Tra le tante invasioni a cui è stata sottoposta la Sicilia, senza dubbio la più importante è stata quella dei saraceni. La disgregazione dell’impero bizantino, sotto l’imperatrice Irene, portò conseguenze anche in Sicilia, alimentando un  certo malcontento.

Il comandante della flotta bizantina nel mediterraneo, certo Eufemio di Messina, si era impadronito del potere in Sicilia con la forza, per cui preoccupato che il suo potere potesse essere compromesso, chiese aiuto ai regnanti maghrebini. I bizantini capito il gioco di Eufemio, reagirono duramene e lo sconfissero a Siracusa.

Da lì, Eufemio scappò nell’attuale Tunisia, dove trovò rifugio presso l’emiro aghlabide ed a lui Eufemio chiese aiuto, armi, navi ed esercito per guidare una campagna per la conquista della Sicilia.

L’invasione ebbe inizio il 17 giugno dell’827, il 18 dello stesso mese, gli arabi sbarcarono a Lilibeum, l’attuale Marsala. Quello fu l’inizio di una serie di battaglie, che tra vittorie e sconfitte, portano gli arabi in Sicilia, ove sarebbero stati per lungo tempo.

 Gli Arabi rivoluzionarono la produzione agricola con nuove colture, abolirono la monocoltura del grano, frantumarono il latifondo ed introdussero la vite, l’ulivo, l’arancia il limone, la canna da zucchero, il papiro ed una grande varietà di ortaggi, tra cui la melanzana.

Questa  verdura (originaria della Cina) giunse quindi sulla nostra tavola portata dagli Arabi, con il nome di “badingian”, diventato poi “berenjena”in spagnolo e “aubergine” in francese. 

 «Nel Medioevo aggiungevano il prefisso “melo” per indicare vegetali provenienti da lontano (melograno, melacotogna, melangolo detto anche arancia amara). Quindi “badingian” diventò “melo-badingian” da cui l’attuale melanzana.

Ben presto la melanzana diventò un ingrediente principe in molte ricette. Si può cucinare affettata e fritta in olio d’oliva  disposte poi in teglia in modo da sembrare una parmigiana, arrostite sulla brace, impanate a cotoletta, usate come contenitore dove mettere re la pasta per un succosi primo piatto.

Questo ortaggio, per farla breve, divenne un emblema della cucina siciliana. Tra gli altri modi di cucinare le melanzane, troviamo anche la caponata, che è la ricetta della quale ci occupiamo oggi.

LA caponata, capolavoro della cucina popolare siciliana, oltre alla melanzana, prevede l’utilizzo dell’antica salsa che proveniva dalla Persia pre-islamica, ossia l’agrodolce, una salsa armoniosa con il giusto equilibrio per arrivare all’ anima in compagnia di capperi e olive verdi, creando un mix di profumi colori e sapori un piatto fresco e appetitoso perfetto da gustare nella stagione estiva.

La caponata è un antipasto ma anche un contorno e secondo l’abitudine dei siciliani viene  accompagnata  con il pane.

COME PRERPARARE LA CAPONATA

Ingredienti:

4 melenzane,

3 gambi di sedano,

1 cipolla,

200gr di salsa di pomodoro,

100gr di olive

50gr di capperi salati

basilico in foglie

4 cucchiai di zucchero

4 cucchiai di aceto di vino

olio extra vergine d’oliva

sale q.b

Preparazione: lavate le melanzane e tagliate le due estremità, tagliatele quindi a cubetti di circa 1,5 cm per lato, tagliandole prima in senso verticale e poi orizzontale. Su un vassoio sistemate uno scolapasta e versatevi i cubetti di melanzana. Cospargete di sale grosso e adagiate sulla superficie un peso,  lasciandole riposare per un’ora per far fuoriuscire l’acqua di vegetazione perdendo così anche un poco del gusto amaro proprio della melanzana. Dopo cominciate a friggere i tocchetti  mettendoli in una piatto.

Lavare il sedano tagliandolo a pezzettini di 1 cm e mettetelo in una pentola con acqua bollente e salata per 3-4 minuti di cottura. Scolateli e metteteli da parte.

Mondate le cipolle affettatele a fette sottili prendete una padella abbastanza grande da contenere dopo tutto con 15 grammi di olio e lasciatele appassire. Dopo una decina di minuti aggiungete i capperi dissalati le olive snocciolate ed i pinoli. Lasciate friggere a fiamma viva per una decina di minuti.

Aggiungete la salsa di pomodoro e dopo qualche minuto aggiungete tutti gli altri ingredienti completando il tutto con lo zucchero e l’aceto.

Lasciate sfumare l’odore intenso dell’aceto poi spegnete la fiamma e mescolate il tutto lasciando raffreddare per bene.

Ora la caponata è pronta per essere servita in tavola o conservata in quest’ultimo caso, seguite le seguenti istruzioni.

Conservazione: La caponata può essere conservata per 2-3 giorni in frigorifero in un contenitore di vetro. Prima di servirla però riportate a temperatura ambiente tenendola fuori dal frigo un paio d’ore. (Giovanna Romano)