E’ davvero strana la posizione assunta dal governo inglese, dopo avere fatto il referendum per uscire dall’Europa. E’ pure vero che il Regno Unito ne esce spaccato in due, così come è vero che non è certo la prima volta che viene data la parola agli elettori in merito all’ingresso o alla permanenza in Europa. Ma se si da la voce al popolo, bisogna poi rispettarne la decisione piaccia o non piaccia e non si può certo predicare in un modo e comportarsi in un modo diverso. Se Cameron, per serietà e coerenza si è dimesso da capo del governo, Teresa May non può ora chiedere all’Europa tempo per uscire dall’Unione perché vuole trattare le condizioni di uscita. Si direbbe, che il governo succeduto a Cameron, faccia di tutto per ignorare il risultato del referendum o quanto meno per eludere le conseguenze, cercando di mantenere i privilegi che venivano dall’essere in Europa. Per esempio, al di là dei tempi richiesti dalla May, cosa si aspetta per mandare a casa i deputati europei inglesi che siedono a Strasburgo? Cosa si aspetta per dire al componente che rappresenta l’Inghilterra nella Commissione Europea di fare i bagagli. Ma, principalmente che cosa continua a fare quel Negil Farage che ha guidato la campagna di quelli che volevano uscire dall’Europa dentro il Parlamento Europeo, continuando a riscuotere lo stipendio di deputato di un consesso dove non ha più titoli per sedere? Non dovrebbe per coerenza dimettersi come ha fatto Cameron? Invece, le uniche dimissioni che ha dato sono state quelle dalla direzione del suo movimento, subito dopo avere incassato la vittoria. Si direbbe quasi che abbia paura del risultato raggiunto nel quale non credeva ed ora ne piglia le distanze. Eppure Negil Garage è un politico di lungo corso che ha iniziato la sua carriera politica nel partito conservatore che lasciò nel 1992 perché in disaccordo con il trattato di Maastricht ed approdò all’UKIP del quale fu uno dei fondatori divenendone nel settembre 2016 il leader. Bocciato alle elezioni politiche ed alle europee del 1994, riuscì ad entrare al parlamento europeo nel 1999, dove venne rieletto nel 2004 nel 2009 e nel 2014, accumulando in questo modo ben quattro legislatore all’interno di queel parlamento da dove voleva portare fuori l’Inghilterra, riuscendoci alla fine con il refendum in cui ebbe successo la posizione difesa dall’UKIP, unitamente agli euroscettici. Coerenza vorrebbe, che si fosse dimesso da qual parlamento tanto aborrito ma che lo ha stipendiato per quasi un ventennio e continua ancora a pagare malgrado la sua opera dissolutrice dell’Europa. E’ tempo di dedcsioni. Decisione dell’Inghilterra per fare la richiesta ufficiale di uscita dall’Unione Europea, senza porre indugi ingiustificati per continuare e restarvi dentro. Decisione dell’Unione Europea, per avviare e portare a termine subito tutte le procedure per recepire il risultato del referendum evitando lungaggini dannose che avallano il doppio binario della politica inglese. Su uno corre la decisione popolare di referendaria e quindi i tentativi del governo di darvi corso per accontentare il popolo, cercando di imporre decisioni come la fine della libera circolazione delle persone, la chiusura delle frontiere agli immigrati, la difesa delle produzioni inglesi, la norma di dare precedenza agli inglesi per occupare posti di lavoro. Sul secondo binario, invece, viene fatto correre il treno che non vorrebbe lasciare l’Europa e vorrebbe sperimentare tutti i cavilli possibili per restarvi dentro e goderne dei vantaggi, ma senza dare niente in cambio. Non è certo un campione di coerenza la politica del governo inglese e dei sui ministri, scelti tra i più euroscettici. A ministero degli affari esteri, per esempio, viene chiamato quel Boris Johnson, che possiede anche la cittadinanza americana e che ha nelle sue vene sangue inglese, turco, ottomano, russo, ebraico, francese e tedesco. Un bel cocktail, che dovrebbe esplodere in una positiva multiculturalità integrata e che invece si manifesta in euroscetticismo ed in chiusura nei confronti dell’immigrazione e non solo. MJa la domanda resta sempre la stessa: cosa aspetta l’Europa e tirare le conseguenze ed a mandare a casa i deputati inglesi avviando subito le procedure per mettere fuori il Regno di Elisabbetta fuori dall’Unione Europea? (Salvatore Augello)