TAGLI A SPRECHI E PRIVILEGI, PALAZZO D’ORLEANS COME KOBANE Se arriva a Palermo il Cottarelli siciliano – dotato di body guard – è bene che Roberta Pinotti, ministro della Difesa, prepari la spedizione di soldati ed ufficiali, il ritorno dell’operazione Vespri siciliani nell’Isola. Tagliare sprechi, eliminare privilegi, cancellare rendite, spendere di meno e meglio è come affrontare il Califfato islamico. Non c’è Ab? Bakr al-Baghd?d? a capo degli assedianti, ma è come se ci fosse. Palazzo d’Orlerans, se fa sul serio, può diventare Kobane, la città siriana assediata dai miliziani dell’Isis. Non ci sono armi e munizioni fuori dal Palazzo, ma piazze inferocite, gente disperata e corporazioni urlanti, pronte a chiedere conto e ragione di tutto. L’ordine pubblico potrà essere mantenuto, insieme con l’assedio. Non è tuttavia il popolo dei precari e dei disoccupati a insidiare Kobane-Palazzo d’Orleans, quanto le truppe cammellate di Sala D’Ercole, il Parlamento regionale, dove il Cottarelli siciliano non può essere protetto da body guard, ma deve mostrare il petto. Le mura di Palazzo dei Normanni sono troppo spesse, la tutela del Nazareno è perciò inesistente. Giornate difficili, dunque. In concomitanza dell’arrivo del sottosegretario Delrio, braccio ambidestro di Renzi si è affacciata, per esempio, l’ipotesi di concedere il trattamento di quiescenza ai precari che hanno maturato gli anni di servizio (precario) presso la Regione siciliana. Se questa prospettiva si concretizzasse, la Sicilia potrebbe fregiarsi di un’altra primogenitura, si tratterebbe del primo caso di pensionamento concesso a non-dipendenti. Siccome, inoltre, ad andare in pensione sarebbero i giovani articolisti – come tali sono entrati e con questa nomea hanno dovuto conquistare anno dopo anno il diritto a mantenere il posto di lavoro – sarebbe un caso unico. Ma la cosa stupefacente è che l’exit strategy appare una scelta sensata al fine di ridare ossigeno alle esauste casse della Regione siciliana, concedere la staffetta i giovani, quelli veri, che non accedono da trenta anni alla pubblica amministrazione, ed eliminare una fonte di ricatti (elettorali) dal mondo delle istituzioni. L’arrivo del Cottarelli siciliano, dunque, è atteso con trepidazione e sentimenti molteplici: speranza, ottimismo, rassegnazione, ansia, sgomento, preoccupazione, allarme. Dipende dalla rendita di posizione, i diritti acquisiti, i privilegi accumulati, i bisogni insoddisfatti. Tante cose insieme. Sarà come a Kobane? Il problema è uno solo, i curdi disposti a difendere la Regione assediata non ci sono. (fonte: siciliainformazioni)
 
“CASO ESUBERI ALLA RAP: NON SERVE NUOVO PERSONALE
 
Strano modo per evitare i licenziamenti. Il sindaco Orlando, ha trovato il sistema per non licenziare i dipendenti della Gesip, pensa di trasferirli alla RAP, aggravando ulteriormente la situazione delle altre municipalizzate e caricando il passivo alle casse comunali. Non ci vuole certo molto per capire che i posti di lavoro si salvano creando di nuovi e non compromettendone altri. (sa) ”La Rap non sa che farsene di nuovo personale, ne ha in eccesso. Lo hanno ammesso i vertici della municipalizzata in occasione della nostra recente ispezione a Bellolampo. Ma il Comune che fa? Vuole appioppargli altri 320 dipendenti Gesip. Se non siamo alla follia, poco ci manca. Ma non fa nulla, tanto, come sempre, pagano i cittadini, con tasse sempre più alte, a fronte di servizi di qualità sempre più bassa”. Il deputato M5S alla Camera, Riccardo Nuti, spara ad alzo zero sul progetto del Comune, che mira a salvare i dipendenti Gesip dal licenziamento, trasferendoli nelle altre società partecipate, Rap e Amat, in primis. “La diluizione della Gesip nelle partecipate – afferma Nuti – costerebbe al Comune quasi 30 milioni all’anno. Sarebbe la pietra tombale sui già comatosi servizi pubblici della città. Trasformare un carrozzone in 3-4 carrozzoni non è accettabile, soprattutto se questi si vogliono pagare con i soldi dei cittadini e se le società d’arrivo non hanno bisogno di nuovo personale. Se Orlando vuole assicurare una retribuzione al personale Gesip, lo faccia con il suo stipendio e col suo patrimonio. La Gesip ha rappresentato uno dei più grandi scandali di questa città, nato dalle cooperative create da Orlando e foraggiato negli anni successivi da clientele e sprechi inauditi. E tutto in contropartita di servizi pressoché inesistenti”. La questione degli esuberi alla Rap era emersa a settembre scorso, in occasione della visita a Bellolampo di alcuni deputati alla Camera e all’Ars del Movimento 5 Stelle, quando i vertici della municipalizzata misero l’accento sull’aspetto “eccedenze” di personale. (fonte: siciliainformazioni)
 
D’ALIA, SINTONIA COL PD E CONFERMA DEGLI ASSESSORI TORRISI E VALENTI
 
La sala del camino del Grand hotel delle Palme è stracolma un’ora prima dell’inizio del comitato regionale dell’Udc, ed è quella delle grandi occasioni, anche se non quella dei vecchi tempi. Il partito di Gianpiero D’Alia rifà il suo look, presentando il nuovo simbolo con la scritta Sicilia in rosso che campeggia al centro, ma non è tempo solo di restyling in quello che dovrebbe essere l’unico week end a cavallo della crisi. L’ex ministro messinese non rinuncia al suo ruolo di interlocutore. Nella crisi che va maturando tempi e soluzioni, vuole essere pronto e mantenere ipotesi alternative. Sulla strade del governo politico, smussato o camuffato da assessori tecnici, stringe un accordo di fondo sulla premessa portata avanti da Fausto Raciti ed Antonello Cracolici, consapevole del fatto che se sarà chiamato a giocare di rimessa, rispolverando i tecnici, si trova già in casa i suoi uscenti, Torrisi e Valenti. Incontrando i giornalisti D’Alia spezza una lancia di cortesia per Crocetta: “Non può pagare il conto degli ultimi venti anni. Le regioni sono al centro di un vasto programma di razionalizzazione della spesa da parte del governo nazionale , la Sicilia è tra queste, per cui occorre una solidarietà reale tra le forze politiche ed una grande voglia di assumersi delle responsabilità. Risanamento dei conti pubblici ed utilizzo delle risorse. Nessuno si può chiamare fuori. La credibilità di tenere a posto i propri conti rimane una delle condizioni preliminari per avere interlocutori che vogliono investire”. Alla Sicilia, serbatoio di voti di un partito che non vuole farsi atterrare nella stagione più difficile del consenso da organizzare, in tempi di crisi che appare a tratti irreversibile, lo schieramento di centro guarda con ansia e speranza, nella certezza che senza un presente da ottimizzare elettoralmente, il futuro rischia di essere tristissimo. Giovanni Ardizzone al suo arrivo incontra i giornalisti confermando che la conferenza dei capigruppo si riunirà ad inizio settimana per calendarizzare la mozione di sfiducia nei confronti del governatore siciliano. Un consigliere comunale di Calascibetta, Salvatore Rosso strappa, tra gli intervenuti, un lungo applauso: “Di Crocetta è meglio che non parlo, la prima cosa che ha fatto quando ha avuto tempo, è stato di togliere il terzo assessore all’Udc”. Tocca a Pistorio il compito di farlo rientrare nei tempi previsti per l’intervento. A D’Alia quello di assicurare continuità all’Udc con Crocetta oggi per andare avanti domani. (fonte: siciliainformazioni)