CROCETTA,DIMISSIONI BORSELLINO RIENTRATE GOVERNATORE, TRASMETTEREMO A PROCURE RELAZIONE DELL'ASSESSORE (ANSA) - PALERMO - "Dimissioni Borsellino? Le consideriamo rientrate". Così il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, al termine della relazione al Parlamento siciliano dell'assessore alla Salute Lucia Borsellino sul caso della neonata morta. "Trasmetteremo alle Procure di Catania e Ragusa la relazione durissima fatta al Parlamento regionale dall'assessore Borsellino sulla morte della piccola Nicole", ha aggiunto. Il Presidente Mattarella il 24 febbraio a Scandicci per la cerimonia inaugurale dell'anno formativo della Scuola Superiore della Magistratura Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, martedì 24 febbraio interverrà, presso la sede di Castel Pulci a Scandicci, all'inaugurazione delle attività di formazione della Scuola Superiore della Magistratura per l'anno 2015. La cerimonia sarà aperta dalla prolusione del Presidente della Scuola Superiore della Magistratura, Valerio Onida, cui seguiranno gli interventi del Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Giovanni Legnini, e del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando. L'intervento del Presidente Mattarella concluderà la cerimonia. TELENOVELA SULL’IMU AGRICOLA, COPAGRI ABRUZZO MANIFESTA DAVANTI A MONTECITORIO Pescara. Sull’infinita “telenovela” del pagamento per l’I.M.U. sui terreni agricoli e sui contestabili ed iniqui contenuti del dl 4/2015 del 21 Gennaio u.s., attualmente in discussione presso la Camera dei Deputati, la Copagri promuove mercoledì un “sit in” davanti a palazzo Montecitorio. Alla manifestazione in programma la Copagri Abruzzo parteciperà con una propria delegazione. “La discussione che sta maturando dentro la commissione parlamentare sul merito del Decreto Legge 4/2015 è assolutamente insoddisfacente perchè, al di là della proroga della scadenza dei termini del pagamento dell’esoso tributo senza interessi di mora cui un emendamento fa esplicito riferimento in ragione dei contenuti dello ‘statuto del contribuente’ che è già legge e non permette alcuna scelta alternativa, restano in piedi tutte le iniquità e contraddizioni più volte evidenziate dalla nostra organizzazione. Questa patrimoniale va sospesa per intero per il 2014 e profondamente rivista e riadeguata per il 2015. I numerosi ricorsi pendenti davanti al T.A.R. del Lazio sono la manifesta dimostrazione di quanto poco normale ed equilibrata sia l’ imposta almeno così come è stata formulata e concepita. Non si possono tassare indiscriminatamente tutti i terreni agricoli siti nelle zone classificate normali, anche quelli che non producono alcun reddito per gli operatori agricoli come i pascoli e gli incolti. E’ poco equo NON far pagare i Coltivatori Diretti ed Imprenditori Agricoli Professionali (I.A.P.) iscritti all’I.N.P.S. nelle zone ‘montane e svantaggiate e farlo fare a quelli nelle zone normali. E’ poco corretto che alcuni comuni pretendano il pagamento del tributo sulla coltura risultante al catasto, in luogo di quella effettivamente esercitata sul fondo agricolo, così come il discorso di esigerlo sui terreni gravati da uso civico”. La Copagri manterrà un profilo di grande attenzione verso il Parlamento per far correggere le tante storture contenute nel dl 4/2015 così come avrà cura d’informare la pubblica opinione sulle proprie iniziative e sulle proposte perché, sulla pelle degli agricoltori e dell’intero comparto, non possano ulteriormente consumarsi ingiuste iniziative tese solo a fare cassa senza alcun pensiero alla manutenzione del territorio ed alla fornitura di cibo ed alimenti di qualità. DAL PREMIER INSULTI A GASPARRI. LUI: "VERGOGNATI PER TUO PADRE" RENZI: NON SI PUÒ AVERE UNA LEGGE COL SUO NOME. LA REPLICA: SEI SOLO CHIACCHIERE E INSIDER TRADING La più a rischio Vietnam, visti gli interessi in ballo e la resistenza di tutti i partiti, ma al premier piace la pugna. Solo che nel lanciarla gli è scappato (volutamente?) il piede dalla frizione, e si è scatenata la rissa. Protagonisti lo stesso Renzi e Maurizio Gasparri, col quale il premier è andato giù pesante e che ha reagito da par suo. Botte da orbi: «La Rai deve diventare un caposaldo dell'identità culturale e educativa del paese. Quindi, va da sé, non può essere regolata da una legge che porta il nome di Gasparri», dice Renzi. Gasparri non incassa: «Sei vero imbecille», twitta. Poi rafforza il concetto: «Ha un padre di cui vergognarsi, è un arrogante, finirà male politicamente». E ancora: «Sei di una abissale ignoranza, privo di basi culturali, solo chiacchiere distintivo e insider trading». E ancora: «In quale loggia massonica di tuo padre ti hanno dettato le presunte norme per scuola e banche?». Colpi di clava a parte, la partita Rai è solo all'inizio, e la direzione di marcia non è ancora chiara. Di certo c'è che nei prossimi mesi scadrà l'attuale Cda Rai, e che Renzi dice che non vorrebbe assistere allo spettacolo di una nuova lottizzazione cucinata dai partiti in Vigilanza per sostituire i membri uscenti. La governance va ridisegnata. Il tempo però stringe, e ieri il premier ha assai attenuato l'ipotesi di intervenire per decreto: «Se ci fossero le condizioni di necessità e urgenza lo faremmo», dice, ma in molti gli hanno fatto presente che riuscire a convertirlo vincendo le resistenze del partito Rai in Parlamento è impresa improba: remerebbero contro in troppi, dai grillini al centrodestra passando per la Lega e naturalmente per il Pd, dove le correnti con agganci e propaggini a viale Mazzini sono tante, dai veltroniani agli orfiniani ai franceschiniani. Prima dell'attuale accelerazione la linea che si stava seguendo era quella di nominare a scadenza il nuovo Cda e il nuovo dg in base alle vecchie regole, ma cercando di selezionare personaggi più all'altezza della situazione degli attuali (in particolare dei due lottizzati Pd, Colombo e Tobagi, che hanno sposato tutte le battaglie di resistenza corporativa della Rai contro il governo Renzi), e poi procedere ad una riforma organica, che spazzi via l'attuale incestuoso rapporto Rai-politica e avvicini il costosissimo mastodonte italiano ai modelli europei, Bbc in testa. Con il dg Gubitosi i contatti sono frequenti, il suo piano di ristrutturazione della giungla informativa Rai è apprezzato («Ma se l'avesse proposto un anno fa e non in extremis sarebbe stato meglio», dicono i renziani), il rapporto col governo è definito «ottimo» ed è chiaro: non ci sarà una riconferma, ma si investirà in altro modo sulle sue capacità manageriali. Il nome più gettonato nelle ipotesi di successione era quello di un guru della tv come Antonio Campo Dall'Orto. Nei prossimi giorni si capirà se Renzi vuole invece tentare il blitzkrieg per cambiare tutto, e subito. GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA LINGUA MADRE: LA DIVERSITÀ LINGUISTICA, UN MARCHIO EUROPEO Il 21 febbraio segna la Giornata internazionale della lingua madre delle Nazioni Unite per promuovere la diversità linguistica e culturale in tutto il mondo. La diversità linguistica è la base del patrimonio culturale europeo. L'Unione europea ha 24 lingue ufficiali e ci sono più di altre 60 lingue regionali e minoritarie parlate nel continente. Quante lingue ufficiali conosci? Prova il nostro quiz: come si dice "lingua" (quella in bocca!)? Le lingue più parlate nell'Unione europea sono il tedesco (16%), italiano e inglese (13%), francese (12%), spagnolo e polacco (8%). Il Parlamento europeo ha chiesto la tutela delle lingue in via di estinzione e la difesa della diversità linguistica in una risoluzione in settembre 2013. La diversità linguistica al PE I deputati hanno il diritto di utilizzare una qualsiasi delle lingue ufficiali in Parlamento. Tutti i documenti parlamentari sono pubblicati in tutte le lingue ufficiali dell'UE. Inoltre, i cittadini possono rivolgersi alle istituzioni europee in una delle lingue ufficiali dell'Unione europea e ricevere una risposta nella stessa lingua. Il sito del PE è disponibile in tutte le lingue ufficiali dell'Unione europea, come anche gli account Twitter. Gioca al nostro quiz e scopri in quante lingue riconosci la parola "lingua" (quella che hai in bocca!).