Una forte e coinvolgente partecipazione che vede come protagonisti i giovani uniti dalla speranza che la politica abbia un’etica, dei valori che si occupi più del “bene comune

rispetto a quello personale”; che favorisca la crescita solidale, il merito, la competenza. “Tutte cose che renderebbero impossibile la scalata del potere a gruppi consistenti di individui il cui interesse si riduce alla ricerca della supremazia, del riconoscimento e del benessere materiale e personale, anche a discapito di quello altrui”. Si può riassumere così il senso della seconda lezione dell’Accademia Nazionale della Politica dal titolo “Ripensare il sistema. Il primato della politica. Etica e cultura meritocratica”, che si è svolta ieri pomeriggio nella sala “Cerere” di Palazzo Chiaramonte. A tenere la lezione, introdotta dal presidente dell’Accademia ennese, Riccardo Fiscella, è stato l’europarlamentare Nello Musumeci che partendo da lontano, dalla creazione della provincia di Enna, voluta –ha sottolineato- “per spezzare la monotonia di un entroterra fortemente caratterizzato da un’economia latifondista”, ha fatto tutto un exursus per poi arrivare al cuore del tema. Oggi c’è una crisi –ha detto Musumeci- che è politica, economica, sociale e culturale” e la crisi finanziaria che stiamo vivendo “è la crisi di un modello sociale. E’ la vittoria del denaro, del consumismo sulla prudenza, sui beni spesso secondari”. Quindi, ha puntato il dito sulle responsabilità dell’iperliberismo e il mercatismo, “fondati sul profitto e al di fuori di qualsiasi riferimento valoriale”. Musumeci ha fatto anche un richiamo storico alle origini cristiane dell’Europa e dell’Italia formatesi “duemila anni fa all’ombra di Cristo, del Crocifisso”. “Quel Crocifisso -ha ricordato- da molti contestato, che oltre ad essere un simbolo di fede è soprattutto un simbolo di civiltà e di identità di una comunità”. A questo punto, il discorso ha toccato le ideologie perché, con la loro scomparsa, “manca un metro di giudizio”, e il fatto che oggi “lo scontro è sui valori, sulla capacità di saperli interpretare in funzione degli obiettivi che si vogliono raggiungere”. Quindi, ha concluso affermando che “la politica deve essere intesa come impegno, servizio e responsabilità e non come opportunità personale o, peggio ancora, come privilegio. Ha una funzione importante solo se si muove all’interno di un contesto di regole, se i valori che esprime sono predicati e praticati, se sappia parlare al cuore della gente, se è palestra e fucina di idee, di progetti e di militanza”. (fonte vivienna G.L.)