Roma -“La speranza è un rischio da correre”: il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni cita le parole di Guido Carli, intervenendo – il 18 gennaio - alla Luiss all’inaugurazione dell’anno accademico e alla cerimonia di conferimento della Laurea Honoris Causa in Management al Premio Nobel per l'Economia Edmund S. Phelps. Il premier sottolinea come in questa fase per il nostro Paese “siano più che mai necessari coraggio e fiducia, finalmente siamo fuori dalla crisi economica più grave del dopoguerra” e invita a non “disperdere” i risultati raggiunti: “Dobbiamo partire dalla consapevolezza che i risultati conseguiti, che sono costati sacrifici alle famiglie, alle imprese, ai lavoratori, non possono essere dilapidati: sarebbe assolutamente irresponsabile”. “Abbiamo un buon livello di crescita, potremmo averlo migliore ma lo abbiamo stabile, abbiamo raggiunto livelli occupazionali che sono i più alti da quando si fanno statistiche anche se sappiamo che su quella giovanile e femminile abbiamo molto da recuperare – sottolinea il premier - Abbiamo ridotto il nostro deficit. Abbiamo conti non in ordine ma molto in ordine: il deficit era al 3%, sarà quest’anno al 2%. Abbiamo una situazione stabile di avanzo primario”. “Non è il tempo di scardinare pilastri del nostro sistema, da quello pensionistico a quello fiscale, non è il tempo delle cicale ma è il tempo della competenza, della serietà e dell’investimento sul futuro” avverte il presidente del Consiglio, che individua tra gli obiettivi strategici della prossima legislatura la riduzione del debito pubblico: “Quando si parla della prossima fase politica e della prossima legislatura, guai a dimenticare che uno degli obbiettivi più importanti sarà passare dalla situazione di stabilizzazione del nostro debito pubblico e di sua leggerissima flessione a una fase di riduzione graduale, sostenibile ma significativa. Se ne parla un po’ poco nella nostra discussione pubblica e invece deve essere uno degli obiettivi fondamentali del nostro Paese”.Nel discorso del premier un accenno particolare al Sud: “Nell’ultima legge di bilancio abbiamo difeso con grandissima determinazione, oltre alla cancellazione delle famose clausole di salvaguardia, la priorità della decontribuzione per i giovani, concentrata in modo particolare nel mezzogiorno: è ora il momento di investire in Italia e in particolare nel mezzogiorno, non ci sono mai state negli ultimi anni condizioni più favorevoli per investire nel mezzogiorno d’Italia”. “Sappiamo che la crisi ha lasciato ferite che non sono rimarginate – ha aggiunto poi Gentiloni - e che dobbiamo lavorare non meno ma più di prima per contrastare la povertà, per promuovere l’inclusione, per fornire occasioni di lavoro ai giovani”. Nonostante i problemi ancora aperti, il premer guarda però con fiducia al futuro ed esprime tranquillità sui rischi paventati dall’estero di instabilità politica legati all’esito delle prossime elezioni: “Sono fiducioso, perché l’Italia è da 70 anni nonostante i frequenti cambi di governo tra i grandi Paesi europei il Paese più coerente e più stabile, in cui i fondamentali sono più riconoscibili a livello internazionale e da parte degli investitori: alla frequenza dei cambi di governo non ha corrisposto un andamento altalenante delle scelte in politica estera ed economica a danno degli investitori”.Gentiloni vede un ruolo da protagonista per l’Italia in Europa nel prossimo futuro: “Sono certo che saremo impegnati più che mai nei prossimi anni a promuovere il modello di Europa che abbiamo in mente: di una società aperta, di un’economia sociale di mercato, dei diritti civili, del dialogo per la pace, della capacità di accogliere e al tempo stesso di gestire i flussi migratori, della libertà. Espressioni che potevano apparire scontate 15 anni fa e che oggi domandano all’Europa di svolgere un ruolo particolare. E ci sono tutte le condizioni perché l’Italia possa contribuire in modo determinante affinché l’Europa svolga questo ruolo”. (NoveColonneATG)