RENZI AL VERTICE INTERGOVERNATIVO ITALO-FRANCESE: LA CRESCITA OGGI È UNA PAROLA CHIAVE ROMA  - "Prima l’Europa era soltanto austerity, oggi grazie all’azione di Italia e Francia la parola crescita non è più una parolaccia, anzi una parola chiave: ha smesso di piovere, ancora non c’è il sole ma vediamo le prime luci dell’arcobaleno". Così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi oggi al termine dell’incontro bilaterale con il presidente della Repubblica francese François Hollande. Renzi è stato infatti a Parigi per il Vertice intergovernativo italo-francese. Stamattina il premier ha incontrato François Hollande, al Palazzo dell’Eliseo; a seguire si è svolta la riunione plenaria con i ministri italiani e francesi e infine la firma degli accordi. Al termine si è tenuta la conferenza congiunta. Sul tavolo delle discussioni, tra l’altro, la crisi libica. "Il tema della Libia – ha detto Renzi - non è solo un tema italiano, ma una priorità per tutta l’Europa e per il Mediterraneo che non può essere un cimitero né una periferia ma il cuore del nostro continente". Si esclude un intervento militare diretto: "Un intervento di peacekeeping in Libia non è all’ordine del giorno: la pace in Libia - ha aggiunto - la possono fare solo i libici, se dovesse fallire chiederemo che l’intervento diplomatico dell’Onu sia ancora più forte". Si è detto d’accordo Hollande per il quale "la Francia sostiene tutti gli sforzi dell’Italia affinché al livello più elevato, vale a dire l’Onu, si possa trovare soluzione al caos e quindi al terrorismo in Libia". Secondo il presidente francese "serve un accordo politico tra le diverse fazioni". Sotto i riflettori anche la crisi ucraina. I due colleghi hanno "confermato la necessità del rispetto del cessate il fuoco a Kiev, senza deroghe e senza ritardi". Infine, Renzi, nella conferenza congiunta ha accennato anche alla politica interna italiana: "al di là delle polemiche – ha detto - noi con molta tranquillità e con il sorriso sulle labbra abbiamo il compito di portare l’Italia nel futuro e non ci fermeranno né le polemiche né gli slogan ideologici". (aise)
 
“RIFORMA DELLA GIUSTIZIA IN ITALIA E LE SUE CONSEGUENZE NEI RAPPORTI ECONOMICI CON LA GERMANIA”: IL MINISTRO ORLANDO OSPITE DELLA CCI A FRANCOFORTE
 
FRANCOFORTE - Il prossimo 12 marzo alle 10, preoos la Frankfurt School of Finance and Management, la Camera di Commercio Italiana per la Germania organizza - in collaborazione con il Centro Italo-Tedesco per l'Eccellenza Europea Villa Vigoni, la Frankfurt School of Finance and Management e lo studio internazionale Watson Farley & Williams - il primo degli ITKAM COLLOQUIA del 2015 sul tema "Riforma della Giustizia in Italia e le sue conseguenze nei rapporti economici tra Italia e Germania". Relatore a questo primo incontro sarà il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Moderati da Emanuele Gatti, Presidente di ITKAM, interverranno inoltre l’Ambasciatore d’Italia in Germania Pietro Benassi, Christoph Schalast Professore di Mergers & Acquisitions, diritto dell’economia e diritto europeo presso la Frankfurt School of Finance and Management, e Francesco Di Majo, Counsel, Studio Legale Associato a Watson Farley & Williams. (aise)
 
BOLDRINI: SÌ TEMPI CERTI GOVERNO MA GARANZIE ANCHE A OPPOSIZIONI
 
Roma - (askanews) - "Sono d'accordo che il governo ha bisogno di tempi certi ma bisogna anche dare alle opposizioni le garanzie". E tutto ciò sarebbe possibile con la riforma del regolamento parlamentare. Lo ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini, intervistata da Giovanni Floris per la trasmissione 'diMartedì' in onda stasera su La7. "Se si arrivasse a dare tempi certi su provvedimenti ordinari non ci sarebbe bisogno di ricorrere al decreto", ha insistito Boldrini.
 
FERRANDELLI: “LEOPOLDA SICILIANA? NON VADO PERCHÉ È LA ‘FARAONA'”
 
“Io a Sicilia 2.0 non andro’. Semplicemente perche’ non e’ la Leopolda ma la Faraona e non sono faraoniano. Sono renziano, e l’unica Leopolda che conosco e’ quella che si tiene alla Stazione di Firenze. Insomma, quella vera”. Lo dice Fabrizio Ferrandelli, deputato regionale del Pd, che prende le distanze dall’evento che si terra’ sabato e domenica a Palermo. “Non andro’ perche’ il tempo delle analisi e’ scaduto e la gente da noi, che siamo al governo da oltre 2 anni, vuole meno chiacchiere e piu’ cose concrete. Altro che tavoli. Continuando cosi’ ce li tireranno addosso”, aggiunge Ferrandelli.(fonte: siciliainformazioni)
 
SEICENTO CIVATIANI LASCIANO IL PD SICILIA TERRA DI SCISSIONI
 
Seicento civatiani siciliani hanno ha lasciato il Partito democratico in un colpo solo. L’approdo dovrebbe essere Sinistra ecologia e libertà, il partito di Nichi Vendola. Il loro leader, Civati, invece è ancora nel Pd pur annunciando l’inevitabilità di un’uscita se le cose restano come sono. La pattuglia siciliana sembra dunque fare da apripista al suo leader, ma non è detto. Le ragioni della “secessione”? Il rottamatore, Matteo Renzi, non li persuade affatto, non condividono le sue scelte, e non ne apprezzano l’operato nel governo. Uno smottamento di cui il Pd non avrebbe ragione di preoccuparsi, si commenta tra i democratici, perché, anzi, sul partito stanno arrivando molte adesioni, specie di parlamentari ed amministratori locali. Ma l’uscita dei civatiani siciliani potrebbe costituire la prima avvisaglia di una scissione di ben più vaste proporzioni che dovrebbe avere come obbiettivo la nascita di una formazione di sinistra che faccia perno su Sel e l’ala antagonista della Cgil, Maurizio Landini in testa. I seicento, dunque, sarebbero un’avanguardia di un movimento ampio, che potrebbe trascinare, se avesse successo, anche figure importanti della minoranza Pd. Il fatto che Civati, tuttavia, resti al suo posto, confermerebbe il carattere “sperimentale” della scelta siciliana. L’attenzione, comunque, nel Pd è alta. La Sicilia si conferma come la terra delle scissioni. Da Fini a Miccichè, Romano e Alfano, per citare gli eventi più importanti, l’Isola è stato la piattaforma di lancio delle “uscite”. Gianfranco Fini fu preceduto dai finiani siciliani nella scissione di Forza Italia. Saverio Romano, con Totò Cuffaro, lasciarono l’Udc di Casini, partendo dalla Sicilia. Gianfranco Fini inventò un suo movimento, lasciando in asso il Cavaliere. Il grosso delle truppe alfaniane è siciliano, ed è qui, con Giuseppe Castiglione e Francesco Cascio, che il Nuovo Centrodestra è nato. Infine, il M5S: non è certo nato nell’Isola, ma è qui che ha avuto il suo battesimo con un successo strepitoso, in ottobre del 2012, alle regionali. Un successo che avrebbe trascinato i grillini al clamoroso risultato elettorali delle politiche. Dando uno sguardo a ciò che è avvenuto, tuttavia, non si può certo affermare che le avventure elettorali degli scissionisti, con qualche eccezione, siano finite bene. (fonte: siciliainformazioni)
 
DIBATTITI SU TERRORISMO, UEM E UCRAINA CON TUSK E JUNCKER E SU BCE CON DRAGHI
 
Mercoledì, alle ore 17, assieme ai presidenti del Consiglio europeo e della Commissione europea, Donald Tusk e Jean-Claude Juncker, si discuterà dell'esito del Vertice informale del 12 febbraio scorso, della richiesta di approvazone del sistema europeo sui Passenger Name Record (PNR), dei progressi dell'Unione economica e monetaria e degli sviluppi in Grecia e Ucraina. I deputati discuteranno in seguito del lavoro della Banca centrale europea assieme al suo presidente Mario Draghi. La proposta europea sul PNR sarà discussa in Plenaria e in commissione Durante il Consiglio europeo informale, i capi di Stato e di governo dell'UE hanno sollecitato i legislatori dell'Unione a "adottare urgentemente una direttiva forte ed efficace sul Passenger Name Record (PNR) che abbia solide garanzie di protezione dei dati". Giovedì alle ore 9, l'eurodeputato Timothy Kirkhope (ECR, UK) presenterà, in commissione libertà civili, un nuovo progetto di relazione sul PNR e un possibile calendario per il dibattito e l’approvazione. È possibile seguire i dibattiti in Plenaria su EPLive e EbS+. RIF. : 20150224IPR25032 Aggiornato il: ( 25-02-2015 - 11:42)