SICILIA: FORZESE, RIFORMA PROVINCE RISCHIA DI ESSERE INCOSTITUZIONALE (ASCA) - Palermo - Marco Forzese, presidente della commissione Affari istituzionali dell'Assemblea regionale siciliana, Ars, non esclude il rischio di incostituzionalita' per la riforma delle province in Sicilia che dovrebbe portare ad abolirle e sostituirle con 'consorzi di comuni'. La scorsa settimana e' stato deciso di rimandare la riforma di sei mesi, al fine di definirla ulteriormente.

''Ho voluto dare un'accelerazione all'iter della commissione Affari istituzionali per l'approvazionedel ddl governativo sulla soppressione delle province convocando gia' oggi l'organismo parlamentare. Scattano ora le 24 ore per la presentazione degli emendamenti e domani alle 12 esamineremo il testo della legge. Intanto oggi incontrero' il Commissario dello Stato per approfondire i profili di costituzionalita' del testo'' riferisce in una nota Forzese. ''E' evidente - ha aggiunto - che la cancellazione delle province potrebbe apparire ardimentosa e in contrasto con il titolo V della Carta fondamentale. Faremo del nostro meglio per varare una buona legge di riforma'', ha concluso il deputato siciliano del gruppo 'Democratici riformisti per la Sicilia'.

BERSANI ALL'ASSEMBLEA DEI NEOELETTI: "GRILLO PENSA AL POTERE NON AL PAESE"

ROMA - Il momento è drammatico, il futuro dell'Italia non è roseo, segnato da crisi, recessione, aumento della disoccupazione e del tasso di povertà delle famiglie. Pier Luigi Bersani lo sa bene ed è in questo scenario difficile che colloca la sua proposta di cambiamento: "Il nostro primo e sobrio silenzioso giuramento - dice il segretario all'assemblea degli eletti Pd al teatro Capranica - è che svolgeremo le nostre funzioni pubbliche con disciplina e onore e lo faremo in un momento drammatico che in gran parte grava sulle nostre spalle, per le decisioni che verranno prese. Purtroppo da soli non siamo in grado di garantire un governo stabile, ma nemmeno gli altri da soli lo possono fare. Abbiamo la difficile responsabilità di essere i primi senza poter essere i soli". "Dobbiamo convocarci in un teatro perchè siamo tantissimi. La composizione dei nostri gruppi è radicalmente mutata" sottolinea Bersani, che punta l'accento sulla struttura alternativa del Pd: "Gli altri hanno ristretti gruppi di comando che guidano i passi, noi invece ci basiamo sulla partecipazione". "Noi vogliamo dimostrare - aggiunge - che questo tipo di struttura democratica e non di vertice è efficiente e utile al paese". Quanto alla ricerca di consensi da parte dei 5 Stelle, Bersani chiarisce: "Non abbiamo aperto diplomazie. Vogliamo coltivare all'aperto un'idea: rivolgersi al Parlamento con questo programma e alla luce del sole, perchè adesso si può". Il segretario replica poi, indirettamente e senza citarlo, a Matteo Renzi, che invita il Pd a non fare dei grillini i propri Scilipoti: "Non si diffonda l'idea che siam qui ad andarci a cercare dei senatori e dei deputati. Non lo accetto. Tanto meno se viene da qualcuno di casa nostra. A noi interessano le posizioni politiche". Sul tentativo di formare un governo con l'appoggio esterno dei M5S, il leader democratico sottolinea: "Sappiamo benissimo che arriveranno tutti i giorni sbarramenti, non solo di chi pensa di tenersi libere le mani, un moderno principe in formazione può non essere mai sazio...". "Questi pensano di avere inventato la politica - continua - ma è una storia antica". E quindi nel ragionamento di Berrsani, Grillo può pensare di tenersi le mani libere: "Per cosa? Per l'Italia? No, per una cosa che si chiama potere", ha avvertito. "Noi facciamo l'inverso, quel tanto di potere che abbiamo lo mettiamo al servizio di questo Paese", assicura. "Molti dicono che questa nostra è una strada stretta. E' strettissima, non lo dicano a me". E conclude: "Vorrei capire qual è più larga nella situazione data. Non è che abbiamo in giro delle autostrade...". Il segretario annuncia poi che alla fine della riunione indicherà "una piccola delegazione" per un confronto con gli altri gruppi parlamentari. "Vogliamo registrare le intenzioni dei gruppi per vedere quali margini ci sono, quali spazi. Quali sono insomma le condizioni di praticabilità". Nel successivo intervento di Dario Franceschini spiccano il sostegno totale al segretario e la rivendicazione dell'orgoglio democratico: "Ci aspettano mesi molto difficili - sostiene l'ex capogruppo Pd alla Camera - dobbiamo convintamente sostenere il tentativo di Bersani, nelle riunioni e sui giornali, evitando comportamenti sdoppiati". Dario Franceschini invita dunque i neoeletti del suo partito ad andare "a testa alta" ed essere orgogliosi di entrare in un "tempio civile" e non "nel regno della casta". E i 408 eletti del Pd mettono al centro della loro primo incontro i costi della politica e molti chiedono che da subito, senza aspettare la formazione del governo, i gruppi parlamentari lavorino a proposte dettagliate.