La pasta con patelle e bocconi di mare è un piatto che racconta il sapore e il profumo del mare. Quando dici patelle di mare, quasi tutti abbiamo cognizione di cosa parliamo, mentre con il termine “muccuna” (molto conosciuto a Palermo e che in siciliano vuol dire boccone/i), intendiamo parlare del murice.

Si tratta di un mollusco, rassomigliante a una grossa lumaca, che appartiene alla famiglia dei gasteropodi prosobranchi dell’ordine pettini branchi, comprendenti specie marine carnivore che vivono presso i litorali; hanno conchiglia robusta e ovale. Nel Mediterraneo è comune il murice spinoso (murex brandaris), il murice riccio (M. erinaceus) e il murice comune (M. trunculus).  Un’altra curiosità di questi molluscchi è di essere ermafroditi: nascono maschi e poi, a secondo delle necessità riproduttive, diventano femmine. La ricetta che proponiamo è stata segnalata dal mio amico Francesco Cottone dopo una delle sue battute di pesca subacquea. Francesco ed io, abbiamo in comune il nostro rione che si affaccia sul mare dove viviamo da sempre. I nostri comuni ricordi sono di un litorale ancora punto di riferimento per tanti palermitani, quando il mare offriva una variegata e ricca quantità di pesci, arselle, ricci, polpi, granchi, patelle e “muccuna”. Era il luogo di divertimento di buona parte degli abitanti della borgata ma anche il posto dove, molto spesso, pescavamo ciò che il mare offriva per poi gustarlo in famiglia. Oggi, grazie alla disattenzione delle classi dirigenti locali, questo mare, dopo decine di anni di agonia, sembra voglia riprendere il su posto, almeno per quanto riguarda la ripopolazione della fauna marina. Il litorale, che invece ha le potenzialità per tornare allo splendore degli anni 30-50, è ancora dimenticato. Comunque sia, Franco, in questo mare, ha recuperato il necessario per un gustosissimo piatto che v’invito a provare.

Ingredienti (Le quantità degli ingredienti sono da stabilire in base al pescato)

spaghetti “muccùna”

Patelle Aglio

Un bastoncino d’infiorescenza del finocchio selvatico, comunemente chiamato in siciliano “finocciu ‘ngranatu”. In mancanza si possono usare pochi semi di finocchio selvatico.

Olio extravergine d’oliva

Pomodorini Pachino

Sale q.b. Peperoncino q.b.

Vino bianco q.b

Prezzemolo q.b.

Procedimento

Fare bollire i bocconi dopo averli lavati abbondantemente in acqua fredda e ben salata (ma non troppo). Fare bollire per circa dieci minuti e poi lasciare riposare per mezz’ora (non eliminare l’acqua di cottura perché servirà in seguito). Intanto mettere le patelle in una padella senz’acqua, incoperchiare e far cuocere per qualche minuto. Non appena i bocconi saranno freddi, scolarli e tirare fuori dall’involucro i molluschi, aiutandovi con uno spedino. Privarli della parte finale, dal tappo, dalla parte verde (amara) e tagliarli sottilmente. A questo punto estrarrete patelle dal guscio ed eliminare la pallina verde (alghe e sabbia). In una padella, soffriggere l’aglio in camicia (che poi deve essere eliminato) unire i molluschi e sfumare con un po’ di vino bianco leggero. A questo punto, aggiungere i pomodorini, un po’ d’acqua di cottura filtrata dei bocconi e l’infiorescenza – o i grani – del finocchio selvatico (serve ad ammortizzare il gusto forte dei bocconi). Aggiustare di sale e peperoncino e, a cottura ultimata, mettere da parte metà del condimento lasciando il rimanente nella padella. Lessare la pasta al dente, scolarla e passarla nella padella con il condimento residuo. Fare mantecare il tutto per qualche minuto, aggiungendo qualche cucchiaio d’acqua di cottura della pasta. Servire, aggiungendo a ogni piatto altro condimento ed infine spolverare con abbondante prezzemolo tritato finemente.