IL PRESIDENTE MATTARELLA A BERLINO E BRUXELLES Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è in visita a Berlino e Bruxelles il 2 e 3 marzo. Al suo arrivo nella capitale tedesca, il Capo dello Stato viene ricevuto al Castello di Bellevue dal Presidente della Repubblica federale di Germania, Joachim Gauck, con il quale si intrattiene a colloquio. Al termine i due Capi di Stato rilasciano dichiarazioni alla stampa. Nel pomeriggio il Presidente Mattarella si reca alla "Finestra della Memoria" del Muro di Berlino, luogo simbolo della fine della Guerra Fredda. Successivamente, presso la sede della Cancelleria federale, il Capo dello Stato incontra il Cancelliere della Repubblica federale di Germania, Angela Merkel. Prima di partire per Bruxelles, è previsto un incontro con il personale dell'Ambasciata, i Comites e una rappresentanza di imprenditori italiani presenti in Germania presso la sede dell'Ambasciata d'Italia a Berlino. Il 3 marzo mattina a Bruxelles il Presidente Mattarella ha incontri bilaterali con i vertici delle istituzioni europee: il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, il Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, e il Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker. Il Capo dello Stato incontra inoltre Federica Mogherini, Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, vice Presidente della Commissione europea, e i membri italiani del Parlamento europeo. Nel pomeriggio è in programma una visita al Re dei Belgi Filippo al Palazzo Reale.
 
A MONTECITORIO C'È UN DDL (IN DIRITTURA DI ARRIVO) SUGLI ACCORDI TRA ITALIA E MONTENEGRO
 
ROMA (Public Policy) - Nessun 'segreto bancario' neanche tra Italia e Montenegro ed estradizione di persone condannate con pene non inferiori ai 5 anni. Sono questi alcuni dei contenuti principali di un ddl di origine governativa che, la settimana scorsa, ha terminato il proprio iter alla commissione Esteri della Camera e che contiene due accordi tra la nostra Repubblica e il Montenegro nei campi della cooperazione giudiziaria penale e nell'assistenza giudiziaria. Il primo, fatto a Podgorica il 25 luglio 2013, si aggiunge alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, mentre il secondo, fatto nella medesima data, è aggiuntivo alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959. Entrambi intendono facilitare l'applicazione delle convenzioni cui si riferiscono. La ratifica degli accordi tra Italia e Montenegro era stata già approvata da Palazzo Madama (all'unanimità, con 211 voti favorevoli) lo scorso 26 novembre. Pervenuti i pareri favorevoli delle commissioni Affari costituzionali, Giustizia, Bilancio, Finanze e Politiche dell'Unione europea e votato il mandato al relatore, Fausto Raciti (Pd), il ddl è quindi pronto per l'ultimo (e definitivo) passaggio.
 
COSA PREVEDONO I DUE ACCORDI TRA ITALIA E MONTENEGRO
 
Nella sostanza il provvedimento del governo ha l'obiettivo di rafforzare la cooperazione tra i due paesi. Il primo accordo, nel campo della cooperazione giudiziaria penale, intende intensificare - come ha spiegato il relatore a Montecitorio - la lotta alla criminalità e al terrorismo, dettando "una puntuale disciplina della materia dell'estradizione dei cittadini e del transito degli stessi sul territorio". Nello specifico si prevede "la facoltà di estradare reciprocamente i propri cittadini, in riferimento sia all'estradizione processuale, fondata su misure cautelari, che a quella esecutiva, basata su decisioni passate in giudicato". Che vuol dire che Italia e Montenegro si impegnano a consegnarsi le persone perseguite per un reato punibile in entrambi gli ordinamenti con pene detentive pari o superiori ai 5 anni o che siano state condannate in via definitiva ad una pena non inferiore ai 5 anni. Il secondo accordo, quello sull'assistenza giudiziaria, ha l'obiettivo "di migliorare la cooperazione giudiziaria internazionale e rendere più efficace, nel settore giudiziario penale, il contrasto al fenomeno della criminalità transnazionale", ha ricordato ancora Raciti. E, quindi, i due Paesi s'impegnano a cooperare per quanto riguarda la ricerca e l'identificazione di persone, la notifica di atti e testimoni, l'assunzione di testimonianze e l'esecuzione di accertamenti bancari e finanziari. Cosi, ad esempio, si disciplinano in via specifica "le modalità di trasmissione delle richiesta di assistenza giudiziarie" e "il ricorso ai collegamenti in videoconferenza per l'assunzione di testimonianze, dichiarazioni e per l'espletamento di interrogatori". Inoltre è anche previsto che, previa apposita domanda, "lo Stato richiesto debba effettuare accertamenti sui rapporti bancari, finanziari e di conto corrente che una persona fisica o giuridica, sottoposta a procedimento penale dalle autorità giudiziarie dello stato richiedente, intrattenga sul territorio dello Stato richiesto, senza che possano essere da quest'ultimo opposti motivi di segreto bancario". (Public Policy)
 
IAC SICILIA, CROCETTA: SU ALMAVIVA DOVREBBE INTERVENIRE L'EUROPA "ALL'ESTERO IL COSTO DEL LAVORO È MINORE"
 
Palermo,  (askanews) - "La mia solidarietà ai lavoratori di Almaviva, però anche quella è una storia nazionale, quella legata al fatto che le grandi aziende stanno delocalizzando all'estero, dove il costo del lavoro è minore. Su questo penso che dovrebbe intervenire l'Europa". Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Rosario, Crocetta, commentando la vertenza dei lavoratori del callcenter Almaviva. "È assurdo, è andata così anche con la Fiat - aggiunto Crocetta -. Quando la casa automobilistica decise di andare in Polonia, non è che lo fece perché Termini Imerese andava male, lo fece perché in Polonia un operaio costa 300 euro. Io credo che anche le riforme che si stanno avviando sul piano del lavoro in Italia probabilmente potranno contribuire a tutto questo. Io incontrerò i lavoratori di Almaviva per capire come il governo regionale potrà aiutarli, però capite bene che qui ci sono degli imprenditori che giocano un ruolo alcune volte irresponsabile". (fonte: asca)
 
DELRIO: PD OSPITA TANTE CULTURE DIVERSE CHE DANNO CONTRIBUTO
 
Palermo (askanews) - "Il Pd è un partito grande che ospita tante culture e persone. E' un campo molto ampio. E' giusto ascoltare e avere il contributo di quante più persone possibile. E' un grande partito nazionale popolare". Lo ha detto ai cronisti a Palermo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, a Palermo per partecipare alla 'Leopolda' riferendosi all'apertura del Pd siciliano ad formazioni politiche come Articolo 4, il movimento fondato da un ex esponente del Mpa Lino Leanza, poi fuoriuscito e che sostiene il governo Crocetta in Sicilia. "Pur non conoscendo nel dettaglio la situazione siciliana - ha proseguito - credo sia una scelta opportuna avere tanti contributi da tante culture diverse". A chi ha fatto notare i malumori di alcuni esponenti dem per l'ingresso di politici in passato vicini all'ex governatore Raffaele Lombardo, Delrio ha risposto: "E' responsabilità dei dirigenti regionali. Sono sicuro vigileranno perchè le cose si svolgano in maniera corretta e vi sia un grande presidio sulla legalità. Sono scelte che il Pd ha fatto in maniera decisa e irreversibile. Non sono preoccupato. Ho fiducia nei dirigenti regionali". (fonte: assca)