ANDREA CAMILLERI, IL NARRATORE DEI SICILIANI Siamo lieti di dare il benvenuto a Gialuca Dugno, (foto a destra), che ci offre la sua disinteressata collaborazione, inserendo nella rubrica redatta a cura di Mirko Crocoli, (foto sotto) un personaggio contemporaneo, tanto caro ai siciliani ed al mondo della cultura in genere: Andrea Camilleri. La gentile collaborazione di Gianluca, oltre ad ingrossare la lista dei collaboratori di questo nostro sito, arricchisce di contenuto e di idee nuove e fresche le nostre rubriche ed il contenuto che abbiamo voluto dare al sito, che oltre ad essere quello di informare, è sicuramente quello di formare. Grazie, Gianluca per l’apporto di idee e contenuti nuovi di cui ci fai dono e di nuovo ben venuto. (Salvatore Augello) Andrea Calogero Camilleri nasce nel lontano 1925, il sesto giorno del mese di Settembre, figlio unico di Giuseppe Camilleri e Carmelina Fregapane. Una famiglia di semplici origini quella dello scrittore, di lavoratori, di un padre soldato della prima Guerra mondiale e grande lettore, come poi lo stesso Andrea Camilleri lo racconterà anni dopo, quel padre che ha suggerito al figlio di scrivere il primo romanzo anche utilizzando il dialetto siciliano, e a cui di quel romanzo va la dedica affettuosa: “Dedicato a mio padre, che non seppe insegnarmi nulla, se non di essere quello che sono”. Una famiglia Siciliana quella dello scrittore, di Porto Empedocle, Agrigento. Il futuro papà del Commissario Montalbano, nasce e cresce 'A Marina, Porto Empedocle in siciliano, nome dato alla cittadina nel 1863 in onore del filosofo greco Empedocle, e anche nome del Liceo Classico che il giovane Camilleri ha frequentato e dove ha avuto la Sua prima vera formazione culturale che lo ha portato a diventare uno degli scrittori più importanti. Nella fine degli anni quaranta il Maestro, non ama essere chiamato così, si trasferisce a Roma dove riesce ad entrare nell'Accademia di Arte drammatica Silvio d'Amico tramite un provino in cui ricevette l'aiuto di un giovane Vittorio Gassman; grazie agli studi di questa, Camilleri, divenne un importante regista e fra i suoi lavori più conosciuti in Rai, ricordiamo Le Inchieste del Commissario Maigret, interpretato da Gino Cervi. Nel 1978, forse stanco dei lavori televisivi, inizia con la scrittura, e una delle peculiarità dei suoi romanzi è quel particolare linguaggio italo-siciliano. Diventerà uno degli narratori più importanti perchè il suo Commissario Montalbano, fra gli altri il personaggio più famoso dei libri ideati da Camilleri, e anche una fortunata serie televisiva trasmessa oramai dal 1999, ha letteralmente portato in giro per il mondo l’isola e le sue bellezze. La Vigata e la Montelusa di Camilleri corrispondono a Porto Empedocle e Agrigento, la serie televisiva è stata girata nella provincia di Ragusa, l'edificio in cui è ambientato il commissariato di Montalbano è il palazzo del municipio di Scicli, altre scene sono girate a Sampieri, nella provincia di Trapani, a Modica, al castello di Donnafugata, a Marina di Ragusa a Punta Secca (nella trasposizione la Marinella) e nelle campagne di Ragusa e Siracusa; inoltre la serie Salva è stata trasmessa in Argentina, in Australia, in Austria, in Bulgaria, in Croazia, in Danimarca, in Finlandia, in Francia, in Germania, in Lituania, in Polonia, in Repubblica Ceca, nel Regno Unito, in Romania, in Russia, in Spagna, negli Stati Uniti d'America, in Svezia, in Ungheria. Grazie alla penna del Camilleri le storie di Montalbano, con la loro trasposizione televisiva, sono finalmente testimonianza di una Sicilia buona e bella, fatta di persone vere e sincere, storie dalle quali si può estrapolare un po' della tradizione e cultura sicula senza parlare sempre e solo di attentati, stragi e morti ammazzati; già perchè la Sicilia non è solo mafia e di questo Camilleri, Siciliano d.o.c., è uno dei più grandi portavoce. Forse però era già tutto previsto: Camilleri racconta, in una delle sue interviste, di come da bambino sua nonna è stata la prima a fargli comprendere la bellezza della narrazione descrittiva, della fantasia, e di come lo spingesse anche ad inventare storie su oggetti o animali che incontravano durante le loro passeggiate. Racconta ancora di una giornata in particolare, quando sentì bussare alla porta della loro casa di Porto Empedocle, e di come, aprendo, si vide davanti un uomo alto, con i baffi, e in divisa che presentandosi chiese proprio della nonna; avvertiti in ordine Lei e i suoi genitori ricorda di un grande sgomento ed eccitazione nel sapere di questo parente che aspettava in cucina. Quel Signore era il cugino della nonna e si chiamava Luigi Pirandello, in qualche modo Andrea Cammilleri gli è parente, per questo era già tutto previsto, questione di genetica o no, non poteva che essere il narratore dei Siciliani. (Di Gianluca Dugo)