(fonte  aise) - Uno "stimolo per continuare a collaborare nell’obiettivo di una migliore e più puntuale attività di tutela dei diritti e delle rivendicazioni del mondo dell’emigrazione che noi abbiamo il dovere di rappresentare". Deputato del Pd eletto in Nord America, Gino Bucchino ha definito così l’incontro di questa mattina che ha visto riuniti nella Sala della Sacrestia di Vicolo Valdina i segretari nazionali dei sindacati dei pensionati e i parlamentari eletti all’estero. (vedi AISE del 4 novembre h.14.12) Intervenendo al dibattito

 – focalizzato su sei temi in particolare: dall’assegno sociale a quello di solidarietà, dal pagamento delle pensioni alla mancata esenzione dall’Ici, dagli indebiti Inps allo stallo delle convenzioni bilaterali – Bucchino, con la franchezza che lo contraddistingue ha riconosciuto che "malgrado l’impegno che abbiamo profuso nella passata legislatura e in questi primi mesi della XVI, se da una parte il bilancio della nostra attività può ritenersi soddisfacente (ci siamo attivati in tutti i modi per cercare di tutelare diritti, necessità ed interessi dei nostri connazionali), dall’altra i risultati concreti ottenuti non sono molto apprezzabili". Questo perché, ha spiegato, "ci siamo scontrati contro ignoranza ed indifferenza sulle problematiche dell’emigrazione da parte dei nostri interlocutori, istituzionali e non, e abbiamo dovuto svolgere il nostro ruolo in un periodo di degrado etico e politico e di crisi economica. Possiamo tuttavia rimproverarci solo una iniziale timidezza nei confronti dell’esperienza parlamentare. Ora che siamo più "rodati", noi del centrosinistra, abbiamo a che fare con un Governo che ha deciso di risparmiare somme irrilevanti per il bilancio dello Stato ma vitali per gli italiani all’estero e che quindi ci impedisce di essere attenti e propositivi". Quanto alla piattaforma politica che i sindacati vogliono portare avanti per Bucchino è "ovviamente condivisibile" oltre che "frutto delle sinergie che noi parlamentari abbiamo avviato con loro in questi ultimi anni". Dopo aver ricordato le sue battaglie sulle questioni socio-previdenziali e fiscali condotte, ha confessato, "spesso con grandi frustrazioni", Bucchino ha citato gli emendamenti alla finanziaria presentati dai parlamentari del Pd. Emendamenti che, ha detto, "tendono a ripristinare i capitoli di bilancio del Ministero degli Affari esteri relativi ad interventi vari per le nostre comunità, capitoli falcidiati dal Governo in maniera effettivamente eccessiva. Una manovra che avrà delle conseguenze molto penalizzanti per gli interventi assistenziali, sanitari, sociali, culturali a favore delle collettività di italiani all’estero". Nel corso della sua attività parlamentare, ha ricordato ancora il deputato, "ho cercato di sensibilizzare Governo, istituzioni ed opinione pubblica sulla necessità di stipulare nuove convenzioni di sicurezza sociale" come quella col Cile, oppure "il rinnovo di convenzioni stipulate decine di anni orsono e oramai obsolete anche a causa dell’evolversi dei sistemi di sicurezza sociale italiano e dei Paesi di emigrazione", tra cui quella col Canada. "Sono stati inoltre sollecitati – ha aggiunto – i Ministeri e le istituzioni competenti per pervenire alla stipula di accordi anche con i Paesi di provenienza dell’immigrazione in Italia: in particolare è stata chiesta la ratifica degli accordi con le Filippine ed il Marocco già firmati ma non ancora ratificati per presunta mancanza di copertura finanziaria, ed abbiamo chiesto chiarimenti sulla interruzione dei negoziati con altri Paesi originari dei principali flussi migratori in Italia., come ad esempio l’Egitto. Si tratta – ha sottolineato il parlamentare – di milioni di persone immigrate private della possibilità di usufruire di un accordo bilaterale al fine di perfezionare un diritto a prestazione italiana e del Paese di provenienza". Bucchino ha quindi ribadito l’importanza della stipula e del rinnovo delle convenzioni di sicurezza sociale perché, ha spiegato, "questi strumenti bilaterali garantiscono il perfezionamento del diritto ed il pagamento delle pensioni, la loro esportabilità, il mantenimento dei diritti acquisiti, l’eventuale tutela sanitaria, il pagamento degli assegni familiari e delle maggiorazioni sociali, insomma tutta una serie di prestazioni che caratterizzano una completa e giusta tutela sociale". Nel suo intervento, il deputato non ha mancato di ricordare l’inadempienza dell’Inps che dal 2001 non paga i 154 euro sulla tredicesima mensilità a tutti i pensionati residenti all’estero, inadempienza di cui lui per primo lanciò l’allarme e che, a distanza di anni, tale è rimasta. Quanto alla sanatoria degli indebiti pensionistici Bucchino ha detto che nonostante si sia fatto "tutto il possibile e con molta determinazione" ancora oggi si è di fronte "ad una condotta illogica da parte delle autorità competenti, (voglio evidenziare che il problema non è stato risolto neanche dal Governo di centrosinistra), che non sono in grado o non vogliono capire che gli indebiti si sono formati in assenza di dolo da parte dei pensionati ed a causa delle disfunzioni operative dell’Inps! Una legge di sanatoria – ha puntualizzato – auspicata dagli stessi dirigenti dell’Inps, non comporterebbe oneri finanziari per l’Istituto di previdenza ma solo minori entrate che comunque in virtù di meccanismi di recupero cavillosi sono difficilmente esigibili". "Sul versante fiscale – ha proseguito – abbiamo sollecitato il rinnovo di convenzioni contro le doppie imposizioni, come quelle con il Canada, gli Stati Uniti e la Francia, che hanno dato adito a interpretazioni contraddittorie con gravi conseguenze sui diritti dei pensionati interessati. Abbiamo inoltre sollecitato interventi in modo da evitare la doppia tassazione e per informare adeguatamente gli italiani residenti all’estero in ordine ai loro diritti e ai loro doveri fiscali, come la necessità di compilare specifici formulari per la detassazione delle pensioni". Infine, ha ricordato, i parlamentari eletti all’estero hanno denunciato il "penoso stato in cui versano gli organismi che gestiscono tutta la partita delle convenzioni di sicurezza sociale". Insomma, è stato, il suo, un quadro "preoccupante ma reale". "I problemi – ha ribadito – sono ovviamente di ordine politico e richiedono una autorevolezza e una dignità politica che forse non abbiamo e comunque non vogliono concederci. Auspico che questo incontro con i sindacati sia foriero di ulteriori sviluppi propositivi al fine del conseguimento di risultati più concreti. Da parte mia – ha assicurato, concludendo – ci sarà la massima collaborazione per raggiungerli". (aise)