(SA) - La Sicilia da sempre è stata terra di grandi intelligenze e personaggi che hanno lasciato segni indelebili in tutti i campi, dalla politica all’economia, dalla letteratura alla poesia, dalla ricerca al teatro, dagli attori agli autori. Angelo Musco è certamente uno degli indiscussi geni di cui la Sicilia può vantare i natali. Eli nacque a Catania il 18 ottobre del 1871 in uno dei quartieri più popolari, denominato il fortino. Come usava a quei tempi, faceva parte di una numerosissima famiglia, essendo il vetitreesino figlio di Sebastiano, un piccolo bottegaio che si presumeva fosse di origini maltesi e di Francescsa Cosenza di professione casalinga. Da piccolo visse in estrema povertà intraprendendo a fare parecchi lavori, quali ad esempio: barbiere, calzolaio, muratore. All’età di sedici anni, conobbe il teatro tipico siciliano, rappresentato dall’opera dei pupi, fino ad essere scritturato nel 1884 dalla compagnia marionettistica di Michele Insanguine, dove rimase fino al 1889, quando venne scoperto dal teatro e vi rimase interpretando vari personaggi ideati per lui da commediografi come Martoglio, Pirandello, Capuana, D’Azzeglio ed altri, recitando per lo più commedie in dialetto siciliano. Recitò in diverse compagnie tra cui quella di Giovanni Grasso, e poi in quella diretta da Martoglio fino al 1907. Nel 1906, il sette dicembre, entrò come membro nella Loggia Massonica “Roma” Nel 1912, fondò la compagnia denominata “Drammatica Compagnia Siciliana Marinella Bragaglia – Angelo Musco”, compagnia che sciolse due anni dopo, quando fondò la compagnia “Comica Compagnia Siciliana del Cav. Angelo Musco”. In questa ultima compagnia, entro anche Rosina Anselmi e godette del supporto e dell’apporto di Renato Simoni, giornalista, drammaturgo e famoso critico teatrale, nonché del supporto di Luigi Pirandello che per lui scrisse parecchie commedie divenute tutte famose, quali ad esempio: “a birritta cu ‘ i ciancianeddi” (Il Berretto a Sonagli). Liolà e Pensaci Giacomino. Fu un periodo di grande produzione per il Cav. Angelo Musco, che con la sua compagnia fece parecchie tournée in Italia ed in varie parti del mondo, fino ad approdare al Manhattan Opera House di New, dove recitò “l’aria del continente” di Nino Marttoglio. Si può benissimo dire che Angelo Musco morì sul palcoscenico dal quale non si era mai allontanato e dal quale aveva contribuito notevolmente ad affermare il dialetto siciliano, compreso in tutto il mondo, anche in virtù del fatto che la diaspora siciliana discuta all’emigrazione, da tempo era presente in tutti i continenti. Il 6 ottobre del 1937 a soli 66 anni, dopo avere finito di recitare al Teatro Olimpia di Milano lo spettacolo che in qual momento portava in giro, venne colpito da un attacco di angina pectoris e morì, lasciando un grande vuoto nel mondo della cultura ed in quello del teatro. Ancora oggi parecchi atori comici, lo imitano recitando le sue opere più famose.