(Antonina Cascio) Quando si parla di federalismo nella attualità si deve pensare ad una parola vuota del suo vero ed originale significato. Federalismo dovrebbe significare, in un modo ampio e democratico, autonomia delle provincie o delle regioni che conformano un paese. In effetti, i paesi che hanno una costituzione nazionale federale , hanno anche una costituzione per ogni provincia che dentro il marco di quella nazionale, servirebbe ad organizzare le questioni provinciali in maniera democratica. Cioè, una situazione simile a quella della Sicilia come regione verso l’Italia come nazione. La Costituzione Argentina stabilisce sul suo primo articolo che la “Nazione Argentina stabilisce per il suo Governo la formula Rappresentativa, Repubblicana e Federale...” Sull’articolo 5°. della stessa Carta Magna dice:”Ogni provincia dovrà dettare per sè una Costituzione sotto il sistema rappresentativo, repubblicano e fed....che garantisca l’amministrazione della giustizia, sul regime municipale e l’educazione primaria” Il federalismo sarebbe infatti la maniera di governare che più si adegua alla storia politica e alla tradizione di questo paese. Questa situazione si manifesta così perchè le province esistevano prima della nazione e si sono integrate come membri di uno stato federale mantenendo la delega di certe competenze nel potere centrale ed esercitando quelle non delegate. Una dura lotta tra l’unitarismo di Buenos Aires ed il federalismo delle altre province. Era l’anno 1852 quando Juan Bautista Alberdi redasse la costituzione che dopo fu ,nel 1853, accettata da tutte le province, e che venne promulgata. Di sicuro capirete che stiamo parlando della stessa epoca durante la quale l’Italia, sebbene ancora non era nata come nazione, lottava già per arrivare ad esserlo e s’impegnavano personaggi importantissimi in quella epopea risorgimentale. Ma la Costituzione italiana è nata dopo la Seconda guerra mondiale, cioè dopo 100 anni di esercizio della democrazia in tanti paese del mondo moderno, sopratutto il mondo di lingua latina, quello “occidentale e cristiano” come c’insegnavano a scuola quando eravamo bambini. Insomma, l’Argentina dovrebbe essere un modello di autonomia provinciale per l’Italia dove pure le province (regioni) esistettero prima della nazione. Invece, purtroppo, pare che non sia così. Questo fenomeno che oggi si denuncia in Italia, dove ce ne sono che vedono un partito trasversale che sorge al Nord e nel quale s’integrano nella difesa del meraviglioso ed europeo Nord, personaggi della destra maggioritaria oggi in Parlamento ed al Governo, e della sinistra che evidentemente vi aderiscono per rispetto del campanilismo ma non per i propri ideali, che dovrebbero essere democratici e veramente federali. Anche qui, in Argentina , da tantissimi anni c’è questa lotta e c’è questo “partito” della Capitale, cioè Buenos Aires. E da più di100 anni che si sa che ci sono province sommerse dalla miseria e che il federalismo dovrebbe trovare il modo di aiutarle a migliorare la situazione , a farle risorgere e fiorire. Si sa anche che ce ne sono altre che potrebbero essere luoghi di una qualità di vita straordinaria, se solo si rispettasse il federalismo. E sappiamo tutti, che chi vuole avere qualche aiuto, qualche rispetto delle sue possibilità, deve essere amico del potere centrale, cioè, appartenere allo stesso partito al potere o farsi “amici” del partito centrale, pur essendo di quello in minoranza. Voglio dire, integrare questa forza o “partito “trasversale che saluti inchinando la schiena davanti alle decisioni della maggioranza parlamentare per avere nei fatti , un minimo diritto al proprio federalismo . La “carità ben intesa incomincia per casa” dice un proverbio a tutta luce “solidale e democratico” , spesso usato in Argentina e per quello che sento . leggo e vedo, applicabile cento per cento in Italia.