A ROMA IL 23 E IL 24 FEBBRAIO UNA CONFERENZA INTERNAZIONALE SU “MORTI ALLE FRONTIERE DELL’UNIONE EUROPEA.CI SONO DELLE ALTERNATIVE!” Organizzata da Commissione delle chiese per i migranti in Europa e Federazione delle chiese evangeliche in Italia Interverrà il vice ministro degli Esteri Lapo Pistelli ROMA “Morti alle frontiere dell’Unione europea.Ci sono delle alternative!” è il titolo della conferenza internazionale che si terrà a Roma il 23 e il 24 febbraio , su iniziativa della Commissione delle Chiese per i migranti in Europa (CCME) e della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (FCEI). Per gli organizzatori della conferenza, a cui parteciperanno esponenti di chiese, della società civile e del mondo della politica, italiani ed europei, “la questione delle migrazioni nel Mediterraneo non è ancora stata affrontata con una risposta politica comprensiva”. Per gli esperti ecclesiastici di migrazioni “le misure europee finora adottate risultano sbilanciate a favore della protezione dei confini dell’Unione Europea (UE), mentre la questione di un accesso sicuro al suolo europeo è lasciata ai paesi dell’Europa meridionale, tra i quali l’Italia”. Di qui “la necessità di far diventare realtà l’idea di corridoi umanitari attraverso i quali far giungere in sicurezza in Europa coloro che cercano rifugio e protezione nel nostro continente. Pertanto, la conferenza costituirà anche il lancio del progetto del CCME “Safe passage”, teso all’istituzione di questo nuovo strumento a tutela dei migranti più vulnerabili”. Il convegno si aprirà lunedì 23 febbraio alle 15, presso la sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro del Senato della Repubblica (piazza Capranica 72), con gli interventi del senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione del Senato per la protezione e la promozione dei diritti umani; del pastore Massimo Aquilante, presidente della FCEI, e di Doris Peschke, segretaria generale del CCME. Tra gli altri interverranno: Lapo Pistelli, vice ministro agli Esteri; l’on. Khalid Chaouki; Christopher Hein, direttore del Consiglio italiano per i rifugiati (CIR). Il 24 febbraio i lavori si svolgeranno presso la chiesa evangelica luterana di via Toscana 7, e vedranno, tra gli altri, gli interventi di Paolo Naso, coordinatore della Commissione studi della FCEI, che illustrerà il progetto Mediterranean Hope; Mussi Zerai, dell’agenzia Habeshia; oltreché di esponenti di chiese e associazioni provenienti dalla Spagna e dalla Grecia che illustreranno la situazione dei rispettivi paesi. (Inform)
 
MISSIONE IMPRENDITORIALE AL CAIRO DAL 22 AL 24 FEBBRAIO
 
Promossa dai ministeri Sviluppo Economico e Affari Esteri e organizzata da Confindustria, Ice, Abi, Rete Imprese Italia, Alleanza Cooperative e Unioncamere La delegazione italiana sarà guidata dal vice ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. Il 23 febbraio Forum economico Egitto-Italia ROMA – Novanta aziende, cinque associazioni imprenditoriali, cinque gruppi bancari per un totale di circa 190 partecipanti. Questi i numeri della missione imprenditoriale che farà tappa al Cairo, dal 22 al 24 febbraio, con l’obiettivo di approfondire le opportunità di business offerte dal mercato egiziano, non solo in termini commerciali ma anche di partnership industriali, nei settori meccanica, energia rinnovabile e infrastrutture. L’iniziativa sarà l’occasione per consolidare il partenariato strategico con l’Egitto in un momento in cui il paese sta aprendo una nuova fase di crescita e sviluppo. La missione è promossa dai ministeri dello Sviluppo Economico e degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale ed è organizzata da Confindustria, ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, Abi, Rete Imprese Italia, Alleanza delle Cooperative e Unioncamere. La delegazione italiana è guidata dal vice ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, insieme a Licia Mattioli, presidente del Gruppo tecnico per l’Internazionalizzazione e gli investitori esteri di Confindustria, Riccardo Maria Monti, presidente dell’Agenzia Ice, e Guido Rosa, membro del Comitato di Presidenza Abi incaricato per le relazioni internazionali. Per Abi e le banche è la seconda missione in Egitto, a conferma delle grandi potenzialità di crescita che il settore vede in questo mercato. La delegazione bancaria è composta da cinque gruppi bancari che rappresentano circa il 60% dell’intero settore in termini di totale attivo e il 60,5% in termini di sportelli. In programma lunedì 23 febbraio il Forum economico Egitto-Italia, che vedrà la partecipazione delle rappresentanze istituzionali dei due Paesi, tra cui quattro ministri egiziani: Mounir Fakhry Abdel Nour, ministro dell’Industria e Commercio, Ashraf Salman, ministro degli Investimenti, Naglaa Al Ahwany, ministro della Cooperazione Internazionale, e Mohamed Shaker, ministro dell’Elettricità e delle Energie Rinnovabili. A seguire sono previsti oltre 1000 incontri di business tra le imprese italiane e le controparti locali, mentre il giorno seguente sono in programma le visite aziendali al Canale di Suez, al Parco eolico di Zaafarana, alla sede di Tanta Motors e dell’Egyptian Canning Co. Best, e allo Smart Village di Giza. Anche se nel 2014 la crescita economica dell’Egitto ha risentito delle instabili condizioni politiche, il governo egiziano ha lanciato un importante programma di investimenti del valore di circa 150 miliardi di dollari Usd per finanziare 121 progetti che dovranno sanare le principali carenze strutturali e infrastrutturali del paese. I settori produttivi su cui andranno ad impattare i nuovi investimenti saranno soprattutto le infrastrutture, residenziali e non, energia, agricoltura ed agroindustria, turismo, Ict, istruzione e sanità. Inoltre, il piano di aiuti da 18 miliardi di dollari Usd dei paesi del Golfo ha contribuito alla stabilizzazione dell’economia e il Pil del 2015 è previsto in crescita del 3,5%. Gli investimenti sono in lenta ripresa e si concentrano principalmente nel petrolifero. Tra i settori che presentano le maggiori opportunità per le imprese straniere, il settore delle costruzioni, quello dell’energia e l’industria delle telecomunicazioni e della meccanica.(Inform)
 
CROCETTA DIFENDE LE TRIVELLE: “CHI HA UNA RICCHEZZA LA USA”
 
“Sulle trivellazioni ci sono circa tre miliardi che producono migliaia di posti di lavoro, l’impatto occupazionale tra occupazione che rimane e quella nuova è intorno ai diecimila posti di lavoro”. Così a PresaDiretta, che andrà in onda domani su Rai3, il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, in merito al protocollo firmato con le compagnie petrolifere. Il governatore, alla domanda se si prevede un aumento delle estrazioni, risponde: “Certo che prevediamo l’aumento delle estrazioni e allora perché lo abbiamo fatto il protocollo? (protocollo con Assomineraria e compagnie petrolifere ndr) Perché non dovremmo estrarre? C’è una regione al mondo che non estrae il petrolio? No. Perché chiunque ha una ricchezza la utilizza. Contrastare l’estrazione di petrolio siciliano non raggiunge nessun obiettivo perché poi il petrolio arriverà dall’Iran, arriverà dall’Iraq. L’unica cosa che abbiamo fatto è danneggiare ulteriormente l’occupazione e lo sviluppo economico in Sicilia”. Ma lei stesso ha firmato un appello di Greenpeace due anni fa contro le trivellazioni a mare offshore, nel mare Mediterraneo? “Si – spiega Crocetta – ma non è che si riferiva al petrolio siciliano. L’appello di Greenpeace dice che noi dobbiamo limitare le… (estrazioni ndr), e certo che noi dobbiamo limitarle ma non capisco perché dobbiamo limitarle solo in Sicilia”. “Siccome in Libia si continua a estrarre, in Tunisia si continua ad estrarre e siccome il Canale di Sicilia è fatto anche da loro… non mi pare che ci troviamo di fronte ad un accordo internazionale che vieta le estrazioni nel Canale di Sicilia”. E se succede un incidente, come nel Golfo del Messico? “Noi non abbiamo mai avuto un disastro ambientale petrolifero”, risponde il presidente della Regione. (fonte: sicilinformazioni)