Il futuro del grano duro nell’area meridionale, alla luce della revisione della politica agraria comunitaria(PAC), è stato il tema principale di un convegno, organizzato dall’Associazione Sementieri Mediterranei (Asseme)

 nella sala riunioni della società Proseme, società leader nel cementiero, e che ha visto la presenza di esperti di valore nazionale ed anche dei rappresentanti delle tre grandi organizzazioni agricole come la Cia, Coldiretti e Confagricoltura, mentre le conclusioni sono state affidate all’assessore regionale all’agricoltura, Giovanni La Via. Si è trattato un tema di grande attualità, tenuto conto che il grano duro, come è stato evidenziato dai vari interventi, va protetto e valorizzato, quindi una politica di salvaguardia e di incentivazione di questo prodotto “made in Sicily”, andando a migliorare qualità e quantità per diventare appetibile sui mercati nazionali ed internazionali. Diverse le finestre aperte dal convegno da quella squisitamente tecnica con gli interventi del professor Angelo Frascarelli dell’Università di Perugia, alle dottoresse Claudia Miceli dell’Ente Nazionale Sementi e Maria Grazia D’Egidio dell’Istituto Sperimentale per la cerealicoltura a quella squisitamente politica con Pietro Scelfo, presidente di Asseme, al direttore della stessa società, Enrico Lucconi, ai tre rappresentanti regionali della Cia, Carmelo Guerrieri, della Coldiretti, Alfredo Mulè e di Gerardo Diana della Confagricoltura, mentre le relazioni introduttive sono state svolte dal professor Biagio Pecorino, dal direttore dell’assessorato agricoltura, Dario Caltabellotta, quindi Emilio Gaspari del pastificio Cerere, Paolo Gallo del molino San Paolo e Salvatore Rizzo, presidente regionale degli agronomi-forestali. L’assessore Giovanni La Via, nel suo intervento conclusivo, ha evidenziato i tempi difficili che si stanno attraversando, che il confronto Stato-Regioni è molto complesso per cui è necessario un lavoro di concertazione, ma è necessaria un’intesa a largo raggio tra le regioni meridionali per difendere il grano duro e, di conseguenza difendere la qualità del grano duro, che il professor Frascarelli ha definito di alta qualità e che è necessario collegarlo con i mercati nazionali, ma è anche necessario che la politica dia il suo sostanzioso contributo. Presentato da Giovanni Di Genova il piano cerealicolo nazionale (fonte vivienna)