REGIONE, GIUNTA RIPARTISCE 12 MILIONI TRA GLI ASSESSORATI La giunta regionale ha provveduto all’assegnazione ai vari Dipartimenti dei fondi necessari per la concessione di contributi a enti ed associazioni. L’importo complessivo ripartito e’ di 12 milioni e 35 mila euro. Lo rende noto il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.

In particolare al Dipartimento Pubblica Istruzione vanno 2.842.172 di euro; al Dipartimento Famiglia 3.452.608 di euro, al Dipartimento Pianificazione strategica 1.000.000 di euro, al Dipartimento Infrastrutture e Mobilita’ 18.409 euro, al Dipartimento Interventi strutturali in agricoltura 943.937 euro; al Dipartimento Beni Culturali 1.616.323 di euro, al Dipartimento Turismo 2.161.551 di euro, per un totale di 12.035.000 di euro. (fonte: siciliainformazioni)

CROCETTA, OGNI GIORNO LA SUA PENA: PRECARI, UDC, RIMPASTO

Le fibrillazioni dell’Udc tengono sulla corda il governatore. “Non sono mai contenti”, ha commentato qualche giorno fa Crocetta, quando ha saputo dell’ultima levata di scudi. Ora l’Udc denuncia di non stata tenuta in considerazione sulla finanziaria, e di leggere perciò sui giornali quel che il governo propone. Qualche giorno fa, invero, il governatore ha raccontato ad alcuni cronisti i suoi guai: ci vogliono 350 milioni per pagare i precari e vanno trovati. Siccome la coperta è corta, bisogna togliere soldi da una parte per darli ad un’altra. Quando si posta una somma, nessuno se la prende più di tanto, ma se si toglie un auro succede la fine del mondo. Questo spiega, in parte (le fibrillazioni dell’Udc stanno diventando “strutturali”), le ragioni del malessere Udc, cui viene addebitato, ormai in modo plateale, l’intenzione di imbarcare il Nuovo Centrodestra in giunta di governo, in Sicilia. Un disegno che attraversa lo Stretto per offrire al patto romano di governo il carattere di indirizzo politico. Il partito di Casini a Roma è una barchetta che attraversa l’oceano ed ha bisogno di una cima. Nel codice di navigazione questa operazione si paga cara, ma l’Udc non ha scelta. L’alleanza alfaniana, perorata in Sicilia, serve a ricostruire il centro (ma prepara il passaggio al centrodestra). La storia è vecchia: Casini va bene Alfano, non Berlusconi. Ma Alfano in prospettiva vede Berlusconi come naturale alleato, non solo Casini. Rimpasto, dunque. E nuova maggioranza? Difficile. Rimpasto, invece possibile, è un treno al quale Lupo e il Pd siciliano si agganciano, forti del risultato delle primarie, che in Sicilia hanno ribaltato il verdetto dei congressi provinciali. Matteo Renzi non ne sa niente, ma i renziani scalpitano. Lo stand by degli assessori non è lungo, ma tenace, questo sì. Beppe Lupo starebbe per lasciare la segretaria regionale ed è in prima fila. La finanziaria si prende il cuore e la testa di Crocetta, perché i soldi non certo per l’Udc, che in giunta può contare su una rappresentanza robusta, tecnici in grado di esprimere valutazioni sulla finanziaria in sede di elaborazione. Il “tavolo” del confronto fra partiti, in verità, è un rito che mostra la corda specie in un clima di austerity così rigoroso. Politichese, tutto sommato. Ai partiti dovrebbero spettare le linee guida, gli indirizzi. Ma non ci si rassegna ai tavoli, così come a sedie, sedioline e poltrone. Intanto, slitta di qualche giorno il disegno di legge sulla spending review, calendarizzato per l’Aula. Il Pid aveva un convegno “da espletare”. I deputati regionali stringeranno la cinghia, ma non rinunciano all’aggancio con il Senato della Repubblica. Non vogliono chiudere le porte al futuro, perché, non si sa mai, si può tornare ricchi e contenti. (fonte: siciliainformazioni)

LETTA: "NON MI ARRENDO AL CAOS" BAGARRE ALLA CAMERA CON M5S

(AGI) - Roma - "Tutto faro', tranne arrendermi alle tentazioni di chi dice 'il caos e' troppo, non ce la faremo'. Io non mi arrendero' e combattero' come un leone". Cosi' il premier, Enrico Letta, ha concluso la replica al dibattito sulla fiducia alla Camera. "E' inaccettabile" mettere i giornalisti "alla gogna" ha detto Letta, replicando alle dichiarazioni del Movimento 5 stelle nel'Aula, e provocando cosi' la protesta dei deputati pentastellati. "Ogni mattina leggo le cose piu' strampalate, scorrette, dal mio punto di vista, ma e' il mio punto di vista ed e' questa la differenza di fondo. Se lei ritiene - ha sottolineato Letta rivolgendosi al capogruppo di M5S, Nuti - che un giornalista leda le regole dell'istituzioni lei si puo' rivolgere alla magistratura, ma il resto fa parte della dialettica e dal normale dibattito".

PD, RENZI RIUNISCE SEGRETERIA POI VA AL QUIRINALE SU RIFORME

ROMA (Reuters) - Il neo segretario del Pd Matteo Renzi ha questa mattina presieduto la prima riunione della sua segreteria del partito dopo di che si è recato al Quirinale per parlare di riforme istituzionali e di riforma elettorale. Secondo quanto riferito da fonti del Quirinale nel colloquio con Giorgio Napolitano si è parlato delle "prospettive di modifica della legge elettorale, partendo dalle decisioni della Consulta e le priorità in materia di riforme istituzionali". Nell'incontro della segreteria di questa mattina alle 7 "ho proposto Francesco Bonifazi nel ruolo di tesoriere del Pd", come ha detto lo stesso Renzi ai cronisti una volta rientrato a Firenze. Ora spetta all'assemblea di domenica nominare Bonifazi.

L'ALLARME DELLA CORTE DEI CONTI: "DEBITO E TASSE FRENANO IL PAESE"

MILANO - Con un peso del Fisco ormai al 45% del Pil, non si potrà avere una accelerazione della crescita economica se non si spenderanno meglio le "ingentissime risorse" derivanti dal prelievo fiscale. E' quanto ha sottolineato il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, in occasione della cerimonia per il suo insediamento. "Poichè ormai nella nostra economia il prelievo fiscale ammonta a circa il 45% del prodotto - ha aggiunto - non si potrà avere un consistente miglioramento nell'allocazione delle risorse, e con esso un rilevante accrescimento della produttività totale e, dunque, una sensibile accelerazione della crescita economica, se non sapremo spendere, meglio di quanto ora facciamo, le ingentissime risorse derivanti dal prelievo fiscale". A preoccupare la magistratura contabile è il "peso di un debito che ha pochi confronti nel mondo" e che "così rallenta ulteriormente il nostro passo in una sorta di circolo vizioso dal quale diventa sempre più difficile uscire". E' un peso, ha osservato Squitieri, "che può essere lieve da portare, e può essere più agevolmente ridotto, nel contesto di una economia che cresce. Perchè - ha aggiunto Squitieri - nelle espansioni economiche la domanda di interventi pubblici che sostengano i redditi si fa meno pressante e perchè l'espansione economica genera, di per sè, aumenti delle entrate fiscali". Per il presidente dei magistrati contabili, "se il prodotto ristagna o addirittura si riduce, come in Italia nel 2012-2013, il peso del debito pregresso e dell'onere di interessi che porta con sè, si fa più gravoso". Il presidente della Corte dei Conti indica la lotta alla corruzione tra le priorità del Paese e mette in guardia dai "segnali inquietanti di deflazione. Oggi, insieme ai primi timidi segni di ripresa della domanda aggregata si scorgono, peraltro anche negli indici dei prezzi, segnali inquietanti di deflazione, i quali preoccupano non solo per l'immediato portato recessivo ma anche per l'effetto di appesantimento del debito, di tutti i debiti, centrale, locali, privati". (fonte: la repubblica.it)