ANTEPRIMA DELLA FICTION RAI SU RITA LEVI MONTALCINI

Nell’approssimarsi dell’ottavo anniversario dalla sua scomparsa, oggi ci è gradito ricordare un personaggio che non è siciliano, ma che a nostro avviso è universale.

Ci riferiamo a Rita Levi Montalcini classe 1909, venuta a mancare il 30 dicembre del 2012 all’età di 103 anni. Nobel per la medicina, dedicò tutta la sua vita agli altri creando impulso alla ricerca attraverso iniziative di vario genere, come il telethon e tanto altro, nella lunga battaglia per vincere il tumore e le malattie rare che affliggono l’umanità. Il ricordo di questa grande donna e grande scienziata, oggi lo vogliamo fare con le parole delle Istituzioni, le parole della seconda carica dello Stato la presidente del Senato, riprendendo il suo discorso in occasione dell’anteprima della fiction che la RAI ha dedicato alla Grande Italiana, parole che riportiamo qui di seguito. (da redazione)

L'intervento del Presidente del Senato Elisabetta Casellati 22 Ottobre 2020

Buon pomeriggio a tutti.

Con grande piacere ho scelto di ospitare a Palazzo Giustiniani un appuntamento che ci consentirà di ricordare la straordinaria figura di Rita Levi Montalcini. Sarà presentato in anteprima il film per la televisione che la Rai ha voluto dedicarle nell'ambito di un articolato progetto editoriale e di arricchimento dell'offerta culturale rivolta al grande pubblico. Un'offerta di qualità, per la quale ringrazio chi con professionalità vi si è dedicato e chi con impegno la promuove in seno al servizio pubblico radiotelevisivo. Un saluto cordiale rivolgo al Presidente Marcello Foa e all'Amministratore delegato Fabrizio Salini, cogliendo volentieri l'occasione per ricordare le numerose iniziative congiunte cui, in questa legislatura, il Senato e la Rai hanno dato vita. E ciò nel comune intento di valorizzare la nostra cultura e la nostra storia, veicolandone una conoscenza aperta e plurale, nel segno dell'inclusione, della condivisione, del dialogo fra le generazioni. Oggi più che mai il difficile contesto che stiamo vivendo, con il suo portato di incertezze e di incognite, impone a ognuno - e con particolare responsabilità a chi ha il privilegio di svolgere funzioni pubbliche e ricoprire ruoli istituzionali - di trovare le strade per alimentare la fiducia nel futuro, per restituire prospettiva alle aspirazioni individuali, per cementare un indispensabile senso di comunità. Sono convinta che mettere in luce i valori, la competenza, la tenacia di cui hanno saputo dar prova le donne e gli uomini cui è spettato il compito di edificare il nostro patrimonio di idee e di conoscenze, la nostra convivenza civile, significhi offrire un solido ancoraggio su cui far leva nel confrontarsi con il presente e nel programmare il prossimo futuro. E il mezzo televisivo, capace ancora oggi di raggiungere un pubblico vasto e diversificato, è potenzialmente uno strumento di grande vitalità per far conoscere i pensieri e le storie che queste vicende personali raccontano. Per questo ritengo importante il rilievo dato da Rai Fiction alla narrazione di quei percorsi esistenziali esemplari che hanno popolato la vita più e meno recente del nostro Paese. Trasmetterne la memoria, tramandarne la lezione, vuol dire non solo concorrere alla definizione di un'identità collettiva di cui essere orgogliosi, ma soprattutto - ne sono convinta - ispirare e incoraggiare ciascuno a mettere in gioco le migliori energie per costruire il proprio futuro e contribuire al progresso comune. Raccontare Rita Levi Montalcini è in tal senso una scelta lungimirante e coraggiosa. Sono certa che la serietà e l'esperienza di Alberto Negrin e l'intensità interpretativa di una straordinaria Elena Sofia Ricci, che saluto e ringrazio per la presenza, sapranno restituircene, con sobrietà, la ricca testimonianza umana e professionale, la complessità dello sguardo, la curiosità verso l'altro, la personalità energica e l'autentica umanità. Sappiamo che il film, di cui aspetto con grande interesse l'anteprima che proietteremo tra pochi minuti, sceglie di mettere a fuoco, accanto alle soddisfazioni personali, agli alti riconoscimenti ottenuti e all'importanza degli obiettivi raggiunti, anche le difficoltà, gli ostacoli, le incertezze e i dilemmi che Rita Levi Montalcini ha conosciuto lungo il suo secolare itinerario di vita e di ricerca. Con essi, emergeranno di certo la determinazione, la passione, il rigore intellettuale con cui ha saputo riconoscerli e affrontarli, nutrendosi di quell'innato ottimismo che in più occasioni ha dichiarato essere stata la sua fortuna e che costantemente ha voluto trasmettere ai suoi interlocutori, in particolare ai più giovani. Il suo dialogo con loro è stato vivace, alimentato da una vocazione pedagogica che le ha permesso di spiegare con semplicità i suoi complessi temi di studio; uno studio declinato in concrete iniziative a sostegno di chi muove i suoi passi nel mondo della ricerca come di chi, in paesi e contesti meno fortunati del nostro, deve ancora affermare il suo diritto di accedere liberamente all'istruzione e alla conoscenza. Forte della sua esperienza e del suo vissuto, ha motivato i giovani - e in particolare le giovani donne - a sviluppare le proprie potenzialità, percorrendo se necessario le strade più impervie, senza mai perdersi d'animo di fronte alle incognite che il futuro propone. Ha ripetuto loro, instancabilmente, che l'impegno che mettiamo nell'affrontare i nostri compiti, prima ancora dell'intelligenza di cui disponiamo, determina il successo delle nostre azioni e il pieno compimento della vita di ognuno. Con loro, negli incontri informali, nei suoi scritti, nelle lezioni magistrali, si è confrontata apertamente su temi etici e civili, sulle finalità ultime della scienza, sulla qualità della vita, sulla centralità della persona, sulle opportunità che la tecnologia offre di intraprendere nuove e inesplorate rotte per contribuire a migliorare l'universo che abitiamo. Nel 2001 il Presidente Carlo Azeglio Ciampi ha nominato Rita Levi Montalcini Senatrice a vita per i suoi altissimi meriti nel campo scientifico e sociale. Nell'apprendere la notizia - molti lo ricorderanno - lei, neurobiologa di fama internazionale, destinataria di onori accademici e titoli di altissimo prestigio, consapevole di essere all'origine di una scoperta cruciale per il progresso della scienza e delle condizioni di vita del genere umano, rivelò come quello fosse per lei il riconoscimento più ambìto: "di maggior piacere perfino del Premio Nobel" - disse - perché proveniente dal suo Paese. Sono parole che testimoniano un profondo legame con la nostra storia, con i nostri valori, con un'identità culturale capace di dialogare con la proiezione globale naturalmente insita nella vita di chi fa della scienza e della ricerca il proprio fine. Ricca di talento, feconda, vitale, plurale: è questa la cultura a cui sentiamo di appartenere, che dobbiamo coltivare, cui dobbiamo fare appello per far emergere le energie necessarie per guardare al futuro. In essa Rita Levi Montalcini ha fondato le sue radici, per poi, autorevolmente, divenirne parte. Il film che qui presentiamo, lo dicevo nell'aprire questo mio breve saluto, promette di essere una chiave per conoscerla, comprenderla, e trarne ispirazione. A tutti noi, auguro una buona visione. Vi ringrazio.