RIBAUDO (PD): “ACCOLTO MIO ODG AL JOBS ACT, ADESSO SI TRASFORMINO I CONTRATTI DEI LAVORATORI CO.CO.CO. E CO.CO.PRO. DELLE PA IN RAPPORTI DI LAVORO DIPENDENTE” Ordine del giorno al disegno di legge Jobs Act Premesso che numerose sentenze pronunciate dai tribunali del lavoro di diverse regioni d’Italia hanno riconosciuto il diritto ai lavoratori con contratto di lavoro parasubordinato , alla trasformazione in contratto di lavoro dipendente nonché le differenze retribuzioni e relativa posizione assicurativa nel regime obg ; Che la questione è stata sollevata dai lavoratori ricorrenti alla corte di giustizia europea invocando l’abuso di precariato adottato da troppi anni in Italia nei confronti di chi ha svolto più di 36 mesi di servizio in violazione della normativa europea in materia; Tenuto conto delle conseguenze dell’annunciata sentenza della Corte di Giustizia Europea che si pronunzierà nei prossimi giorni, contro l’abuso da parte del Governo Italiano per la reiterazione dei contratti a termine oltre i 36 mesi , in violazione della direttiva comunitaria 1999/70/Ce, le cui motivazioni anche se ancora non pubblicate sono note e definiscono : “arbitrario e vessatorio il comportamento dell´Amministrazione Pubblica italiana nei confronti del personale da anni in attesa di stabilizzazione; Considerato che stessa pubblica amministrazione (enti locali, stato, regione …) ancora oggi mantiene tale tipologia contrattuale per circa cinquemila unità, pur lavorando alle dipendenze della stessa P.A. la cui natura e modalità di esecuzione dell’attività lavorativa, non lascia dubbi che si tratti di lavoro dipendente subordinato; Visto l’art. 1, comma 7, lettere a e b, del “Jobs Act” che prevede, entro il termine di sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge, il superamento delle forme contrattuali di precariato in essere (Co.co.co. e Co.co.pro.), attraverso decreti legislativi, nel rispetto dei principi e criteri direttivi che tengano altresì conto degli obiettivi indicati dagli orientamenti annuali dell’Unione Europea in materia di occupazione, IMPEGNA IL GOVERNO
 
JOBS ACT: GOVERNO PONE LA QUESTIONE DI FIDUCIA. TENSIONE A CORTEO
 
ROMA In attuazione dell’art. 1, comma 7, lettere a e b, del “Jobs Act” di procedere all’individuazione e analisi di tutte le forme contrattuali esistenti (Co.co.co., Co.co.pro.) che riguardano la Pubblica Amministrazione (Ministero Pubblica Istruzione, Enti Locali), che nascondono rapporti di tipo subordinato, al fine di trasformarli in rapporti di lavoro dipendente prima dell’applicazione della suddetta sentenza che aggraverebbe l’onere per la stessa P.A. - RIBAUDO Il ministro del lavoro Giuliano Poletti ha posto la questione di fiducia in Aula al Senato sulla delega al governo per la riforma del lavoro, il cosiddetto Jobs act. E, intanto, momenti di tensione a Roma al corteo contro il jobs act. I manifestanti hanno tentato di forzare il cordone delle forze dell'ordine e c'è stato anche un lancio di uova contro gli agenti. E' accaduto in corso Vittorio Emanuele davanti al Dipartimento della Funzione pubblica. I manifestanti hanno acceso anche fumogeni. I manifestanti che hanno tentato di sfondare il cordone delle forze dell'ordine per arrivare davanti al Senato sono stati respinti. "Il testo sul lavoro è stato significativamente cambiato e significativamente migliorato", ha detto Poletti durante la replica del governo in Aula al Senato. Si tratta aggiunge: "di un riconoscimento del lavoro del parlamento che il governo accoglie positivamente". Il ministro ha quindi ringraziato il Parlamento e ha precisato che "il lavoro è una delle questioni essenziali" su cui lavorare. Occorre agire perché la situazione di stallo in cui è caduto il nostro Paese possa cambiare radicalmente. E' questo in sostanza quanto affermato dal ministro Poletti durante il suo intervento in Aula al Senato sul Jobs act. "Possiamo discutere sui numeri della disoccupazione, - sono le parole del ministro - degli occupati e degli inattivi e riflettere su come vanno interpretati. Ma oggi siamo di fronte a un dato di fatto, c'e' una pesantissima crisi, una situazione di stallo nel nostro paese, una caduta degli investimenti e dei consumi interni e dell'occupazione. Questo e' il risultato di anni e anni". Alle 15 prenderà il via la discussione generale sulla richiesta di voto di fiducia da parte del governo sul jobs act e alle 19 comincerà la prima chiama. E' questo il calendario di massima che è stato deciso, secondo quanto riferiscono alcuni dei partecipanti, dalla Conferenza dei Capigruppo di Palazzo Madama. (ANSA)
 
LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ: LE ASSOCIAZIONI AL QUIRINALE
 
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, ha ricevuto al Quirinale una rappresentanza di Associazioni delle persone con disabilità, composta dal Presidente e dal Vice Presidente della Federazione per il Superamento dell'Handicap (FISH), Vincenzo Falabella e Donata Grazia Maria Pagetti, dal Presidente dell'Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM), Mario Alberto Battaglia, dal Presidente dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UIC), Mario Barbuto, dal Presidente dell'Associazione Nazonale Mutilati Invalidi Civili (ANMIC), Nazaro Pagano, dal Portavoce Forum Terzo Settore, Pietro Vittorio Barbieri e dal Vice Presidente Vicario della Federazione Associazioni Nazionali Disabili (FAND), Franco Bettoni. Erano presenti all'incontro il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Stefania Giannini, il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzini, il Sottosegretario di Stato al Lavoro e alle Politiche sociali, Luigi Bobba e il Sottosegretario di Stato all'Istruzione, Università e Ricerca, Davide Faraone.
 
ARDIZZONE: “LA SICILIA NON SIA PIÙ SUCCUBE DEL CENTRALISMO”
 
La riforma dell’articolo 36 dello Statuto siciliano in materia di entrate tributarie sarà al centro di un incontro organizzato dal presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, con senatori e deputati eletti nell’Isola. L’appuntamento è per venerdì 5 dicembre, alle ore 11, nella sala gialla di palazzo dei Normanni. La riunione sarà anche l’occasione per un approfondimento dei rapporti finanziari tra lo Stato e la Regione e del tema relativo ai nuovi permessi per le trivellazioni di idrocarburi nel canale di Sicilia. “Da quasi un anno – afferma Ardizzone – l’Assemblea regionale ha approvato, all’unanimità, lo schema di progetto di legge costituzionale per la riforma dell’articolo 36 per consentire alla Regione di incamerare il gettito delle imposte di produzione, attualmente riservate allo Stato, in applicazione del principio di territorialità dell’imposta e in attuazione dei principi ispiratori del federalismo fiscale. Ho già avuto modo di parlare di ciò con il presidente del Senato Pietro Grasso, e con il presidente della Commissione Affari Costituzionali di palazzo Madama, Anna Finocchiaro, entrambi siciliani, chiedendo loro di incardinare il disegno di legge prima possibile in Aula. Adesso mi sono fatto promotore di questo incontro con tutta la deputazione nazionale eletta in Sicilia perché ritengo che tutti noi, rappresentanti del popolo siciliano, dobbiamo assumerci la nostra responsabilità fino in fondo. L’Ars lo ha già fatto approvando il ddl proposto dal collega Michele Cimino, adesso è il momento che anche senatori e deputati intervengano in difesa delle istanze della nostra Regione, in vista della prossima trattazione in Parlamento del testo approvato all’Ars. Tutti i deputati hanno il dovere di impegnare i loro partiti di riferimento affinché il ddl venga approvato. Ci vuole capacità e coraggio”. Altro tema trattato nell’incontro di venerdì prossimo sarà quello relativo ai permessi per le trivellazioni, dopo le polemiche degli ultimi giorni a seguito del via libera del Governo nazionale a nuovi impianti in Sicilia. “Chi estrae e raffina il petrolio in Sicilia – riprende Ardizzone – deve pagare le imposte di produzione nell’Isola. Non siamo più disposti ad alimentare le casse del Nord. Si incardini immediatamente al Senato il disegno di legge-voto e si dia piena attuazione all’articolo 37 per assicurare alla Sicilia anche il gettito fiscale delle imprese che hanno sede legale altrove. Nell’Isola raffiniamo il 40% del petrolio, sopportiamo il costo del danno ambientale e di salute dei cittadini, ma le imposte vengono pagate altrove, a differenza di quanto avviene, per esempio, in altre regioni come il Trentino e la Sardegna. La classe dirigente siciliana non deve chiedere nulla a nessuno, deve solo pretendere quello che le spetta. È su questo che si misura la capacità politica: far valere il proprio peso a livello nazionale. E in tal senso mi auspico un appoggio compatto della deputazione siciliana presente in Parlamento”. Secondo Ardizzone, la Regione siciliana, sulla base del proprio Statuto, se pienamente attuato, potrebbe essere autosufficiente dal punto di vista finanziario. “In questi anni – continua – ci siamo cullati su quelli erano i rapporti finanziari della Regione. Da un lato avevamo l’articolo 38 con il Fondo di solidarietà nazionale che permetteva alla Regione di attingere finanziamenti dallo Stato a compensazione del gap infrastrutturale: un continuo flusso di denaro che, purtroppo, è andato via via diminuendo, passando da circa 90 miliardi di lire degli anni Cinquanta ai 20 milioni di euro del 2010. Dall’altro c’è un handicap di base, lo Stato incamera il gettito derivante dalle imposte di produzione e la Regione alcune di quelle di consumo. È tutto fermo al 1965. La riforma successiva del sistema tributario non è stata adeguata nel corso degli anni e la Corte costituzionale, che è intervenuta più volte, ha sancito che la Regione può incassare solo il gettito delle imposte di consumo previste nel 1965. Dobbiamo esaltare l’Autonomia siciliana, che consentirebbe alla Regione di incamerare da subito circa 2 miliardi di euro l’anno. Se poi aggiungiamo anche le risorse dell’articolo 37, relativo al gettito fiscale delle imprese che hanno sede legale altrove, potremmo arrivare fino a 10 miliardi”. “Sono convinto – conclude Ardizzone – che sia un risultato a portata di mano, ma solo se tutti insieme, classe politica, operatori dell’informazione e società civile, ci muoviamo all’unisono e soprattutto nella stessa direzione. O riusciamo a fare squadra su queste cose o altrimenti ci dovremmo piegare al potere di chi ha i soldi e vuole la Sicilia sempre succube del centralismo statale”. (fonte: siciliainformazioni)
 
ARS, TRIVELLAZIONI: MAGGIORANZA SPACCATA SUL REFERENDUM
 
Arriva l’ok in commissione Ambiente e Territorio all’Ars sia all’eliminazione del Ddl che prevede l’autorizzazione alle trivellazioni che alla proposta referendaria targata M5s contro l’articolo 38 dello ‘Sblocca Italia’. La proposta e il Ddl, che “intendono fermare un più rapido procedimento di rilascio di autorizzazioni alle compagnie petrolifere per le ricerche di idrocarburi (on-shore e off-shore)”, sono stati accolti favorevolmente a maggioranza dai componenti della IV Commissione. Ma il voto spacca il Pd. Sono tre, infatti, i deputati del Partito democratico che questa mattina hanno votato contro: si tratta di Concetta Raia, Antonio Malafarina e Anthony Barbagallo. “Una conquista importante per i nostri mari e per la salute della nostra amata Sicilia”, commenta il voto di oggi il presidente della commissione Ambiente, il deputato 5 Stelle Giampiero Trizzino. Il testo, che intende abrogare l’art. 38 della legge n.164 dell’11 novembre 2014, passa ora in Aula. “Riteniamo indispensabile – conclude Trizzino – che questa Regione e gli stessi parlamentari si adoperino per scongiurare le gravi conseguenze che questo articolo potrebbe provocare al territorio, considerato che tale procedimento, tra le altre cose, rende possibile il rilascio di concessioni su ampie zone di mare per un periodo complessivo che, tra le fasi di ricerca e coltivazione, e con le eventuali proroghe, può facilmente estendersi oltre i 50 anni”. (fonte: siciliainformazioni)