“C’è amarezza per l’epilogo della vicenda che ha portato alla chiusura della filiale della Banca d’Italia con un ulteriore

 depauperamento del territorio”. Così l’assessore Angelo Spampinato a proposito della chiusura della sede ennese della Banca d’Italia – Riteniamo, comunque, che avendo fornito, a suo tempo l’area, dove è costruita la Banca d’Italia gratis e venuta meno la finalità, il Comune debba rientrare in possesso del suolo”. Con questo obiettivo il sindaco di Enna, Rino Agnello, ha scritto al Governatore pro tempore della Banca d’Italia chiedendo un incontro per chiarire i termini delle retrocessione dell’area dove sorge il palazzo che fin’ora ha ospitato la filiale della banca. Nel 1936, infatti, il Comune di Enna cedette ed alienò gratuitamente alla Banca d’Italia un’area edificabile di 914 metri quadrati circa nella zona Porta Salerno, attuale Piazza Garibaldi. Lì fu costruita la filiale della Banca d’Italia che dal 24 ottobre scorso ha chiuso i battenti dismettendo l’immobile a suo tempo edificato proprio per ospitare gli uffici. “Tenuto conto che è venuto meno l’unico scopo per cui il Comune di Enna aveva ceduto gratuitamente il suolo della banca - scrive il sindaco Agnello - e che l’edificio in questione ricade in zona F destinata alla allocazione di uffici pubblici provinciali, il Comune è intenzionato a rientrare in possesso del bene a suo tempo gratuitamente ceduto solo al fine di permettere la costruzione della filiale ”. Con queste premesse, dunque, il sindaco ha chiesto la retrocessione dell’area comunicando la disponibilità ad affrontare la questione nel corso di un incontro per chiarire i termini e le modalità della retrocessione. (fonte vivienna)