Filippo Curia, sindaco di Aidone, con grande coraggio, dignità e determinazione si è dimesso dall’incarico di primo cittadino perché non era più nelle condizioni, dato

il boicottaggio continuo della sua maggioranza, di poter essere utile alla sua città. E’ la prima volta che, in provincia di Enna, un sindaco decide di dimettersi dall’incarico perché è venuta meno la condivisione di indirizzi con il suo gruppo. Solitamente i sindaci che sono andati via prima della conclusione del loro incarico, sono stati sfiduciati in aula dal consiglio comunale e ad Enna è capitato due volte (Alvano ed Ardica). Ad Aidone la situazione è stata diversa e Filippo Curia lo aveva detto più volte di volersi dimettere perché “le finalità e gli obiettivi amministrativi risultavano continuamente traditi da consiglieri di maggioranza e dai dirigenti del partito”. Quello che ha dato Filippo Curia è un segnale pericoloso, ma anche la constatazione che, in questo periodo, ed i segnali sono tantissimi, ovunque, la politica non è più quella con la P maiuscola, ma si va alla ricerca solo ed esclusivamente di privilegi personali; le comunità possono benissimo aspettare. Non ci sono più regole nell’ambiente politico-amministrativo, tutti vanno avanti contestando e criticando il vertice se non ci sono ritorni personali, se non c’è la designazione ad assessore oppure una sistemazione di parenti; un fenomeno destabilizzante che sta colpendo tutta la provincia di Enna dove le turbolenze sono veramente tantissime. Filippo Curia si è dimesso alla vigilia delle elezioni amministrative, ma anche in un periodo in cui c’era da preparare il ritorno della Venere di Morgantina, che nel 2010 sarà l’avvenimento culturale più importante non solo di Aidone e della Sicilia, ma di tutto il mondo. Filippo Curia sarebbe andato, comunque, via, per avere assolto a due mandati come sindaco, ma sicuramente meritava di chiudere al meglio questa fase della sua vita politico-amministrativa, solo che la difesa di interessi propri ha fatto chiudere anzitempo la legislatura, ma le sue dimissioni sono state sicuramente il gesto di un gentiluomo della politica, che ha detto no a compromessi penalizzanti. (fonte vivienna)