REDDITO D'INCLUSIONE: FINALMENTE E’ LEGGE "Via libera definitivo al Reddito d’inclusione. Misura nazionale di lotta alla povertà. Ora avanti a rafforzarlo sempre più". Lo annuncia su Twitter il ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina, al termine del Consiglio dei ministri con l'approvazione definitiva del decreto di attuazione del disegno di legge delega sul contrasto alla povertà. Dal primo gennaio del prossimo anno scatterà quindi la misura di contrasto alla povertà, vincolata all'adesione di un progetto personalizzato per trovare un lavoro. Le famiglie beneficiarie avranno un assegno mensile che potrà arrivare fino a 485 euro. GENTILONI - Sul social network arriva poi anche il tweet del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni: "Via libera definitivo al Reddito di Inclusione. Un aiuto a famiglie più deboli, un impegno di Governo Parlamento e Alleanza contro #povertà".(Ufficio Stampa)
A CHI E' DESTINATO E COME FARE DOMANDA POLETTI - ''Da oggi la lotta alla povertà e il reddito di inclusione sono legge dello Stato. Per la prima volta il nostro Paese ha uno strumento permanente di contrasto alla povertà, fondato sul sostegno al reddito e sull'inclusione sociale. Uno strumento che impegna tutte le istituzioni e le comunità locali a stare a fianco dei più deboli" afferma il ministro del Lavoro, Giuliano Polettielezioni regionali Sicilia (Ufficio Stampa)
 
MIGRANTI, MATTARELLA: L’EUROPA FACCIA DI PIU’
 
(NoveColonneATG) Roma – Dall'economia alla politica, dalla cultura all'energia fino ad arrivare alla ricerca e all'ambiente: tra Italia e Malta ci sono "relazioni speciali" sotto tutti i profili, ma è la visione comune sul progetto europeo e sul fenomeno migratorio che intreccia i destini dei due Paesi. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita a Malta, parla di "grande sintonia su tutte le principali questioni europee e internazionali". E quella che "scotta" di più è sicuramente la questione migratoria: "Tra i due Paesi c'è una visione comune di "solidarietà verso i Paesi africani" e di "richiamo alle esigenze dei Paesi Ue, impegnati a governare il fenomeno. L'Italia è riconoscente a Malta per aver accolto la sua quota di ricollocazione". Cosa che non è avvenuta, ammonisce il Capo dello Stato, "in tutti i Paesi dimostrando così che l'Ue ha bisogno di fare molta strada per acquisire un senso di solidarietà e un comune impegno su alcuni fronti, in particolare sui flussi migratori". Molta strada deve fare l'Europa anche per "recuperare la sua dimensione sociale puntando su crescita e prospettive per i giovani", temi centrali per il suo ruolo nella comunità internazionale. Tornando al tema migranti, secondo Mattarella è necessario "assicurare canali legali di ingresso e un governo ordinato del fenomeno migratorio, che non è transitorio" e in questo senso "la differenza demografica tra Europa e Africa è eloquente". Soprattutto, "non possiamo consegnare le chiave d'ingresso ai trafficanti di esseri umani", ecco perché servono "canali legali di ingresso che siano sostenibili dai Paesi membri", continua il presidente della Repubblica. L'impegno si deve espletare "con forza" anche per migliorare "le condizioni dei Paesi dove nascono e transitano i flussi migratori". Questi due strumenti - impegno nei Paesi di "nascita" dei flussi e canali ordinati di ingresso - possono far sì che "i cittadini europei vedano governati con ordine i flussi migratori", sottolinea Mattarella. Oltre che sul piano politico, la collaborazione tra Malta e Italia è "grandissima ed eccellente sul piano economico. Vi sono molte imprese italiane che operano a Malta, vi è una grande collaborazione sotto questo profilo, come su quello energetico. La interconnessione elettrica e il gasdotto che sarà realizzato tra Malta e la Sicilia - e aggiungo anche la connessione elettrica progettata e che l'Italia appoggia tra Malta e Tunisia - creano un ulteriore motivo di interconnessione economica e energetica tra Malta e Italia", ha ricordato il Capo dello Stato. La stessa sensibilità c'è "sul piano ambientale, con grande impegno per la difesa del clima nel mondo" e su quello "militare e culturale". Quest'ultimo Mattarella lo definisce "un piano altrettanto importante, che vede le nostre università impegnate in cooperazione e che vede, sul piano della ricerca, la stipula di un accordo di grande interesse per la ricerca tra l'Università de La Valletta e il CNR italiano. Vi è una collaborazione tra la missione archeologica italiana e il museo di La Valletta. La grande collaborazione culturale manifesta la medesima sintonia che vi è tra maltesi e italiani su questo profilo".
 
INTERVENTI PER IL SETTORE ITTICO, LUNEDÌ IN AULA LA DISCUSSIONE GENERALE
 
I lavori in Aula riprendono lunedì 18 settembre con la discussione sulle linee generali del testo unificato delle proposte di legge: Interventi per il settore ittico. Deleghe al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale (C. 338-339-521-1124-4419-4421-A). A seguire la discussione sulle linee generali della proposta di legge: Disciplina e promozione delle imprese culturali e creative (C. 2950-A); discussione sulle linee generali dei progetti di legge: Ratifica ed esecuzione del Protocollo addizionale di Nagoya - Kuala Lumpur, in materia di responsabilità e risarcimenti, al Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza, fatto a Nagoya il 15 ottobre 2010 (C. 3916-A); Ratifica ed esecuzione dei seguenti protocolli: a) Protocollo n. 15 recante emendamento alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, fatto a Strasburgo il 24 giugno 2013; b) Protocollo n. 16 recante emendamento alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, fatto a Strasburgo il 2 ottobre 2013 (C. 2801 e abb.).(Ufficio Stampa)
 
IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA L’EMBARGO SULLE ARMI AI SAUDITI
 
Il Parlamento europeo approva a larga maggioranza, per la terza volta in un anno e mezzo, l’attivazione dell’embargo sulla vendita degli armamenti all’Arabia Saudita, paese coinvolto nella guerra dello Yemen. La notizia riguarda da vicino anche la Sardegna, da cui partono per Ryad le bombe confezionate dalla Rwm Italia di Domusnovas. Ora dovrà essere il Consiglio europeo a recepire le indicazioni di Strasburgo. Ma come già fatto dall’Olanda di Mark Rutte, i singoli stati membri possono bruciare i tempi e decidere in maniera autonoma di adottare la risoluzione. Sulla nuova decisione del Parlamento europeo interviene il senatore M5s Roberto Cotti, da tempo impegnato sulla vicenda delle bombe made in Sardinia finite negli arsenali degli Al Saud: “Il governo italiano non ha più giustificazioni, deve immediatamente bloccare le bombe inviate dall’Isola e attivarsi per riconvertire ad usi civili la fabbrica di Domusnovas”. La disanima delle politiche relative al commercio degli armamenti affidata alla nuova risoluzione parte da una preoccupazione di fondo. Gli eurodeputati, infatti, sono allarmati dalla corsa globale agli armamenti per la risoluzione di conflitti politici. Ecco perché Strasburgo critica gli stati membri che adottano decisioni contrastanti sull’export armato o, addirittura, arrivano a violare la posizione comune varata nel 2008 dal Consiglio d’Europa, “come avviene nel caso delle armi esportate in Arabia Saudita”, si legge in un comunicato. Il Parlamento indica anche alcuni rimedi. Ad esempio, secondo gli eurodeputati, è necessario istituire un organismo di controllo sotto l’egida dell’Alto rappresentante e sanzionare gli Stati membri che non rispettano la posizione comune dell’Ue sulle esportazioni di armi. Parallelamente, occorre anche rendere più trasparente il meccanismo delle esportazioni, creando efficaci controlli per per garantire che le armi non vengano riesportate verso utenti finali non autorizzati. Per quanto riguarda il caso dell’Arabia Saudita, gli eurodeputati invitano l’Alto rappresentante per gli affari esteri Federica Mogherini a imporre un embargo sulle armi inviate dall’Unione europea. Il Parlamento europeo approva a larga maggioranza, per la terza volta in un anno e mezzo, l’attivazione dell’embargo sulla vendita degli armamenti all’Arabia Saudita, paese coinvolto nella guerra dello Yemen. La notizia riguarda da vicino anche la Sardegna, da cui partono per Ryad le bombe confezionate dalla Rwm Italia di Domusnovas. Ora dovrà essere il Consiglio europeo a recepire le indicazioni di Strasburgo. Ma come già fatto dall’Olanda di Mark Rutte, i singoli stati membri possono bruciare i tempi e decidere in maniera autonoma di adottare la risoluzione. Sulla nuova decisione del Parlamento europeo interviene il senatore M5s Roberto Cotti, da tempo impegnato sulla vicenda delle bombe made in Sardinia finite negli arsenali degli Al Saud: “Il governo italiano non ha più giustificazioni, deve immediatamente bloccare le bombe inviate dall’Isola e attivarsi per riconvertire ad usi civili la fabbrica di Domusnovas”. La disanima delle politiche relative al commercio degli armamenti affidata alla nuova risoluzione parte da una preoccupazione di fondo. Gli eurodeputati, infatti, sono allarmati dalla corsa globale agli armamenti per la risoluzione di conflitti politici. Ecco perché Strasburgo critica gli stati membri che adottano decisioni contrastanti sull’export armato o, addirittura, arrivano a violare la posizione comune varata nel 2008 dal Consiglio d’Europa, “come avviene nel caso delle armi esportate in Arabia Saudita”, si legge in un comunicato. Il Parlamento indica anche alcuni rimedi. Ad esempio, secondo gli eurodeputati, è necessario istituire un organismo di controllo sotto l’egida dell’Alto rappresentante e sanzionare gli Stati membri che non rispettano la posizione comune dell’Ue sulle esportazioni di armi. Parallelamente, occorre anche rendere più trasparente il meccanismo delle esportazioni, creando efficaci controlli per per garantire che le armi non vengano riesportate verso utenti finali non autorizzati. Per quanto riguarda il caso dell’Arabia Saudita, gli eurodeputati invitano l’Alto rappresentante per gli affari esteri Federica Mogherini a imporre un embargo sulle armi inviate dall’Unione europea.(Ufficio Stampa)
 
RICOSTRUZIONE, L'UNIONE EUROPEA SBLOCCA FINANZIAMENTI PER 1,2 MILIARDI
 
ANCONA - Alloggi temporanei, infrastrutture, recupero dei beni storici e culturali. L’Europarlamento ha sbloccato nelle scorse ore lo stanziamento di 1,2 miliardi in aiuti comunitari per riparare i danni causati dai terremoti nel centro Italia nel 2016 e nel 2017. I fondi verranno suddivisi fra i 140 Comuni nel cratere di Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio e verranno attinti dal Fondo di solidarietà per le operazioni di ricostruzione, di emergenza e di bonifica e per la protezione dei monumenti. L’Italia ha già chiesto un anticipo di 30 milioni di euro (importo massimo possibile) che è stato concesso dalla Commissione europea il 29 novembre 2016 e versato integralmente. Il Parlamento ha dato il via libera allo stanziamento di 1.196.797.579 euro dal Fondo di solidarietà della Ue con 658 voti favorevoli, 6 contrari e 26 astensioni. David Sassoli, vice presidente del Parlamento Europeo: «L’Europa ha dato prova di sensibilità e solidarietà. Si tratta di una decisione senza precedenti, frutto della ottima collaborazione tra le istituzioni ed i governi europei». Soddisfatto anche il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mastrovincenzo: «Ringrazio i Parlamentari europei del nostro Paese che si sono impegnati per il raggiungimento di questo importante risultato, frutto di una proficua collaborazione tra parlamento Europeo, Governi nazionali e istituzioni locali». (fonte: Corriere Adriatico.it)