PE: MINI PLENARIA E RIUNIONE COMMISSIONI Mini plenaria a Bruxelles e riunione delle commissioni: è l'agenda del Parlamento europeo della settimana. La settimana si apre con una visita di lavoro del presidente del Parlamento europeo Martin Schulz in Italia. Nel frattempo, a Bruxelles, il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi incontra gli eurodeputati della commissione Problemi economici e monetari, mentre il vicepresidente della Commissione europea con delega per l'Unione dell'energia Maros Sefcovic incontra gli europarlamentari della commissione Industria per discutere le prossime tappe nell'applicazione della strategia dell'unione energetica. Martedì, in entrambe le commissioni, vanno al voto i testi curati da due eurodeputati italiani: in commissione Econ la relazione dell'eurodeputato Pd Renato Soru sulla segnalazione e la trasparenza delle operazioni di finanziamento tramite titoli, mentre la commissione Itre vota sulla conclusione dell’emendamento di Doha del protocollo di Kyoto alla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e adempimento congiunto dei relativi impegni, testo a cura dell'eurodeputata Fi Elisabetta Gardini. Al voto, sempre martedì, stavolta in commissione Agicoltura, la relazione su Expo Milano curata dall'eurodeputato Pd Paolo De Castro. In commissione Cultura del Pe viene discusso lunedì un testo, a cura dell'eurodeputato Luigi Morgano (Pd), sulle nuove sfide e strategie per promuovere il turismo in Europa e il giorno seguente va al voto la relazione a cura della presidente della commissione, l'eurodeputata Silvia Costa (Pd) sugli investimenti per l'occupazione e la crescita. Martedì la commissione Mercato interno vota un altro testo a cura di un'italiana, Lara Comi (Fi), sulla protezione del know-how e delle informazioni commerciali riservate contro l'acquisizione, l'utilizzo e la divulgazione illeciti. Mercoledì Bruxelles ospita la mini plenaria, dedicata ai temi trattati nel corso del Consiglio europeo, all'Ucraina e alla trasparenza fiscale. Gli ultimi due temi andranno al voto nel corso del pomeriggio. A seguire, sempre in plenaria, gli eurodeputati terranno un dibattito in vista della giornata internazionale Rom e sinti. Giovedì tornano a riunirsi le commissioni parlamentari. In commissione Ambiente va al voto il testo relativo al programma di controllo dell'adeguatezza e dell'efficacia della regolamentazione (Refit), del presidente di commissione Giovanni La Via (Ncd); a seguire si discute il testo sulle procedure e le prassi relative alle audizioni dei commissari, a cura dell'eurodeputato Fi Aldo Patriciello. In commissione Sviluppo regionale il dibattito si concentrerà sulla relazione, a cura dell'eurodeputato Pd Andrea Cozzolino, “verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l'Europa”. Nel corso dell'intera settimana, inoltre, le commissioni Problemi economici e monetari, Industria, Mercato interno e Trasporti voteranno le raccomandazioni alla Commissione europea sul Ttip. La settimana si chiude con i lavori della delegazione parlamentare in Nigeria in vista delle elezioni: gli eurodeputati – fra cui Cécile Kyenge (Pd) e Fabio Massimo Castaldo (M5S) – saranno nel paese fino al 30 marzo.
 
L’AUDIZIONE DEI MINISTRI DEGLI ESTERI E DELLA DIFESA SULLO STATO DELLE MISSIONI IN CORSO E DEGLI INTERVENTI DI COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO A SOSTEGNO DEI PROCESSI DI PACE E DI STABILIZZAZIONE
 
Davanti alle Commissioni riunite III e IV Gentiloni: “L’attentato di Tunisi rilancia la necessità di avere una strategia per il Mediterraneo complessiva e non esclusivamente centrata sul tema del terrorismo. C’è bisogno di cooperazione economica , istituzionale e culturale” Pinotti: “L’Italia terminerà l’impiego dei Nuclei militari di protezione imbarcati sulle navi mercantili italiane e interromperà la partecipazione alla missione Nato Ocean Shield. Il Governo ha ascoltato le deliberazioni del Parlamento, che richiedevano di riesaminare queste scelte in relazione allo sviluppo nella vicenda dei Fucilieri di Marina” ROMA – Si è svolta ieri, davanti alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato, l’audizioni del ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Paolo Gentiloni e del ministro della Difesa Roberta Pinotti sullo stato delle missioni in corso e degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione. La seduta si è aperta con un minuto di silenzio in memoria delle vittime dell’attentato di Tunisi. “L’attentato di Tunisi – ha esordito il ministro Gentiloni – rilancia la necessità, da parte del Governo e del Parlamento, di avere una strategia per il Mediterraneo non esclusivamente centrata sul tema del terrorismo. Deve essere molto chiaro: c’è una questione Mediterraneo, di cui un elemento è certamente la minaccia terroristica, che va però affrontata in modo complessivo. C’è quindi bisogno di cooperazione economica , istituzionale e culturale…. E’ inoltre necessario – ha proseguito Gentiloni dopo aver auspicato più risorse per la cooperazione allo sviluppo - un lavoro di isolamento delle posizioni estremistiche e terroristiche nelle comunità islamiche, ciò richiede anche un’attività di sostegno ai paesi chiave per la stabilità del Mediterraneo, dall’Egitto al Marocco, all’Algeria e in soprattutto alla Tunisia per la sua particolare fragilità, ma anche per l’esperienza di cui questo Paese è stato protagonista. Noi sappiamo infatti che in Tunisia c’è un governo a maggioranza laica di cui fa parte un ministro del lavoro del partito islamico”. Gentiloni ha poi rilevato l’esigenza sia di un forte impegno dell’Unione Europea nell’agenda delle migrazioni, anche attraverso un maggiore sforzo economico e logistico dei paesi Ue sul versante dei programmi Triton e Frontex, sia di arrivare ad una stabilizzazione della Libia attraverso un processo di transizione. Dopo aver segnalato possibili futuri elementi di tensione per la missione Unifil al confine sud del Libano, il ministro si è soffermato sul caso dei marò italiani accusati in India dell’uccisione di due marinai. “Continuano i contatti fra i due Governi – ha spiegato Gentiloni – per la ricerca di una soluzione ‘concordata’ ad una vicenda che si protrae in maniera inaccettabile. Abbiamo posto con forza la questione al segretario generale dell’Onu, sollecitando un intervento in questa direzione. Ban Ki Moon si è riservato di farlo nelle prossime settimane”. Dopo aver evidenziato come il Nord Africa rappresenti “la prima delle nostre preoccupazioni”, anche il ministro della Difesa Pinotti si è soffermato sui tragici eventi di Tunisi : “a seguito dell’aggravarsi della minaccia terroristica, si è reso necessario un potenziamento del dispositivo aeronavale nel Mediterraneo centrale” con l’obiettivo di “tutelare i molteplici interessi nazionali, oggi esposti a crescenti rischi determinati dalla presenza di entità estremiste, e assicurare coerenti livelli di sicurezza marittima”. Il tutto integrato nell’operazione Mare Sicuro. A fronte di un progressivo peggioramento del quadro di sicurezza in Libia, e del perdurante caos istituzionale, il ministro ha annunciato la sospensione dell’attività in territorio libico, aggiungendo che “l’Italia è pronta a tornare a giocare un ruolo di rilievo in una futura, eventuale iniziativa della comunità internazionale che fosse volta alla stabilizzazione e alla ricostruzione istituzionale della Libia”. La Pinotti ha poi ricordato come la comunità internazionale, incluso un consistente numero di Paesi arabi e di fede islamica, stia operando per contenere l’espansione dell’Isis tanto in Iraq quanto in Siria. Confermando i numeri già forniti – impiego nel corso dei primi nove mesi dell’anno di circa 525 militari – il ministro ha rilevato che “è in corso di pianificazione iniziale l’invio di un contingente di Carabinieri ai quali potrebbe essere affidata la responsabilità di supervisionare, con ruolo di leadership, la costituzione di Unità di polizia militare irachene”. Passando alla crisi apertasi nell’est Europa, la Pinotti ha spiegato che la comunità internazionale è attivamente impegnata per la gestione della crisi, sia favorendo le trattative diplomatiche tra le parti, sia operando per un contenimento del conflitto. “L’Italia fa la sua pare anche in questo caso” ha aggiunto, spiegando che dal mese di gennaio siamo subentrati nel fornire, a turno con gli altri Paesi dell’Alleanza l’attività di polizia aerea nella regione del Baltico impiegando sette velivoli. Partecipazione che terminerà alla fine di agosto Riguardo la presenza in Afghanistan la Pinotti ha ricordato che nel corso del 2015 è previsto il completamento della missione Resolute Support della Nato. Si modifica anche l’impegno italiano nella lotta alla pirateria. L’Italia continuerà a partecipare alla missione Atalanta, ma terminerà l’impiego dei Nuclei militari di protezione imbarcati sulle navi mercantili italiane e interromperà la partecipazione alla missione Nato Ocean Shield. Decisione presa “considerato il positivo trend rappresentato dalla diminuzione degli attacchi dei pirati negli ultimi mesi, nonché l’ormai avvenuto perfezionamento delle procedure che consentono di ricorrere alla difesa dei mercantili”. “Il Governo – ha spiegato il ministro – ha ascoltato le più recenti deliberazioni del Parlamento, in particolare quelle che richiedevano di riesaminare le scelte relative alla nostra partecipazione alle attività di contrasto in relazione allo sviluppo nella vicenda dei Fucilieri di Marina”. (Inform)
 
MISSIONI DELL’ARS E PREGIUDIZI: STAVOLTA HA RAGIONE IL PALAZZO
 
Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, si è chiesto, rammaricato, per quale ragione il Parlamento siciliano sia stato giudicato “spendaccione” per avere speso 40 mila euro per le 33 missioni effettuate dai suoi membri in tre mesi. È ragionevole che Ardizzone se lo chieda, perché a conti fatti, le missioni non sono costate certo un occhio – 1100 euro ciascuna circa -, e il loro numero appare, tutto sommato, contenuto se si dà uno sguardo alle motivazioni delle missioni. Che cosa c’è di scandaloso, osserva, il presidente dell’Ars se partecipa agli incontri con altri presidenti dei consigli regionali italiani ed europei, o si reca a Roma per eleggere il capo dello Stato. Come dargli torto? C’è stata una manipolazione mediatica. Le istituzioni sono diventate un bersaglio facile. Dicendone tutto il male possibile ci si sintonizza con gli umori prevalenti dell’opinione pubblica, che da questa sintonia riceva conferma del suo pregiudizio. I mezzi d’informazione ricevono generalmente assist perfetti e fanno “goal”, mentre in realtà divengono strumenti della manipolazione. Il danno è enorme. Per le istituzioni, che ne escono con le ossa rotte. Per la democrazia, che è la pietra angolare delle libertà, individuali e collettive. E per la comprensione del contesto. Distruggendo tutto, sempre e comunque, si finisce con il dare una mano a manutengoli e vampiri, che succhiano il sangue alla pubblica amministrazione, magari da paladini delle buone pratiche. Il governo e il Parlamento, siciliano e non, vanno giudicati per le cose che fanno o non fanno. Non hanno torto, pregiudizialmente, né rubano per il fatto che è andata sempre così. Le 40 mila euro delle missioni finite sulle pagine dei giornali sono un clamoroso esempio di idiozia, una vergognosa strumentalizzazione. A meno che non si dimostri che qualcuno si è fatto la settimana bianca invece che andare a Bruxelles o a Roma. L’Assemblea regionale sconta oggi peccati non suoi. Se la sua attività fosse efficace e venisse percepita positivamente, l’informazione dozzinale non avrebbe spazio. Ma questa circostanza non giustifica, comunque, la “minchioneria”. (fonte: siciliainformazioni)
 
MATTARELLA: “MISSIONE DELL’ITALIA IN LIBIA, CAOS FAVORISCE L’ISIS”
 
“La condizione di caos in Libia favorisce i trafficanti di esseri umani, che mettono in mare con gravi rischi tante donne, tanti uomini, tanti bambini, guadagnando somme ingenti con questa speculazione”. Sergio Mattarella affronta, nell’intervista alla Cnn concessa dopo la strage di Tunisi, un tema che interessa da vicino la “sua” Sicilia. È sulle coste dell’Isola che arrivano gli immigrati, vivi o morti, ed è nell’Isola che vengono organizzati i presidi di sicurezza e i centri di accoglienza. Accanto a Lampedusa, il primo lembo d’Europa, ci sono comuni siciliani – Pozzallo, Porto Empedocle, Augusta, Catania, Siracusa e tanti altri – che ricevono uomini e donne in fuga ormai da anni. Il presidente della Repubblica crede che si debba fare presto per fermare il terrorismo le guerre che provocano l’esodo degli sventurati. “Occorre urgentemente che la comunità internazionale appoggi gli sforzi dell’Onu e del suo inviato per raggiungere un cessate il fuoco e la costituzione di un vero governo libico”, sostiene Mattarella. “Poi occorrerà che l’Onu organizzi una missione che aiuti il governo a stabilizzarsi”. Infine un impegno: “L’Italia è pronta a fare la sua parte”. “Quello che preoccupa particolarmente, a parte l’episodio della Tunisia”, osserva il presidente, “è la situazione in Libia che crea allarme per una serie di motivi…, i cittadini libici sono costretti a vivere nel disordine e nella paura della guerra civile. Isis si sta insediando in Libia, con il rischio di far diventare quel territorio, vicino all’Europa, una base per le sue operazioni di terrore”. (fonte: siciliainformazioni)