(SA) - Oggi, guardando il ricco panorama siciliano denso di personaggio di grande spessore politico e culturale, vogliamo parlare di un personaggio molto caro alla sinistra italiana, che diede tanto all’Italia nella sua lunga carriera politica e sociale.

Nipote del garibaldino Francesco Ingrao (foto sopra) nato a Grotte (Agrigento) nel lontano 1843 e trasferitosi a Lenola dove per molto tempo fece il sindaco, Pietro Ingrao che si è sempre dichiarato orgoglioso delle sue origini siciliane, nacque a Lenola il 30 marzo 1915 da famiglia benestante di proprietari terrieri. Frequenta il ginnasio a Santa Maria Capua Vetere e il liceo a Formia, dove ebbe come insegnati Pilo Alberti e Gioacchino Gesmundo, che influenzeranno profondamente la formazione. Nel 1939 all’età di 24 anni, inizia la sua attività anti-fascista, ma già nel 1934 a 19 anni aderi al P.C.I.dopo un breve passaggio al Gruppo Universitario Fascista. Nel 1940 cominciò la sua partecipazione attiva nelle fila della resistenza. Finita la seconda guerra mondiale, con il ritorno alla normalità i partiti usciropno dalla clandestinità ed Ingrao fu subito riferimento di un’area del P.C.I. che si rifaceva ad un marxismo creativo e rappresentava la sinistra all’interno del partito. Ciò nonostante, non esitò a votare a favore dell’espulsione dei dissidenti di sinistra che avevano dato vita al “Manifesto”. Famosi i suoi scontri con Giorgio Amendola che guidava l’ala destra del P.C.I. che assunse il nome di “ala migliorista”. Nel settembre del 1950 viene eletto deputato in sostituzione del collega Domenico Emanuelli deceduto prematuramente, carica che ricoprirà fino al 1992 per dieci legislature consecutive. Il 5 luglio del 1976, viene chiamato alla terza carica dello Stato ossia a presiedere la Camera, primo comunista nella storia, sostituendo Sandro Pertini che nel 1978, sarebbe stato chiamato alla più alta carica dello Stato: Presidente della Repubblica. Ingrao presiede la Camera fino al 19 giugno del 1979, quando si votò per rinnovare il Parlamento. A lui il 20 giugno succede Nilde Iotti, prima donna a guidare la Camera dei Deputati. Ingrao fu anche capogruppo dal 1964 al 1972, diretore de “L’Unità” dal febbraio 1947 al 15 gennaio 1957. Durante la sua direzione a l’Unità, assunse una posizione fili sovietica a proposito della Rivoluzione ungherese che lo vide in disaccordo. In quella occasione firmò due editoriali molto duri: Da una parte della barricata a difesa del socialismo, uscito senza firma il 25 ottobre 1956, e Il coraggio di prendere posizione, pubblicato il 27 ottobre a firma "P. I." Di questa sua posizione, in seguito si pentì pubblicamente. Nel 1989, ed esattamente il 12 novembre, l’allora segretario del PCI Achille Occhetto, lanciò quella che sarebbe stata conosciuta come “svolta della Bolognina” che avrebbe portato allo scioglimento del PCI, osteggiata da Pietro Ingrao e che avrebbe portato al XX congresso del PCI il 23 febbraio del 1991, congresso che deliberò lo scioglimento del PCI e la nascita del PDS, che lo avvicinava ai partiti socialdemocratici europei. Ingrao pur aderendo al PDS, fu molto critico sulla scelta di linea di Occhetto. Ciò nonostante Ingrao aderì al PDS coordinando a suo interno l’area dei Comunisti Democratici. Dopo la tornata referendaria del 1993 che portava anche alla legge elettorale che si sarebbe in seguito chiamata “mattarellum” dal nome del proponente, Ingrao lasciò il partito il 13 maggio di quell’anno, annunciando il suo addio al PDS. Da allora, non fece mai mistero delle scelte che di volta in volta faceva. Fu prima molto vicino al PRC da indipendente dal 1996, alle europee del 2009 si schierò dalla parte della Lista Anticapitalista, nel marzo 2010 dichiarò pubblicamente che avrebbe votato Emma Bonino candidata alla presidenza del Lazio e pe “Sinistra Ecologia Libertà”, lista che votò anche alle politiche del 2013. Scrisse parecchi libri su argomenti diversi attinenti alla politica e non, così come si dilettò a scrivere poesie. Dal suo matrimonio con Laura Lombardo Radice morta nel 2003, ebbe cinque figli: Chiara, Renata, Bruna, Celeste e Guido. Si spense il 27 settembre del 2015, all’età di 100 anni. La sua salma è sepolta nel cimitero comunale di Lenola. (Salvatore Augello 03 ottobre 2020)