Era da tempo, che qualche volta abbiamo utilizzato la produzione letteraria di Attilio Ludovico Vinci. Lo abbiamo fatto ad esempio, a novembre 2018 quando abbiamo organizzato con successo una mostra fotografica sulla Sicilia a Mendosa (Argentina),

utilizzando gli scatti di Paolo Barone, nel contesto di iniziative sul turismo delle radici. In quell’occasione, per presentare la Sicilia nella sua interezza, abbiamo attinto alla pubblicazione di Attilio Vinci, uomo di grande cultura che con le sue pubblicazioni non solo ha dato lustro alla sua persona, ma ha dato lustro al mondo della cultura in genere ed all'Italia sia in patria che all'estero. La pubblicazione che abbiamo scelto per l'occasione è ”Magica Sicilia”, opera che abbiamo ritenuta completa per presentare i vari aspetti della nostra terra. Un’opera che spazia dall’archeologia alla gastronomia, dall’enografia alle eccellenze siciliane. Una iniziativa che abbiamo replicato a Rosario e che abbiamo in progetto di replicare anche a Bahia Blanca, a Mar del Plata ed a Buenos Aires, dove abbiamo circoli USEF, quando la pandemia ci restituirà la normalità e la possibilità di tornare a fare quelle attività tanto apprezzate dalle comunità siciliane sparse per il mondo. Ecco perché siamo contenti di potere Accogliere tra i nostri collaboratori Attilio, che già in passato avevamo cercato di coinvolgere per arricchire la nostra pagina web attiva da oltre dodici anni e diretta agli emigrati che fanno parte della nostra rete associativa e non solo. Una rubrica che pubblicheremo ogni lunedì dal titolo “PERLE DI SICILIANITÀ”. Oggi pubblichiamo la prima di queste perle, che riguarda appunto la pubblicazione “Magica Sicilia” presentata dallo stesso autore, che in questo modo inizia la sua preziosa collaborazione. (Salvatore Augello)

LA SICILIA: STORIA, TERRITORIO, CURIOSITÀ.

“…l’isola del sole, gioia degli uomini…diede vino soave, puro, bevanda divina…” Omero ( Odissea). “Il vino di Sicilia racchiude in sé l’anima, l’essenza di venti civiltà” Pastena (Civiltà della vite in Sicilia). “In nessun luogo, nemmeno sul Reno, ove pure la vite è oggetto di tante sollecitudini, vidi prodigare alla vigna cure così ripetute ed amorose come in Sicilia” Giovanni Briosi –Intorno ai vini di Sicilia (C. Ed. Ambrosiana 1984). “ Probabilmente nel mondo non c’è regione, come la Sicilia, vocata a produrre vini di così altissima qualità: lo dicono la geografia e la storia” Alfredo Ferruzza – Il vigneto più grande d’Italia, da “In vino veritas –viaggio nella civiltà del bere”. “ Ogni secolo ha prove certe della civilizzazione isolana. Proprio tenuto conto di ciò –e della qualità delle terre e del clima – non v’è affatto da meravigliarsi per il ventaglio straordinario offerto,qui, dall’enologia. Ogni vino è infatti la risultante della scelta di uno o più vitigni (e la Sicilia ne ha tanti e diversi, sia autoctoni che no), del terreno e del clima, su cui operano gli uomini con la propria cultura e la propria storia. Qui, solo e proprio qui, le ragioni profonde e provocanti, la straordinaria capacità e l’ancor più straordinaria possibilità di produrre vini bianchi, rosati, rossi in un ventaglio a tutta apertura”. L. Veronelli - Vini di Sicilia (IRVV- 1987). Storia. La Sicilia è, dunque, la regione italiana di più antica civiltà vinicola. E nella identità delle radici della vitivinicoltura europea occupa certamente un posto di primo piano. Da una ricerca si è accertato che già nell’Età terziaria vi prosperavano alcune ampelidee, ritrovate intorno al 1860, alle falde dell’Etna (CT) ed a Grotte, in provincia di Agrigento I Fenici, abili mercanti ed audaci navigatori, sono stati i primi a commercializzare i vini di questa terra. E vien da loro il più antico riferimento che risale a 1500 anni a. Cristo: su un frammento di orcio, da loro utilizzato, in una incisione si legge” Vino fatto con uva passa nera”. I Greci, invece, contribuirono alla estensione della coltivazione della vite, prima solo spontanea e che con loro divenne coltura programmata. Poi, tutte le diverse dominazioni si son sempre intrecciate con la presenza della vite e la preparazione di vini. Il territorio. Il patrimonio produttivo siciliano, il più importante d’Italia, si estende su circa 150.000 ettari di vigneti. Il 77% sono di uve a bacca bianca: cataratto, grillo, grecanico, inzolia, carricante, moscato d’Alessandria, zibibbo, moscato bianco e malvasia delle Lipari; il restante 23% di uve a bacca rossa: frappato, nerello cappuccio, nerello mascalese, nero d’Avola e perricone. E’ in collina che c’è la maggior concentrazione di vigne: ben il 65%; il 30% è in pianura ed il 5% in montagna. Trapani, delle 9, è la provincia più vitata. La seguono Agrigento e Palermo. La maggiore coltivazione delle uve bianche si registra nella parte occidentale, mentre nella Sicilia orientale primeggia la coltivazione di uve rosse. Oggi il vino siciliano testimonia una produzione di qualità garantita e sfiora un volume di affari di centinaia di milioni di euro. A garanzia della qualità dei vini si riscontrano ben 22 DOC , 1 DOCG e 7 IGT. Una ulteriore peculiarità è data dagli ottimi vini dolci e liquorosi, quali il Marsala, la Malvasia delle Lipari, i Moscati di Noto e Siracusa, il Passito di Pantelleria, lo Zibibbo. Curiosità. Negli ultimi anni si registra in Sicilia una costante crescita dell’impegno imprenditoriale femminile nel mondo del vino, prima appannaggio esclusivo del maschi. “Le donne siciliane al timone delle aziende vinicole hanno dimostrato di essere foriere di quei valori necessari per affrontare le sfide al cambiamento imposte da una visione ormai sempre più globale dell’economia –è stato detto proprio nella passata edizione del Vinitaly, nel corso del convegno su Donne e la promozione della cultura del vino – Un risultato che è frutto non solo della creatività tipica femminile, ma anche dell’approccio, maggiormente carico di sensibilità che testimoniano con una naturalezza ispiratrice di concrete speranze per il futuro del settore”. (Attilio L. Vinci)