PDL, OK PER ACCLAMAZIONE A DIMISSIONI PARLAMENTARI SE BERLUSCONI DECADE "Con Forza Italia ho buttato il cuore oltre l’ostacolo, proprio come successe nel '94. Possiamo puntare a tornare ad avere il 36% dei voti" ha detto il Cavaliere arringando i gruppi Pdl. Epifani (Pd): "Irresponsabili", Morra (M5S): "Voteremo loro decadenza" e Di Maio: "Spero mantengano la promessa".

Franceschini: "Sono pressioni a vuoto". Napolitano si riserva di verificare con maggiore esattezza quali siano state le conclusioni dell’assemblea dei parlamentari del Pdl (fonte: il fatto quotidiano) Governo: Saccomanni, non credo cadra' ma momento e' difficile Roma, 25 set. (Adnkronos)- "Credo che questo sia un momento istituzionale e politico molto difficile ma sono fiducioso che prevarra' il senso di responsabilita'". Cosi' il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, parlando a 'Otto e 1/2' su La7 riguardo la minaccia dei parlamentari Pdl di dimettersi in massa. "C'e' un dibattito in corso, vediamo le conclusioni. Ma io credo che nessun partito oggi abbia dell'interesse vero a interrompere il percorso di risanamento dei conti pubblici e del rilancio dell'economia che e' in corso", ha detto Saccomanni. "Secondo me" il Governo "non cadra'" poi "naturalmente la politica puo' riservare sorprese".

IMMIGRATI: KYENGE, PRESTO REVISIONE NORME SU CIE

Perugia - ''In questo momento stiamo facendo un percorso di revisione di quelli che sono gli strumenti, ma anche quelle che sono le norme per poter gestire l'immigrazione: quindi, sui Centri di identificazione ed espulsione (Cie) c'e' tutto un ragionamento in atto e credo che a breve, con il tavolo di lavoro del mio ministero e quello dell'Interno, sicuramente noi cercheremo di far arrivare nuove norme per riuscire a capire e gestire l'emigrazione''. E' stata questa una delle risposte che il ministro dell'Integrazione, Cecile Kyenge, ha dato ai giornalisti a margine del convegno all'universita' per Stranieri di Perugia. Per il ministro Kyenge cio' ''vuol dire non solo lotta all'immigrazione clandestina, ma vuol dire anche guardare al 90% dell'immigrazione che e' altamente qualificata. Ci sono persone - ha proseguito - che vengono a lavorare, come le collaboratrici domestiche, ci sono studenti, imprenditori. Vuol dire guardare a tutta questa fascia, vedere queste norme, perche' non tutti sono criminali''. Rispondendo ad una domanda sulla criminalita' e sicurezza il ministro ha poi aggiunto che bisogna avere un altro approccio rispetto al passato: ''Per troppo tempo si e' fatta confusione cercando di globalizzare le paure delle persone, cercando di lavorare su quelle paure. Noi - ha puntualizzato Kyenge - abbiamo un altro compito: quello di gestire meglio e accompagnare le paure delle persone, informandole sul corretto fenomeno dell'immigrazione, quello di parlare delle politiche di accoglienza e legalita' che e' diverso. E'quindi necessario parlare di politica dell'accoglienza e di legalita''', ha concluso il ministro. pg/sam/

CRISI REGIONE SICILIA: CROCETTA, NON MOLLO, STOP A MANDARINI PD. SALTA L'INCONTRO CON EPIFANI

PALERMO - La direzione regionale del suo partito, il Pd, lo ha formalmente sfiduciato. Ma Rosario Crocetta, il presidente della Regione siciliana non arretra. Anzi semmai avanza. Eccessivo come solo lui sa essere dichiara prontamente che «non si farà commissariale dai mandarini del Pd» e a proposito del rimpasto in giunta, alla base del duro scontro con i vertici regionali del partito, dice: «Sia chiaro non si farà» e aggiunge: «lascerò quando avrò sconfitto la mafia». Perché oggi, Crocetta, parla da un punto di forza dopo aver incassato alcune vittorie sul campo mentre l'opinione pubblica prende atto che il vero sconfitto in questo scontro frontale è il Partito democratico siciliano che si ritrova ancora una volta dilaniato. «La mia giunta resta in piedi - dice Crocetta - continuo il mio programma, non cambio i miei assessori. Io non so chi nel partito stia dalla mia parte ma so che i cittadini e la base sono con me: ho avuto la solidarietà dei vecchi comunisti, e se loro sostengono me, che sono gay e che ho tagliato gli interessi delle cricche, allora vuol dire che la storia è cambiata». In un uomo che usa come pochi altri la comunicazione anche il non detto ha un senso. E in questo caso Crocetta fa un richiamo alle radici del partito, lasciando fuori l'anima cattolica di cui il segretario regionale Giuseppe Lupo è un esponente di primo piano, che è poi quella che si è dimostrata più ostile nei suoli confronti. E un messaggio a esponenti di altre aree, come il ras dei voti di Enna Vladimiro Crisafulli, con la rivendicazione che la base sta da tutt'altra parte. Che Crocetta sia oggi in vantaggio sembra chiaro. Il presidente ha prima preso atto della permanenza in giunta dei quattro assessori in quota Pd che alla richiesta di dimissioni del partito hanno risposto picche, poi ha incassato il sostegno dei renziani di Sicilia dati in grande spolvero e giusto per far capire quale sia oggi la musica in un'intervista televisiva ha fatto riferimento proprio al sindaco di Firenze: «Io il Renzi siciliano? Non sono rottamatore - ha detto - sono una persona che sostiene una profonda destrutturazione della politica e la vuole rinnovare. È vero che ho un metodo simile a Renzi. Mi piace? Non so, perché non Renzi o altri? Vedremo. Ho stima di Renzi come di altri». E mentre lo scontro si fa più duro scendono in campo i pontisti che provano a rimettere insieme i cocci di una maggioranza all'Assemblea parlamentare e soprattutto di un partito che ha dimostrato in questa circostanza tutta la sua debolezza. Scende in campo, per esempio, Enzo Bianco, oggi sindaco di Catania, che invita a rilanciare il dialogo tra Crocetta e il Pd: «Il muro contro muro di questi giorni - dice Bianco - è andato oltre ogni limite. Ho chiesto al segretario del Pd Guglielmo Epifani che la discussione, anche con intervento nazionale, possa essere ricondotta su binari costruttivi. I siciliani hanno decretato che il presidente della regione è Crocetta e che il Pd deve governare con lui. Dobbiamo favorire a tutti i costi la volontà degli elettori e lavorare compitamente per il bene della Sicilia». In fondo lo stesso messaggio che i giovani del Partito democratico con una lettera aperta hanno indirizzato sia a Lupo che a Crocetta. (fonte: il sole 24 ore)

SICILIA: ASSESSORI PD 'DISOBBEDISCONO' E RESTANO CON CROCETTA

Palermo - Nessuno dei quattro assessori in quota Pd del governo Crocetta si dimette, nonostante l'aut aut emerso nella direzione regionale del partito che ieri ha sancito il ritiro dell'appoggio al governo Crocetta. Decise le due donne, la titolare dell'Ambiente Mariella Lo Bello, e quella della Formazione Nelli Scilabra. Piu' articolate le posizioni dell'assessore all'Economia Luca Bianchi e di quello alle Infrastrutture Nino Bartolotta: per loro inizia un periodo di riflessione, ma al momento la sostanza non cambia e restano al loro posto. "Io non mi dimetto, anzi invito il partito a rivederci e riaprire il dialogo, come si e' fatto in questi mesi. Ritengo che dobbiamo essere oggi piu' responsabili che mai", ha detto Scilabra, che ha aggiunto: "Mi sento offesa dalle dichiarazioni del mio segretario circa la presunta inadeguatezza di questo esecutivo. In questi mesi non ha scherzato nessuno e riteniamo che una decisione cosi' importante, quella di uscire dalla maggioranza di un governo, e' una cosa che i siciliani non si possono permettere. meriterebbe un referendum degli iscritti del Pd". La segue l'assessore Lo Bello: "In questi mesi abbiamo fatto cose mai realizzate in Sicilia. Quando mi sono insediata abbiamo trovato tremila pratiche in arretrato e cinquecento buste non aperte. Oggi sono 1050 le pratiche in assessorato e, di queste, ben 915 sono in lavorazione. Non mi dimetto non perche' sia attaccata alla poltrona ma perche' il lavoro da fare e' veramente tanto e lo stiamo facendo in maniera egregia. Non possiamo attendere gli strateghi della politica, non e' piu tempo di equilibrismi politici. Nel rispetto dei siciliani credo che completare questo lavoro sia un dovere che non vogliamo disattendere". Poi l'atteso assessore all'Economia Bianchi: "Oggi noi abbiamo il compito di difendere l'onesta intellettuale, l'impegno e la generosita' di questa giunta, che non ci vede tra gli ultimi arrivati. Insieme, magari con un metodo un po' naif a cui non ci aveva abituato la vecchia politica, abbiamo avviato un percorso basato sulla fiducia reciproca". Per Bianchi, che rivendica con orgoglio il "lavoro importante svolto, con una finanziaria che per la prima volta non ha registrato aumenti di spesa", bisognava alzare la testa oltre le beghe di partito perche' anche se non si e' trattato "del miglior governo del secolo, sicuramente i partiti non hanno fatto di meglio e siamo in buona compagnia". Ma Bianchi non nega l'apporto fondamentale del Pd e' afferma: "Non partecipero' mai a un governo che non avra' l'appoggio del Pd. Il tema fondamentale -conclude- e' ricostruire il rapporto tra Pd e governo. Le mie dimissioni sono sempre sul tavolo, devo solo capire se abbiamo ancora la forza di costruire un percorso condiviso. Infatti il problema e' quello di costruire un percorso condiviso a livello regionale e nazionale e intendo capire se ci siano le condizioni. Per questo non faro' passi indietro finche' non mi rendero' conto che non ci sono le condizioni di questa condivisione". Infine Bartolotta: "Io non ho ancora deciso - ha detto infine Bartolotta- decidero' solo nelle prossime ore. E lo vorrei fare valutando il fatto che le mie dimissioni possano aiutare a rafforzare il governo". Bartolotta, pur non condividendo il momento di apertura della crisi e del documento approvato dalla direzione regionale del Pd, esclude che la crisi "sia legata alla inadeguatezza degli assessori. "Ho enorme rispetto del presidente, ma anche per il mio partito - ha aggiunto - ma il momento in cui si trova il Pd e' quello delle decisioni storiche". (AGI) .

SICILIA: CANCELLERI (M5S), APPROVAZIONE DDL SU IRSAP E' UNA GRANDE VITTORIA

Palermo - (Adnkronos) - L'approvazione del disegno di legge che ridefinisce l'assetto dell'Irsap, l'Istituto regionale per lo sviluppo e le attivita' produttive in Sicilia "e' una grande vittoria soprattutto per chi fa impresa in Sicilia. Finalmente nel cda siederanno persone che vengono dal settore, scelte mediante elezioni e non nel chiuso delle stanze dell'assessorato come e' stato fatto finora". Lo ha detto il capogruppo del Movimento 5 stelle all'Ars Giancarlo Cancelleri commentando il si' alla legge di cui lo stesso Cancelleri e' lo stesso prima firmatario. Il cda dell'Irsap sara' composto da cinque membri dotati di particolare esperienza nel settore delle attivita' produttive. Due verranno nominati su proposta dell'assessore regionale delle Attivita' produttive e i restanti tre saranno nominati su proposta dell'assessore alle Attivita' produtie. I restanti tre saranno nominati tra gli iscritti alle associazioni di categoria."La legge -spiega Cancelleri- toglie parecchi spazi a quella logica clientelare delle nomine per controllare settori vitali da cui dipende l'economia della regione".