(Salvatore Augello) Quando la politica è tutto ed il contrario di tutto, si arriva all’assurdo di smentire subito dopo, quello detto prima, con ammirevole faccia tosta e con disinvoltura che denota quanto disprezzo si abbia per la vita e le condizioni di quel popolo del quale, poi, tutti diciamo di volere fare gli interessi. Su questo terreno, sintomatica è la vicenda Alitalia e quello che sta succedendo in queste ore. La CGIL, l’AMPAC ed altre sigle autonome, non vogliono accettare la proposta CAI

, perché la ritengono irricevibile, ed allora si grida al massimalismo sindacale. Secondo la illuminata visione del PDL e del Cavaliere, la CGIL si deve assumere la responsabilità di avere fatto fallire la trattativa, perché fa sindacalismo ideologico, non cura in questo modo gli interessi dei lavoratori (20.000 famiglie sul lastrico), non ha capito o non vuole capire che l’unica alternativa è il fallimento. Eppure, solo pochi mesi fa, in piena campagna elettorale, quando il cavaliere si inventò la cordata italiana e la stessa CGIL di ora e le stesse sigle di ora, erano contrari alla proposta air france, perché volevano trattare, il sindacato era responsabile ed illuminato. Che strana vicenda, strana anche perché allora, il sindacato era unito attorno alle rivendicazioni nel tentativo di salvare la compagnia ed i lavoratori. Oggi la novità è che il sindacato si è spaccato. Questo è il primo vero risultato raggiunto dall’illuminato cavaliere, quello di essere riuscito a spaccare il sindacato e di essere riuscito a presentare agli italiani la scena pietosa di una manifestazione spontanea, dove i piloti lanciavano invettive contro altri piloti, dove personale di volo faceva altrettanto, dove i lavoratori dell’indotto, persone delle quali fino ad ora non si è parlato, ce l’avevano con quelli che avevano accettato la proposta senza tenere in considerazione il fatto che c’erano anche loro, tanti padri di famiglia di cui nessuno fino ad ora aveva parlato, migliaia di persone del cui posto di lavoro nessuno si cura, tranne queste sigle ribelli che non vogliono accettare l’ultimatum di quella cordata di eroi imprenditori italiani, che si erano dichiarati pronti a sacrificarsi per il bene comune. Risultato, oltre alla rottura dell’unità sindacale: la completa perdita di immagine della società e dell’Italia di fronte al mondo, la diffidenza con cui altre compagnie ed altri imprenditori che potrebbero essere interessati si allontanano, il governo, non sta facendo la sua parte per salvare un patrimonio storico della nazione come la compagnia di bandiera, con tutto quello che c’è dentro ed attorno. Anzi, il cavaliere ed i suoi vassalli, sembrano stizziti, irritati, perché alcuni sindacati, CGIL in testa, si sono messi di traverso ed hanno bloccato la illuminata e disinteressata opera di mediazione del capo, che si era spremute le meningi per salvare Alitalia, a costo d scaricare tutte le perdite sulle spalle dei contribuenti cercando di dare la polpa (ancora parecchia) ai