PD: SERRACCHIANI E MALPEZZI, DUE DONNE CAPOGRUPPO ALLE CAMERE

Roma - "Il Parlamento oggi è centrale nelle decisioni che dovremo adottare per superare la crisi sociale, sanitaria, economica e anche per aprire la strada alla ripresa.

Il gruppo del Partito democratico alla Camera continuerà a lavorare in prima linea su questi temi e su queste battaglie e io avrò l'onore di guidarlo e ringrazio per questo tutti i colleghi che mi hanno scelto come presidente, ringrazio il presidente Delrio che in questi anni ci ha guidato con voce autorevole e saggiamente". Queste le prime parole di Debora Serracchiani, appena eletta il 30 marzo capogruppo del Pd alla Camera avendo raccolto 66 preferenze. Marianna Madia ne ha raccolte invece 24, un voto è andato a Barbara Pollastrini mentre si registrano anche una scheda bianca e un'altra nulla. Tutti e 93 i deputati dem hanno votato. Simona Malpezzi invece era stata eletta capogruppo in Senato il 25 marzo. "Sarò felice di lavorare insieme a Debora Serracchiani e Simona Malpezzi. Due donne determinate, di qualità e competenti. Saremo un'ottima squadra. Guardare avanti" scrive su Twitter il segretario del Pd Enrico Letta che ha fortemente voluto questa svolta ai vertici dei gruppi parlamentari. "Voglio ringraziare Graziano Delrio e Andrea Marcucci che hanno aiutato ad arrivare alla soluzione di due donne, brave e competenti, alla testa dei gruppi del Pd. Ringrazio anche Marianna Madia e tutte le parlamentari. Sembrava impossibile dieci giorni fa, ora ci siamo" scrive Letta in un secondo Tweet. "Congratulazioni e in bocca al lupo a Debora Serracchiani, grazie a Marianna Madia. C'è tanto lavoro da fare, tutte insieme" scrive invece sempre su Twitter Cecilia D'Elia, portavoce della Conferenza delle Donne del Partito democratico. "Buon lavoro a Debora Serracchiani. La competizione per il voto è un'utile dialettica che in politica arricchisce il confronto e accresce la comune responsabilità" dichiara Piero Fassino, deputato Pd, commentando l'esito del voto per scelta del nuovo capogruppo dem alla Camera. "Stanno di fronte al Pd e ai suoi gruppi parlamentari - conclude - sfide impegnative e appassionanti che i deputati democratici affronteranno uniti insieme alla loro nuova Presidente, potendo beneficiare dell'opera lucida e generosa condotta in questi tre anni da Graziano Delrio". (NoveColonneATG)

ARRIVANO ALTRI 13 MILIARDI DAL PROGRAMMA “SURE”: 1,87 ALL’ITALIA

Bruxelles- La Commissione europea ha erogato 13 miliardi di euro a sei Stati membri dell’UE per la sesta rata del sostegno finanziario a titolo dello strumento SURE: si tratta della terza erogazione del 2021. Nell’ambito delle operazioni approvate il 30 marzo, la Repubblica Ceca ha ricevuto 1 miliardo di euro, il Belgio 2,2 miliardi, la Spagna 4,06 miliardi, l’Irlanda 2,47 miliardi, l’Italia 1,87 miliardi e, infine, la Polonia 1,4 miliardi di euro. È la prima volta che l’Irlanda riceve finanziamenti nell’ambito di questo strumento, mentre gli altri cinque Paesi dell’Unione europea ne hanno già beneficiato. I prestiti aiuteranno gli Stati membri ad affrontare gli aumenti imprevisti della spesa pubblica per il mantenimento dell'occupazione. Nello specifico, a coprire i costi direttamente connessi al finanziamento dei regimi nazionali di riduzione dell'orario lavorativo e di altre misure analoghe, anche rivolte ai lavoratori autonomi, introdotte in risposta alla pandemia di coronavirus. “Di fronte a una pandemia i cui effetti continuano a gravare sulle nostre economie, la Commissione eroga un ulteriore notevole sostegno finanziario a favore di sei paesi, tra cui l'Irlanda, che ne beneficia per la prima volta – ha dichiarato Paolo Gentiloni, commissario per l’Economia - Si tratta di un contributo fondamentale agli sforzi nazionali per sostenere i lavoratori in questi tempi difficili. SURE è una storia di successo europea di cui sono orgoglioso”. (NoveColonneATG)

SUD, MUSUMECI A CARFAGNA: «URGENTE UN TAVOLO PER IL SUD»

«Se vogliamo recuperare il Mezzogiorno, a Roma e a Bruxelles devono convincersi che la questione è nazionale ed europea». Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha partecipato stamattina, da remoto, alla conferenza sui temi del Mezzogiorno organizzata dal ministro per il Sud, Mara Carfagna. «Serve urgentemente un Tavolo sul futuro del Sud, e noi siamo pronti a farne parte - ha detto Musumeci al ministro - per affrontare urgentemente questi temi, compresa la destinazione dei fondi del Recovery Plan dei quali non abbiamo notizia perché pare sia stato tutto deciso nei palazzi romani. E non è certo questa la soluzione». «Smettiamola - ha aggiunto il Governatore siciliano - con il luogo comune della problematica sulla legalità nel Sud. Andava bene dieci o venti anni fa. Oggi il fattore criminalità, che c'è ed è presente, non può essere più considerato una diseconomia se paragonato alla paurosa carenza di infrastrutture e alle procedure burocratiche che da Bruxelles, e a Roma, non sembrano concepite per accelerare la spesa pubblica ma quasi per frenarla. Come si può parlare di alta velocità se bisogna far fermare i treni veloci a Reggio Calabria, fare scendere i passeggeri e farli salire su un traghetto? Ancora si discute su “ponte sì o ponte no”: il ponte per i siciliani e per i calabresi è forse un capriccio? O, invece, una necessità fin troppo evidente? In altre parti del mondo - ha continuato Musumeci - un ponte si fa in due anni e qui, invece, se ne parla da cento. Per realizzare un’opera pubblica in Sicilia sono necessari 5,2 anni, quando ne basterebbero uno o due. Perciò serve una sburocratizzazione delle procedure: il Ponte Morandi di Genova diventi un metodo da esportare nelle Regioni del Sud. Dateci gli strumenti, diteci qual è la prospettiva euromediterranea della Sicilia, o se dobbiamo continuare solo a salutare le navi che passano da Suez senza fermarsi nei nostri porti. Non è possibile – ha concluso il Governatore - che i siciliani debbano pagare 600 o 700 euro il biglietto aereo per recarsi a Milano. Il Sud non vuole, e non può più, essere considerato una zavorra» (USEF)

PA: BANDO PER 2.800 TECNICI AL SUD

Ai nastri di partenza la procedura per assumere 2.800 tecnici al Sud, dopo il via libera finale della Conferenza Unificata, con la pubblicazione del bando di concorso che avverrà entro l'1-2 aprile. L’annuncio arriva dalla conferenza stampa congiunta del ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta con la ministra per il Sud e la coesione territoriale, Mara Carfagna a Palazzo Vidoni. La procedura, "si svolgerà in modalità digitale, innovativa e semplificata” sottolinea il ministro che aggiunge: "Vogliamo dotare le Pubbliche amministrazioni di personale di alto livello, ben selezionato. Entro i primi giorni di aprile parte il bando e da lì comincia il countdown. È una sfida, in cento giorni assumeremo 2.800 professionisti ‘high skill’ per le amministrazioni del Sud. È il primo test per la rivoluzione nel reclutamento dell’intera Pubblica amministrazione, dimostreremo che si possono fare concorsi digitali serissimi e in tempi ristretti. Se funziona, vorremmo applicare questo stesso criterio per il Recovery”. (USEF)

CARFAGNA: IMMINENTI AL SUD 2.800 ASSUNZIONI NELLA P.A.

Roma, 2 apr. (askanews) – “Le 2.800 assunzioni nelle Pubbliche Amministrazioni del Sud diventano sempre più imminenti. Il 6 aprile il bando con le selezioni veloci sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Dopo 100 giorni figure tecniche ed esperti saranno al lavoro sul Pnrr nel Mezzogiorno”. Lo scrive su Twitter Mara Carfagna, ministro per il Sud e la Coesione territoriale. 

SICILIA, INCHIESTA COVID. CRACOLICI: L’INTERVENTO IN AULA DI MUSUMECI? LE SOLITE PATETICHE ACCUSE A “CHI C’ERA PRIMA”, CON LA SPOCCHIA DI CHI È CONVINTO DI VALERE PIÙ DEGLI ALTRI

“Ancora una volta Musumeci ha riproposto la solita patetica storiella, trita e ritrita: le colpe? Non sono mai sue, sono sempre di chi c’era prima di lui. Quasi un’ora di intervento in aula senza dare un briciolo di spiegazione sui disastri della gestione dell’emergenza Covid in Sicilia”. Lo dice Antonello Cracolici, parlamentare regionale del PD, a proposito dell’intervento del presidente della Regione Nello Musumeci durante il dibattito d’aula che si è tenuto all’Ars dopo l’inchiesta sui dati Covid in Sicilia. “Musumeci ha messo in scena una delle sue peggiori performance – aggiunge Cracolici – è entrato a Sala d’Ercole con la spocchia di chi è convinto di valere più degli altri ma alla fine è uscito dall’aula sempre più solo, con una maggioranza frantumata dalle votazioni sulla finanziaria, e senza avere minimamente allontanato le pesantissime ombre sulla gestione Covid rispetto alle quali lui è corresponsabile, sia sul piano politico che sul piano amministrativo”. (USEF)