo l’intervista, non è stata l’emigrazione, quella italiana che conosco io, il soggetto del quale si è parlato, l’America Latina non è entrata nel discorso del senatore Mantica, o, riconosciamogli pure la buona fede, non è entrata nella intervista di questa sera. Il panorama dell’emigrazione che si è mostrato alla RAI ci porta in un mondo dove i figli, nipoti e discendenti d’italiani, tutti col cognome che richiama la propria origine, fanno essere l’Italia orgogliosa di avere “generato” dei veri capolavori umani i quali si distinguono tutti in posti importanti di grandi paesi come gli USA , la Francia, etc. Nemmeno una parola ha detto il senatore Mantica dei tanti emigrati , anziani nati in Italia, i quali sopravvivono penosamente ed in completo anonimato e che, sebbene non sono andati in nessuna università hanno lavorato con le proprie mani, contribuendo anche loro alla grandezza delle nazioni dove sono arrivati, pur essendo stati meno fortunati, raccogliendo quale premio per la loro vecchiaia, l’indifferenza, quella del paese di nascita e quella del paese di adozione. Nemmeno una parola su quelli che essendo discendenti d’italiani, e portandone il cognome, corrono ogni giorno il rischio di finire per essere inghiottiti dalle crisi economiche provocate dalle manipolazioni delle banche che producono la economia globalizzata. Eppure, si tratta di persone che hanno lavorato e lavorano con onestà, anche se in paesi meno fortunati. Non si parlò, forse perchè il senatore non lo sapeva, che in questo mondo retto da uomini e fatto per uomini, secondo i sacri precetti della destra e del cavaliere Berlusconi, ci sono migliaia e migliaia di Italiani, figli, nipoti e discendenti di donne italiane, che non hanno né potranno avere la cittadinanza italiana per una legge antidemocratica alla quale, il Parlamento italiano non intende derogare chissà perché .Questi hanno cognomi indigeni,come ho sentito dire dopo nello stesso programma al critico d’arte Daverio, un architetto straordinario. Ma anche loro sono italiani, discendenti di emigrati, di persone che un giorno, cercando di cambiare il loro destino e migliorare le loro condizioni di vita, partirono verso diversi paesi del mondo ed ebbero la fortuna di essere accolti, se non con amore, con gentilezza, se non con le braccia aperte, almeno con la mano stesa.. Adesso, che la storia ci dà la possibilità di farlo,noi emigrati guardiamo verso l’Italia, ma l’Italia, guarda verso di noi, ha capito veramente il capitale di risorse umane di cui dispone e rischia di disperdere? Ed il senatore Mantica, che fra pochi giorni sarà a Buenos Aires, se l’è ricordato questa sera? O non ha chiaro in che punto della mappa siamo e che cosa aspettiamo qui in Argentina? Avrà capito già la contraddizione segnalatagli dai parlamentari Esteri pochi giorni fa?: Come ci si sente a parlare di sussidi, di cittadinanze aggiornate e di eventi culturali dopo avere accondisceso al taglio di 17 milioni di Euro sul futuro immediato dell’Emigrazione e dei suoi progetti? Antonina Cascio Presidente TRINACRIA – USEF MENDOSA