NAPOLITANO: RAFFORZARE STATO DI DIRITTO PER PROMUOVERE PACE "La promozione della pace, della democrazia, dei diritti umani e delle libertà civili passa anche attraverso il superamento della sfida costituita dal rafforzamento, al livello transnazionale, delle regole dello stato di diritto". Lo afferma il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Napolitano ha inviato ad Emma Bonino un messaggio in occasione del ventesimo anniversario della fondazione dell'Associazione 'Non c’é pace senza giustizia', che oggi affronta "il cruciale tema della giustizia penale internazionale. Sono certo -aggiunge il capo dello Stato- che la vostra riflessione contribuirà, nel solco dell’impegno da sempre profuso dall'Associazione, ad approfondire il dibattito sugli strumenti più adatti a garantire un efficace, celere ed equilibrato esercizio della giustizia penale internazionale". "Certo che il positivo messaggio promosso da 'Non c’è pace senza giustizia' e dalla 'Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale' troverà un’ulteriore, feconda declinazione nei lavori di oggi, formulo fervidi voti di successo e i miei auguri di buon lavoro a tutti i partecipanti", conclude Napolitano. (fonte: adnkronos)
 
GIUSTIZIA: OK DA COMMISSIONE CAMERA A RIFORMA MISURE CAUTELARI
 
Via libera in commissione Giustizia alla Camera alla riforma della custodia cautelare in carcere. Il testo, in terza lettura, approderà in aula lunedì prossimo. Soddisfatta Donatella Ferranti: “si tratta -spiega la presidente della commissione Giustizia- di una riforma strutturale che si affianca e in linea con gli altri interventi di deflazionamento del sovraffollamento carcerario che anche oggi in sede europea hanno incontrato l’apprezzamento della Corte di Strasburgo". "E’ una riforma indispensabile per ripristinare una cultura delle cautele penali fondata sul pieno rispetto del principio costituzionale della presunzione di innocenza e sulla necessità di valutare, caso per caso e senza automatismi, le misure più idonee a garantire le esigenze cautelari in attesa della sentenza. Un atto dovuto di civiltà umana prima ancora che giuridica”, aggiunge Ferranti. “Le esigenze cautelari -sottolinea Ferranti- non devono mai essere applicate in funzione di anticipazione della pena: quello messo a punto, grazie anche al lavoro di sintesi dei due relatori Rossomando e Sarro, è un buon testo, un testo equilibrato che riesce a contemperare il principio di una carcerazione preventiva come ‘extrema ratio’ con la necessità di tutelare le vittime e la sicurezza dei cittadini nei confronti dei gravi reati”. Il provvedimento, al di fuori dei delitti di particolare gravità e di forte allarme sociale, rende più difficile incarcerare gli imputati in attesa di giudizio fissando regole stringenti di valutazione e motivazione e ampliando invece la possibilità di ricorrere alle altre misure coercitive e a quelle interdittive. (fonte: adnkronos)
 
UE: UIL, USO FONDI ALLA 'MOVIOLA', 12 PROGRAMMI A RISCHIO RESTITUZIONE
 
Per quanto riguarda, invece, i singoli fondi, il Fondo Sociale Europeo (FSE), che finanzia azioni per l’occupazione e istruzione e formazione, su un totale di 14,3 miliardi di euro ne ha visti rendicontati a Bruxelles il 71,3% per un totale, 10,2 miliardi di euro. Ammonta invece a 18,9 miliardi di euro (il 56,7%), dice ancora la Uil, la rendicontazione del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) per gli investimenti in generale (incentivi alle imprese, ricerca e innovazione, infrastrutture, agenda digitale, energia) che disponeva di un totale di finanziamento 2007-2013 di 33,4 miliardi di euro. A livello regionale, 3 Regioni hanno rendicontato una spesa al di sotto della media nazionale: si tratta della Campania, che ha rendicontato il 42,6% del totale delle risorse; della Calabria che ha rendicontato il 49,1%; della Sicilia che ha rendicontato il 51,6%. Anche l’insieme dei programmi nazionali e interregionali presentano una rendicontazione al di sotto della media nazionale (60,7%). In valori assoluti, per quanto riguarda i programmi nazionali e interregionali, restano ancora da spendere 4,5 miliardi di euro (il 39,3% delle risorse stanziate); la Campania 3,1 miliardi di euro (il 57,4%); la Sicilia 2,9 miliardi di euro (il 48,4%); la Puglia 2 miliardi di euro (il 24,6%); la Calabria 1,4 miliardi di euro (il 48,4%). "Il governo, con in testa il presidente del Consiglio, fa bene a reclamare in Europa più flessibilità e più risorse per lo sviluppo, ma al contempo si dovrebbe impegnare nello spendere le risorse già stanziate per sviluppo e occupazione, perché dover restituire parte delle risorse importanti e vitali dei Fondi Strutturali Europei a Bruxelles, sarebbe un vero atto di autolesionismo da parte del Governo", conclude Loy. (fonte: adnkronos)
 
GRANDI MANOVRE: 34 REGIONALI TRASFERITI ALLA FORMAZIONE
 
Il dirigente generale della Funzione pubblica della Regione, Luciana Giammanco, ha firmato i decreti di trasferimento di ventotto regionali che confluiranno all’Assessorato alla Formazione. Si tratta di dipendenti che arriveranno in gran parte dall’Assessorato ai Beni Culturali, ben 16, mentre gli altri saranno trasferiti dal centro per l’impiego, dalla Protezione civile, dal Genio civile, dalla Direzione territoriale del lavoro, dall’Azienda foreste e dall’Agricoltura. Ai 28 dipendenti trasferiti d’ufficio si aggiungeranno sei volontari. (fonte: siciliainformazioni)
 
TRIVELLE MALEDETTE, BOCCIATURA VIRTUALE DOPO IL PATTO CON L’ENI
 
In un’aula semivuota per l’assenza di molti deputati della maggioranza, l’Assemblea regionale siciliana ha votato una mozione che consegna al governo l’ordine di impedire le trivellazioni, a terra ed a mare, in Sicilia. L’ordine può essere disatteso perché la sanzione della disobbedienza è solo politica, non altro. E il sottosuolo, a terra e in mare, è affidato alla competenza dello Stato. Se il governo regionale siciliano decidesse di obbedire, non potrebbe farlo. Sulle trivelle, dunque, si è combattuto una battaglia politica, pur importante. Da una parte chi ritiene che le coste, il paesaggio, il mare debbano essere salvaguardati ad ogni costo, pur rinunciando all’estrazione di gas e petrolio, e dall’altra coloro che privilegiano pragmaticamente la fruizione delle risorse energetiche. I primi paventano conseguenze devastanti, i secondi assicurano che i rischi non sono elevati e che i presidi di sicurezza sono ormai elevati. Sul piano politico, tuttavia, il voto d’Aula ha una sua indubbia rilevanza. Mostra, sin dal primo giorno, la fragilità della maggioranza appena ricostituita. Potrebbe trattarsi, invero, di un incidente di percorso, di una sottovalutazione dei deputati democratici (massiccia la loro assenza in Aula), ma il problema resta. E il sospetto che le assenze siano la coerente conseguenza delle posizioni contrarie espresse dagli stessi deputati della maggioranza nei giorni scorso. Piuttosto che votare contro il governo, insomma, hanno preferito disertare l’Aula. Il presidente della Regione ha rassicurato sulla tenuta del governo e sull’esito della mozione. “L’accordo con l’Eni non si tocca”, ha detto, ricordando che il giacimento di Gela vale dieci miliardi di euro in cinque anni e i posti di lavoro vanno dalvaguardati. Non si può rinunciare a risorse così importanti per l’economia italiana. Il governo nazionale e regionali hanno partecipato alla trattativa romana sulla vertenza Eni di gela, conclusa con l’impegno del mantenimento dei posi di lavoro, firmata dai sindacati e l’azienda. Le organizzazioni ambientaliste hanno fatto sentire, alto e forte, la loro voce, i sindacati, depositari del patto, sono stati assenti come i deputati in Aula. L’accelerazione delle autorizzazione alle trivellazioni fa parte dell’accordo stipulato a Roma. E’ la merce di scambio pretesa dalla compagnia petrolifera. Una merce nota fin dall’apertura del tavolo della trattative. Forse la ragione della marcia indietro dell’Eni sul piano industrial marcia indietro che fece temere l’abbandono del petrolchimico. Il coraggio di mettersi di traverso, insomma, è stato trovato a cose fatte. (fonte: siciliainformazioni)