Nel momento in cui sta per finire il 2017, è giusto ed opportuno fare una bene riflessione sull’anno che ci lascia in attesa che arrivi quello nuovo, che speriamo sia migliore del vecchio. Il 2017 è stato un anno pesante nel corso del quale, gli italiani, malgrado la politica del governo di Roma per aggredire la crisi, sentono ancora molta incertezza nel futuro ed hanno sulle proprie spalle ancora il peso di una interminabile quanto grave crisi. Il 2017 è stato testimone di parecchi fatti storici. La sinistra che al suo solito si divide non trovando un momento di sintesi unitaria che gioverebbe al Paese ed alla stessa sinistra. Quale prima conseguenza di queste divisioni, nate sempre nel nome di una utopistica unità, questa sinistra fa un grande regalo al centro destra, offrendole la Sicilia su un piatto d’argento. La lezione siciliana non basta per spingere verso l’unità, considerato che anche per le prossime elezioni politiche Renzi non intende cedere niente rispetto al suo progetto di Italia e di Stato, per cui in risposta nasce “Liberi ed Uguali” con il Presidente del Senato quale leader e candidato premier disegnato. La destra, invece riesce a trovare un momento di sintesi e cerca di costruire una alleanza più larga possibile, pur nelle diversità che non sono poche. Anche il partito di Alfano, che ha dichiarato che non si ricandiderà, si divide in due tronconi: uno che guarda al centro destra e l’altro al centrosinistra. Come a dire che da una debolezza, si riesce anche a crearne due altrettante deboli, in cerca di una collocazione che consenta ai “capi” di conservarela poltrona alla quale sembrano essersi affezionati. Ma il 2017 ci ha portato ancora una volta il completo disinteresse della politica Sicilia nei confronti dei siciliani all’estero. E’ continuata, infatti, la nefasta politica di Crocetta, che ha completamente tagliato fuori i tantissimi siciliani sparsi per il mondo, incurante anche del fatto che l’emigrazione è andata avanti e le forse giovani hanno lasciato l’Isola a diecine di migliaia, in cerca di una sistemazione non reperibile in Sicilia. Tutto ciò, nella più perfetta indifferenza della politica in genere, che continua ad ignorare l’emigrazione. Questi ed altri sono i problemi che ci lascia il 2017 e che non siamo riusciti a risolvere né come popolo siciliano, né come movimento associativo, problemi che vanno da un aumento della disoccupazione alla ripresa dell’emigrazione, dalle guerre nei paesi della cosiddetta primavera araba al terrorismo, dal pericolo di una dissoluzione dell’Unione Europea all’avanzata delle destre xenofobe ed euroscettiche, dall’aumento della povertà alla fuga dei cervelli, che rendono più povera la nostra società, che ha speso un capitale per formarli e che ora li perde in favore delle economie dei paesi più aperti a valorizzare le risorse giovani e nuove, senza avere speso un centesimo per la loro formazione. Cosa augurarci allora per il 2018? In primis il ritorno alla politica con la P maiuscola capace di fronteggiare i governi di Roma che hanno tagliato le risorse cui la Sicilia per statuto ha diritto. In secondo luogo una politica che porti i governi di Roma a rispettare lo statuto e l’autonomia della nostra regione, che ha tutto ilo diritto di avere il benessere cui il popolo siciliano ha diritto. In seguito la ripresa di una politica che tenga presente anche i siciliani all’estero e la grande risorsa che loro rappresentano, unitamente ad una politica in direzione degli immigrati che sempre più numerosi approdano sulle nostre coste fuggendo guerre., fame e terrorismo di vario genere. Ed infine, la pace nel mondo che deve essere più giusto è più equo, cercando sempre più di eliminare miserie e disparità che hanno prodotto tutti i problemi sopra accennati ed altri ancora che i nostri lettori conoscono bene. Per ultimo, la unità del movimento associativo, scevro di strumentalizzazioni politiche di qualsiasi genere, una unità che deve potere vedere lavorare assieme associazioni che operano in Sicilia con associazione che all’estero hanno curato e curano seriamente gli interessi delle comunità emigrate. QUESTO E’ IL MINIMO CHE CI AUGURAMO PORTI IL 2018 e questo è l’augurio che formuliamo a tutti in occasione delle feste di fine anno. Per il resto, come di consueto, il nostro sito interrompe le pubblicazioni che riprenderanno il l’otto gennaio. A tutte ed a tutti, i migliori auguri da parte dell’UNIONE SICILIANA EMIGRATI E FAMIGLIE Salvatore Augello Segretario Generale