. Rimane al centro dell’interesse della politica provinciale e delle due amministrazioni, Provincia e Comune, il problema del “sistema di collegamento stabile pedonale meccanizzato tra Enna bassa ed Enna Alta”

ovvero la scala mobile. Al di là dello scontro politico tra centrodestra e centrosinistra, c’è da valutare con attenzione ed obiettività un progetto di cui esiste un progetto preliminare, un protocollo d’intesa tra Provincia e comune capoluogo, firmato il primo dicembre del 2007, ed un finanziamento di 30 milioni di euro proveniente dall’Accordo Quadro di Programma della Regione Siciliana. Il sindaco Rino Agnello, che ha sostenuto la tesi di un intervento diretto del comune, ieri avrebbe dovuto incontrare la Soprintendente ai Beni Culturali, Beatrice Basile, per chiedere un parere sul progetto, positivo o negativo, in modo da avere la possibilità di iniziare un percorso che porterebbe il comune ad assumersi la responsabilità di realizzare un’opera che viene ritenuta importante per “isolare” il centro storico dal traffico cittadino e rendere Enna una “città visibile”. Dalla Soprintendenza ai Beni Culturali, interpellati dei funzionari, si è saputo che non c’è alcun progetto, neanche quello preliminare, e che l’unica documentazione riguarda la realizzazione paesaggistica, per cui bisognerà chiarire questa situazione, che sicuramente ha dei punti oscuri, che concretizzano una certa “voglia” di creare ostacoli alla realizzazione dell’opera. Già a dicembre del 2007, nel protocollo d’intesa si legge che “la Provincia regionale ha definito uno studio preliminare per la realizzazione della scala mobile” e che lo stesso “è stato realizzato, avuto riguardo alla valenza sovraccomunale dell’infrastruttura, atteso che nel comprensorio delle due aree (Enna bassa ed Enna alta) insistono strutture e servizi strategici per lo sviluppo socio-economico del territorio provinciale”. Inoltre nel “protocollo” si legge che “Provincia regionale e comune capoluogo convengono che il soggetto promotore, e quindi, attuatore, dell’intervento è la Provincia regionale”. Nel protocollo sono sottoscritti gli impegni dei due enti locali e la Provincia regionale si è preso il compito, diciassette mesi fa, “di definire tutte le procedure tecnico-amministrative necessarie alla realizzazione dei lavori, verificando, ove le risorse non dovessero essere sufficienti, la possibilità di individuare forme di cofinanziamento attraverso l’apporto di partner privati; provvedere ad ogni adempimento relativo alla gestione dell’infrastruttura, ivi compreso il parcheggio scambiatore”; al comune spettava il compito di “provvedere a tutti gli atti di adeguamento consequenziali dello strumento urbanistico, il rilascio di tutte le autorizzazioni; definire il piano urbano di mobilità”. Nel protocollo d’intesa era prevista la tempistica, tra cui la Provincia regionale “dovrà provvedere a definire le procedure entro cinque mesi”. Come si vede sulla scala mobile, in giro, ci sono “parecchie bugie politiche”. (fonte vivienna)