PIETRO MASCAGNI E LA SUA CAVALLERIA RUSTICANA INTERVISTA ALLE NIPOTI DEL GRANDE COMPOSITOREC’è poco da dire ormai sul celebre livornese che ha reso grande la musica nel mondo. Lui è Pietro Mascagni (foto a destra) e la sua “creatura” (come amò definirla), che prende il nome di Cavalleria Rusticana, è stampata indelebilmente nell’immaginario collettivo. Il finale del Padrino, con un Pacino disperato per la morte della figlia, è melodia indimenticabile, ponte immaginario tra la splendida Toscana e l’isola più bella del mediterraneo; la “nostra” Sicilia. Abbiamo avuto la fortuna di conoscere le nipoti del compositore, incontrandole davanti ad un caffè presso l’Auditorium del Parco della Musica di Roma, in via P. De Coubertin.

Le signore  Francesca Albertini Mascagni e Guia Farinelli Mascagni, rispettivamente Vice Presidente e Direttore Artistico del Comitato Promotore dell’omonimo Maestro con sede a  Roma, non solo ci hanno raccontato con nostalgia alcuni aneddoti riguardo la vita del loro prestigioso Bisnonno ma ci hanno altresì svelato l’importante operato (fatto di sforzi e passione) che il comitato sta mettendo in atto da tempo per rivalutare (se mai ce ne fosse bisogno) la personalità e la produzione artistica dell’egregio musicista tanto caro a Riccardo Muti ed ai grandi interpreti della lirica mondiale.

“In ogni opera c’è un po’ di me, del mio tormento, della passione mia.  Ho prodotto tanta roba e ho seguito con ardimento le strade nuove che io vedevo o semplicemente intuivo.  Ogni volta ho fatto uno sforzo per seguire i progressi della tecnica e per dire una parola nuova in fatto di musica.” (Pietro Mascagni 1942)

Carissime Signore Mascagni,

cosa si prova a portare questo “pesante” cognome?

Fin da quando eravamo bambine, i nostri genitori, per Guia il papà (Piermarcello Farinelli, figlio della figlia di Mascagni), per Francesca la mamma (Maria Teresa Mascagni, figlia del 1° figlio maschio di Mascagni), ci raccontavano di questa figura leggendaria che aveva infiammato il pubblico del mondo con le sue opere fin da ragazzo. Mia mamma- dice Francesca- battibeccava con mio padre che diceva, anche un po’ per scherzo, di ammirare di più Puccini: la nostra sensazione è stata sempre quella di far parte di una cosa grande, di avere nelle nostre origini una certa genialità, ma quando si è adolescenti, non ci si sofferma più di tanto sull’origine e sui nostri natali. In Italia poi siamo abbastanza direi indolenti su questo fatto. La sensazione più forte l’abbiamo avuta all’estero, quando ci siamo accorte che venivamo accolte con onore ed una sorta addirittura di deferenza.

Cos’è per voi la musica?

Da adolescenti la musica preferita era quella pop o comunque moderna, ma ascoltavamo con grande piacere anche la musica sinfonica del bisnonno che è meno conosciuta, ma che, a nostro avviso è veramente coinvolgente ed appassionata e ne ha scritta tantissima. Tra l’altro ci ha sempre fatto molto effetto notare quanti film importanti hanno avuto la colonna sonora di Mascagni, a cominciare da Il Padrino, per andare a Toro Scatenato di Martin Scorsese o ai più recenti di Virzì e questo, chiaramente, anche verso i coetanei, ci riempiva di orgoglio.

ci deliziate di qualche aneddoto (inedito), personale e non, che vi è stato tramandato nel corso del tempo dai vostri nonni o da vostri genitori riguardo al bisnonno?

Ma ognuna di noi ha i suoi racconti: mia madre Maria Teresa, detta Mitì – dice Francesca raccontava  di quando ,da bambina, andava ogni domenica a trovare i nonni all’Hotel Plaza: “Nonno appariva sempre molto tardi nella mattinata, perché la sera componeva o aveva i concerti;  pasteggiava con il Carpano Punt e Mes, prendeva sempre due uova sbattute con il parmigiano e stracciate dentro il brodo, poi degli spaghetti con olio e parmigiano ed una fettina di vitella in padella. Subito dopo si accendeva il sigaro e chiamava ogni nipote. A me, che ero la più piccola, dava uno scudo (5 lire), a mio fratello Pierino due scudi, al cugino Bubi ( papà di Guia) tre scudi, per le piccole spese della settimana. Poi un bacio sulla fronte a noi tre, ci salutava e noi tornavamo a casa con il piccolo tesoro , quasi inebriati dal profumo del sigaro, che fumava continuamente.” La figlia Emilia, nonna di Guia, raccontava invece alla nipotina di quante volte si trovasse spesso  al centro di episodi che testimoniano la veemenza del compositore: “Per parte mia tremo ogni qualvolta babbo mi invita a giocare (a scopone scientifico ndr) con lui e faccio patti molto chiari: la mia sopportazione giunge fino all’aggettivo ‘idiota’: in via eccezionale può anche arrivare al sostantivo ‘bestia’. Ma oltre questo limite non tollero più niente. Una volta, perché giocai un due invece di un tre, babbo mi gridò che ero indegna di essere sua figlia.”

Cosa è stata, secondo voi, la Cavalleria Rusticana per Pietro?

E’ stato ciò che per ogni ragazzo della sua età (27 anni) può essere il successo, la notorietà, dopo aver avuto anni ed anni di sacrifici, di fatica, di fame (a Milano , a Cerignola). Orfano di madre giovanissimo, aveva dovuto lottare con il padre fornaio che non voleva che lui diventasse musicista; un lontano zio l’aveva aiutato ad andare al Conservatorio di Milano, ma poi era stato allontanato dal Conservatorio, perché secondo i docenti, con un carattere ribelle ed idee strane rispetto alla musica. E quindi aveva girovagato per l’Italia fino a fermarsi a Cerignola. Partecipando al Concorso Sonzogno non immaginava neanche quello che sarebbe successo: e’ stato travolto ed inebriato ed è riuscito, nonostante tutto, a tenere la testa ben salda: dobbiamo pensare a lui come ad un vero self- made man, con una coerenza di obiettivi encomiabile. Ma non considerò mai Cavalleria Rusticana come un punto di arrivo, ma di inizio, di stimolo per nuovi percorsi, nuove tematiche.

Nessuna delle sue 15 opere è una uguale all’altra, sono sempre differenti con ambientazioni, strumentazioni diverse: cercò continuamente nuove sperimentazioni.

la mia  Cavalleria compie cinquanta anni …così è partita e ha galoppato felicemente. Non tocca a me ripetere quanto trionfale sia stato il successo. Io sono soltanto lieto di aver  giovato in qualche cosa all'arte che ho sempre amato fin dai primi anni. Se Cavalleria Rusticana sia servita a tener viva e a difendere la tradizione  della nostra musica, è cosa che tocca alla storia dire: io l'ho creata con questo intento, per questo ideale.

ci potete dire qualcosa di interessante in merito a questo Comitato da voi diretto? A parte il ricordo, quali sono le altre motivazioni che vi hanno spinto a costituire la suddetta fondazione? 

Già dal 2000 ci eravamo accorte noi nipoti che scemava l’attenzione dei teatri e della cultura italiana verso Mascagni: i conservatori hanno cominciato a non insegnare più la sua musica ed abbiamo cominciato ad organizzare piccoli eventi per vedere se si fosse persa la passione , se non ci fosse più il gusto per la sua musica. Siamo rimaste impressionate da quanto l’amore per la sua musica fosse grande anche se latente. E noi donne di Mascagni, (una nota rivista ci chiamò “Le Mascagnine”!) a cominciare dalla nipote Mitì che è la Presidente,  abbiamo costituito il Comitato qualche anno fa, proprio per far conoscere e riconoscere al mondo quello che ha fatto Mascagni e mostrare alle nuove generazioni di artisti, la sua caparbietà ed innovazione, anche tecnica. Il Teatro dell’Opera di Roma di cui lui fu direttore, utilizza ancora alcuni macchinari che Mascagni aveva voluto allestire per modernizzare il palcoscenico; fu direttore del Conservatorio di Pesaro e l’orchestra giovanile che lui creò , prese il 1° Premio all’Expo di Parigi del 1901 per la Musica, fu il primo compositore di colonne sonore per il cinema con il film Rapsodia Satanica (1917).

Vogliamo che queste cose si sappiano e che possano essere motivo di formazione e di spettacoli teatrali.

Quali sono le iniziative fatte e quali quelle in programma?

Dal 2013 ad ora tante sono le cose fatte, gli eventi, i rapporti intrapresi con le istituzioni teatrali e pubbliche: siamo riuscite ad organizzare una mostra a Pechino durante l’allestimento di Cavalleria Rusticana, ed una bella conferenza con video proiezioni a Varsavia durante il Beethoven Festival. In Italia l’anno scorso al Teatro alla Scala, nella Sala del Ridotto, accanto al grande busto di bronzo di Mascagni, abbiamo fatto una conferenza con recitazione, video proiezioni, ripercorrendo tutta l’attività del compositore e a Bologna per il Festival del Cinema Ritrovato, manifestazione internazionale della Cineteca di Bologna oltre la nostra conferenza sui rapporti tra Mascagni ed il cinema, c’è stata la proiezione di Rapsodia Satanica con l’esecuzione della colonna sonora dal vivo. A Roma al Teatro di Villa Torlonia il 21 novembre scorso abbiamo organizzato uno spettacolo incontro sui rapporti tra Mascagni e la Letteratura italiana (Verga, Leopardi e D’Annunzio).

In programma abbiamo il Grande Progetto, quello che ci sta nel cuore: un Mascagni Music Festival internazionale, un Film Documentario e poi altri incontri nei grandi Teatri del mondo.

Chi volesse contattarvi o seguire le vostre bellissime iniziative dove e come può farlo?

Sul profilo FB Pietro Mascagni mettiamo via via le iniziative in programma, sul sito web www.pietromascagni.com e poi qualsiasi domanda gli appassionati ce la possono fare sulla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

C’è qualcuno (fra i tanti) che volete ringraziare in particolar modo per il sostegno che vi è stato donato fin’ora per la “causa” di Pietro?

Sicuramente vogliamo ringraziare la grande Famiglia Mascagni qui a Roma perché continua a darci il supporto necessario per andare avanti e la Casa Editrice Sonzogno, in particolare Nandi Ostali che ci chiama “le sue tigri”.

RIFLESSIONI E RINGRAZIAMENTI di Salvatore Augello

Il personaggio di oggi, che il nostro vulcanico collaboratore ci regala, è certamente più di un personaggio e più di una semplice intervista. Questo lavoro, infatti, è certamente una piece di inestimabile valore culturale, che tira in ballo due grandi: Giovanni Verga e Pietro Mascagni, il primo perché scrisse la novella “Cavalleria Rusticana” ed il secondo perché la rese famosa musicandola. Due personaggi che hanno segnato l’ottocento e che ancora oggi fanno parlare di loro.

Una novella che è uno spaccato della Sicilia dell’ottocento e nello stesso tempo una grande testimonianza storica, culturale e di costume. Un’opera dove si intrecciano passioni e modi di vivere, dove l’amore è protagonista assoluto, anche se a trionfare alla fine è la morte violenta che fa “cumpari Turiddu”, vittima sacrificale  a mezzo di un delitto che poi per secoli continuerà ad essere classificato “delitto d’onore”.

Questo è il regalo che ci viene oggi dal nostro stimato amico Mirko Crocoli (foto accanto), che firma questo importante lavoro da noi molto apprezzato.

Questa riflessione seppur breve, non può certo essere chiusa senza rivolgere un pensiero riconoscente alle signore  Francesca Albertini Mascagni e Guia Farinelli Mascagni, che con il loro costante impegno nel “Comitato Promotore Pietro Mascagni”, hanno già raggiunto l’obiettivo di non privare la società ed il mondo della cultura di una storia come quella di Mascagni, le cui memorie, opere, ricordi e quantaltro, sono e debbono restare patrimonio comune dei una società che ha certamente bisogno di conservare la propria storia. Di questa storia, è innegabile che fanno parte i due grandi della cultura: Mascagni e Verga.

Mi è gradito, da queste righe, impreziosite da questa impareggiabile intervista, ringraziare a nome dell’USEF, del giornale e mio personale le due Signore, per il loro sforzo e per il lavoro che fanno per mantenere viva la memoria del loro grande Avo.