Il 27 gennaio 2017, con inizio alle ore 11.00, a Roma, nella nuova sede FAIM di Via Ulisse Aldrovandi 16, si è riunito, in seconda convocazione, il Consiglio Direttivo del FAIM. L’incontro ha fatto seguito al Comitato di Coordinamento del FAIM con il Coordinamento delle Regioni del 26 gennaio 2017.

Sono presenti: Gianni Lattanzio (Abruzzesi nel Mondo), Roberto Volpini (Acli), Giuseppe Rauseo (Acli-Svizzera), Giuseppe Abbati (Aitef), Goffredo Palmerini (Anfe), Carlo Ciofi (Ctim), Pierpaolo Cicalò (Faes), Giuseppe Tabbì (Fai), Maurizio Spallaccini (Fclis), Rodolfo Ricci (Fiei), Massimo Angrisano (Filef), Claudio Marcello (Filef Australia), Rino Giuliani (Istituto Fernando Santi), Pietro Lunetto (La Comune del Belgio), Ilaria Del Bianco (Lucchesi nel Mondo), Franco Dotolo (Migrantes), Luigi Papais (Ucemi), Franco Narducci (Unaie), Dino Nardi (Uim), Marcela Murgia (Ass. italiana de Resistencia), Gianni Garbati (Ass. Circolo sardo Ichnusa Madrid), Laura Albanese (Aspeica Nizza).

Partecipano come invitati Franco Plutino (Acli-Svizzera) e il Revisore dei Conti Giuseppe Mangolini.

E’ verificata la presenza della maggioranza assoluta dei componenti dell’organismo.

Intervento del Presidente Consiglio Direttivo

Il Presidente del Consiglio Direttivo, Rodolfo Ricci, apre i lavori, chiamando alla presidenza il Vice Presidente Giuseppe Abbati, il Portavoce Franco Narducci e chiedendo al componente e responsabile dell’Area Informazione e Comunicazione, Franco Dotolo, di assumere la segreteria e la funzione di verbalizzatore dell’incontro. La proposta è accettata. Verificata la maggioranza dei presenti, Rodolfo Ricci ricorda che questo organo del Faim si riunisce come previsto dallo Statuto, per la seconda volta dopo la nascita del Faim; ripercorre le tappe che hanno portato alla costituzione del FAIM, partendo da una riflessione interna al mondo associativo, in particolare nella CNE, che ha portato all’approvazione di un Documento sullo stato e prospettive dell’associazionismo nel CGIE nel 2007. Nel 2013, la discussione all’interno della CNE ha inaugurato una fase nuova di più ampia rappresentanza del mondo associativo che superasse l’esperienza della CNE, avviando così il percorso degli Stati Generali delle Associazioni Italiane nel Mondo, al cui Manifesto hanno aderito una larga parte del mondo associativo degli italiani all’estero. Tre sono state le tappe significative:

- 14 dicembre 2014, seminario da cui è scaturita la convocazione degli Stati generali dell’associazionismo degli italiani nel mondo;

- 3-4 luglio 2015, l’assemblea degli Stati Generali. Il Comitato organizzatore degli Stati generali dell’associazionismo degli italiani nel mondo, su mandato unanime di questa assemblea, ha deciso la costituzione del FORUM delle Associazioni Italiane nel Mondo.

- 29 aprile 2016, la prima Assemblea Congressuale del FAIM (Forum delle Associazioni Italiane nel Mondo), in cui sono stati approvati: a) l’Atto Costitutivo e lo Statuto; b) Il Consiglio Direttivo; c) il Collegio dei garanti; d) le linee progettuali dell’azione del Forum nei 4 anni di mandato dell’ assemblea e degli organi eletti. 2

 

Nella prima riunione del Consiglio direttivo seguito all’Assemblea, sono stati eletti i componenti del Collegio dei Revisori dei Conti e i responsabili di Area del Forum che si alterneranno nella funzione di Portavoce durante i 4 anni di mandato.

Interventi dei 4 portavoce

Dopo questo breve excursus, Ricci ha passato la parola al primo Portavoce pro-tempore, Franco Narducci, chiedendo di illustrare il lavoro svolto dalla scorsa assemblea; Franco Narducci si è soffermato su alcuni punti:

 

a) Organizzazione e logistica:

 

Sono stati 7 gli incontri del Comitato di Coordinamento per affrontare i tanti impegni sul tappeto; le questioni burocratiche di registrazione del FAIM, oggi quasi evase; la nuova sede; il funzionamento degli organi per gettare le basi per il futuro del FAIM; la rotazione dei portavoce.

 

b) Sul piano operativo:

 

la comunicazione. E’ di fondamentale importanza oggi l’informazione e la comunicazione. Internamente, nel nostro caso, forti delle 85 associazioni aderenti al Faim risulta di vitale importanza la loro interconnessione per scambiare informazioni e sperimentare un lavoro in rete. Esternamente, la diffusione di notizie, comunicati, interventi è il modo corretto per comunicare il lavoro del Faim e i suoi molteplici impegni e suggerimenti. A tale proposito, urge la costruzione di un portale web su cui far defluire tutta la documentazione Faim e ospitare istanze che provengono dagli associati sia in Italia che dall’estero.

 

c) Aree tematiche

 

Uno degli obiettivi principali del Comitato di Coordinamento era quello di definire le aree di competenza. Ognuna di queste aree è aperta al coinvolgimento di altri aderenti interessati, oltre al responsabile preposto. Sono state definite 7 aree funzionali:

 

- Rappresentanza, coordinamento, rapporti istituzionali e attività legislativa (affidata a Franco Narducci);

 

- Sviluppo organizzativo (affidata a Rino Giuliani);

 

- Comunicazione e informazione (affidata a Franco Dotolo);

 

- Studi, ricerche e progettualità (affidata a Roberto Volpini);

 

- Risorse finanziarie (affidata a Luigi Papais nella sua qualità di Tesoriere eletto);

 

- Nuova emigrazione, integrazione e inclusione degli immigrati (affidata a Pietro Lunetto e a Massimo Angrisano, con la partecipazione di Carlo Ciofi);

 

- Internazionalizzazione dei prodotti di eccellenza italiana (affidata a Giuseppe Abbati e a Rodolfo Ricci).

 

Narducci sottolinea l’importanza dell’area internazionalizzazione. Poi ricorda che l’emigrazione italiana è presente in quasi tutti i paesi europei e, anche in relazione alle prossime tornate elettorali in alcuni importanti paesi europei, è bene fare attenzione alle strumentalizzazioni in atto che rischiano di sgretolare l’edificio europeo ancora di più. Per evitare che ciò possa accadere, è anche molto importante il ruolo dell’associazionismo e quindi del FAIM. 3

 

Sull’area “Rappresentanza, coordinamento, rapporti istituzionali e attività legislativa”, Narducci ha indicato alcune priorità:

a) Governo

Chiedere un incontro con il Presidente del Consiglio, con il Comitato per gli Italiani all’estero della Camera e del Senato.

b) CGIE

In ambito CGIE, la nomina di Rodolfo Ricci a Vicesegretario generale, oltre alla presenza di altri consiglieri dell’associazionismo, consente di assicurare una relazione molto stretta con il FAIM.

c) Regioni

L’incontro con le Regioni già previsto per il 6 ottobre 2016, in concomitanza con la presentazione del “Rapporto Italiani nel Mondo” della Migrantes, è stato possibile solo il 26 gennaio 2017. Alla riunione, coordinata dal Dr. Luigi Scaglione, del Consiglio regionale della Basilicata, erano presenti le regioni: Abruzzo, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Molise, Marche, Basilicata, Provincia autonoma di Trento. Per il Faim il ruolo delle Regioni è importantissimo proprio perché sono tra le istanze più attente alle migrazioni con le loro Consulte regionali e con i rispettivi registri regionali delle associazioni aderenti.

In questo incontro si è ripartiti dal lavoro comune fatto con la precedente coordinatrice, Silvia Bartolini, e il contributo delle stesse Consulte regionali. Come Faim siamo alla ricerca di nuove convergenze sulla transnazionalità delle nuove migrazioni e dei nuovi flussi migratori, assai diversi da quelli della prima emigrazione. E’ auspicabile stabilire un percorso condiviso con le Regioni:

 

a) a livello istituzionale

 

Riprendere la battaglia della Legge 383 per favorire le associazioni all’estero in termini di promozione sociale. Rilanciare le Consulte regionali in virtù della riforma degli organi istituzionali Comites, Cgie, Circoscrizione estero.

 

b) sui contenuti su questo piano, la collaborazione con le Regioni può estendersi alla costruzione di reti che permettano lo scambio di informazioni, proposte, per una migliore sinergia operativa. Utilizzare gli “sportelli” di servizio di alcune regioni per farlo diventare lo sportello comune di tutte le Regioni.

 

 

c) i Forum all’estero

 

Anche per la realizzazione dei Forum paese all’estero, si può intravvedere la possibilità di un mutuo interesse e compartecipazione delle Regioni con il coinvolgimento dell’associazionismo regionale.

In conclusione, il Portavoce Narducci ha sintetizzato le priorità attuali in due punti:

 

1) Urgenza della costituzione dei Forum Paesi all’estero

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2) Dare forte valenza e visibilità al FAIM perché emerga la concreta novità e il ruolo del Forum, evitando autocelebrazioni, ma indicando con chiarezza gli orientamenti in cui l’associazionismo intende muoversi.

 

Il presidente Rodolfo Ricci, da quindi la parola agli altri responsabili di area:

Interviene Rino Giuliani, (Area funzionale Sviluppo organizzativo), il quale illustra brevemente la sua relazione consegnandone la copia scritta alla presidenza e chiedendone l’inserimento agli atti del presente verbale, come segue:

“Il congresso costitutivo ha affidato al Faim l’impegnativo compito di rappresentare diritti, istanze e aspettative delle associazioni degli italiani nel mondo.

Per farlo siamo chiamati oggi, nelle condizioni date, a porre in essere azioni organizzative in grado di perseguirle con efficacia per poter più compitamente svolgere il ruolo di rappresentanza sociale che abbiamo affermato di voler perseguire.

Moviamo da una realtà associativa più volte prese in esame. Una indagine di Isnart del maggio 2014, effettuata nel triennio precedente sulla attività associativa di circa duemila associazioni regionali italiane sparse nel mondo, ne evidenzia un significativo profilo largamente ricorrente.

Si tratta di associazioni che nella quasi totalità dei casi (80%), organizzano eventi culturali; la maggioranza di esse organizza incontri e degustazioni di prodotti enogastronomici tipici.

Una associazione su cinque organizza, una volta all’anno specifici viaggi in Italia. I contatti telefonici e la comunicazione nelle riunioni è il mezzo prevalente per inviare comunicazioni agli associati.

Il 78% evidenzia come il più grave problema da affrontare sia quello della mancanza di risorse economiche per svolgere l’attività. Per promuovere le attività il 62% ha a disposizione meno di 10.000 euro all’anno. Pochi sono gli aderenti, pochi i volontari, l’età media è alta e scarsa è la propensione a muoversi.

Il modello delle associazioni regionali, “ambasciatrici” delle eccellenze produttive e culturali dei rispettivi territori (con la connessa normazione regionale per i corregionali all’estero, le prassi operative, le progettualità, gli assetti ed il funzionamento delle Consulte regionali) potenziato in specie dopo i provvedimenti Bassanini e a seguito delle attese poste nel cosiddetto federalismo, non ha funzionato.

Occorre prenderne atto così come occorre innovare e cambiare. Questo mondo associativo che ha attraversato una lunghissima fase, preceduta da quella nella quale più vigorose erano le associazioni nazionali “storiche”, s’intreccia in alcuni casi o, più spesso, vive su un mondo organizzato parallelo a quello costituito da associazioni , promosse in forme diverse, da giovani emigrati (talora intercettati dalle associazioni storiche) con le quali non sempre è facile rendere permanente l’interlocuzione. 5

 

Lo avevamo già detto negli Stati Generali preparatori del congresso del FAIM che si doveva intervenire anche sulle forme organizzative in quanto la vecchia rete, creata dalle precedenti generazioni di emigrati non bastava più a dare risposte, a partire da quelle per la generazione di nuovi lavoratori emigrati alle prese con diseguaglianze e marginalità anche inedite, non funzionava adeguatamente per stare all’altezza dei profondi cambiamenti in atto nel mutato quadro prodotto dalla globalizzazione.

Il congresso ci ha consegnato una buona analisi di contesto e obiettivi che consideriamo efficaci per gli italiani all’estero. Come FAIM sappiamo che non basta avere buone idee e buone proposte se poi non si è organizzativamente attrezzati per poterle perseguire.

Il nostro primo compito nell’azione di promozione organizzativa è quello di promuovere, coordinare e accompagnare la costituzione della struttura dei Forum nei diversi paesi e di sostenerne la crescita attraverso una adesione più vasta che ne rafforzi l’azione e la rappresentanza sociale.

Per fare questo dobbiamo far conoscere i nostri propositi, dobbiamo ascoltare e cercare sinergie nel mondo articolato della emigrazione italiana.

L’incontro di ieri con il Coordinamento delle Consulte regionali ci dà la misura della forte consapevolezza che le Regioni hanno della necessità di innovare, di cambiare in un quadro in cui il protagonismo delle associazioni viene convintamente condiviso.

Il coordinatore Luigi Scaglione è stato concreto e preciso nel proporre come modalità organizzativa un centro di imputazione di attività condiviso con il FAIM finalizzato ad attivare rapporti operativi e nell’indicare azioni e iniziative progettuali comuni, programmate insieme al FAIM.

Importante e apprezzata la disponibilità delle Consulte nel sostenere il processo di organizzazione della rete dei FAIM paese. La promozione delle politiche organizzative che come FAIM stiamo avviando riguarda oggi le associazioni aderenti presenti nelle regioni e all’estero. Lo dobbiamo fare in una chiave completamente rinnovata la cui base è rinvenibile nei documenti approvati dal congresso costitutivo.

C’è bisogno di una rappresentanza riconosciuta che ci siamo impegnati a costruire, pluralistica e con forme organizzative efficaci per costruire il futuro delle associazioni.

C’è una realtà giovane in emigrazione che attualmente corre il rischio di essere catalogata come il precariato in emigrazione, una realtà che non ha ascolto in Italia e che all’estero in molti casi prova a darsi strumenti nuovi e efficaci per farsi sentire.

L’associazionismo dei giovani nato spontaneamente, segnala nuovi bisogni. A quell’appello dobbiamo dare risposta. Dobbiamo chiedere loro la partecipazione diretta, più intensa al processo di costruzione della rete FAIM, il loro contributo di idee e le loro proposte condividendo la messa in atto di un processo di cambiamento che abbiamo voluto avviare.

La nostra azione organizzativa deve promuovere networking puntando a concrete collaborazioni. Questo obiettivo passa anche dal modo come organizzativamente saremo in 6

 

grado di assecondare e sostenere i diritti –lavoro e welfare in specie- dei giovani all’estero ma anche la loro volontà di sentirsi partecipi delle vicende della madrepatria, d’incidere sulle scelte per l’Italia anche vivendo all’estero.

La costruzione della rete che stiamo avviando va promossa “dal basso”, va raccordata e coordinata perché è così che nasce e vive una rete che non vuole essere una sommatoria di associazioni “a canna d’organo”.

Come FAIM, al congresso e, quindi, come Comitato di Coordinamento FAIM, abbiamo pensato che, come per ognuna delle 4 aree di lavoro, l’azione di raccordo e di coordinamento organizzativo si possa più efficacemente costruire su idee, sullo scambio di esperienze, su buone pratiche condivise da confrontare con la costituzione di uno specifico gruppo di lavoro del comitato direttivo .

Ieri Roberto Volpini ricordava come i censimenti delle associazioni che conosciamo non abbiano dato, come sarebbe necessario, come sarebbe essenziale un soddisfacente quadro conoscitivo delle stesse.

Tutto era già chiaro nel documento della CNE sull’associazionismo laddove veniva descritto quello che oggi potremmo fare (e che sarebbe di grande utilità anche nel perseguimento della promozione organizzativa della rete FAIM).

Diceva il documento “ Un lavoro di ricerca-azione di carattere scientifico sulla realtà associativa odierna ci serve per comprenderne le aspettative e le problematiche, per valorizzarne il contributo propositivo. Tale indagine è utile per correggere la percezione che in Italia si ha delle associazioni all’estero come enti obsoleti e spesso luoghi di sprechi, facendo invece emergere la diffusa realtà operosa e fruttuosa, in grande parte volontaria, delle associazioni italiane all’estero. In un primo momento tale ricerca-azione potrebbe interessare alcuni paesi-campione con l’obiettivo di identificare le buone pratiche associative ed innovative. In un secondo momento, anche per completare i dati in possesso del MAE, si potrebbe impostare un’anagrafe associativa esaustiva, capace di render conto del complesso mondo dell’associazionismo italiano all’estero”.

Dai dati Isnart citati all’inizio della relazione si è visto che le persone impegnate nell’associazionismo degli italiani all’estero hanno non pochi problemi di conduzione delle associazioni.

Superare questi problemi è essenziale per assumere efficacemente e in prima persona le responsabilità che discendono da una scelta volontaria di impegno e di promozione sociale.

Ieri si conveniva con il coordinamento delle consulte regionali dell’emigrazione sull’importanza di avviare una comune progettualità interregionale rivolta all’estero.

Anche per questo importante obiettivo, che potrebbe avere diverse positive ricadute operative, occorre avere una buona rete organizzativa e persone adeguatamente preparate dentro le associazioni. 7

 

Più in generale dobbiamo fare e sostenere corsi di formazione per le leadership associative e di educazione alla vita associativa.

Inoltre, quando parliamo di comunicazione interna e esterna, dobbiamo sapere che occorre correntemente adottare strumenti efficaci.

La qualificazione degli strumenti di informazione di cui si occupa l’area della comunicazione interagisce ed è in grado di determinare in meglio la vita organizzativa delle singole associazioni e della rete associativa.

Si tratta di specifici punti (la ricerca-azione e la formazione) di una agenda di lavoro del Comitato di Coordinamento cui aggiungo il terzo, quello della promozione e dell’avvio dei Forum.

Il cronoprogramma già convenuto vede Belgio, Svizzera Francia e Spagna come primi Forum da costituire. Il lavoro è stato avviato. Il suo esito positivo dipende dall’impegno cui ognuno di voi, sin d’ora, è chiamato concorrere.”

Successivamente, il presidente Ricci dà la parola a Roberto Volpini, Responsabile Area Progettuale del FAIM

Roberto Volpini richiama all’impegno assunto dal Congresso del Faim e cioè che la progettualità sviluppata nel corso di questo mandato dovrà essere coerente con gli obiettivi già approvati dall’Assemblea e richiamati dal documento sulle “linee guida per lo sviluppo di progettualità”. Come primo atto di questi impegni, in particolare in riferimento al tema emergente della nuova emigrazione, Volpini propone lo svolgimento di un seminario di preparazione e di un successivo convegno dal titolo “Emigrare in tempo di crisi: necessità e opportunità; diritti e tutele”. Il seminario di preparazione al convegno dovrebbe svolgersi nel corso del mese di aprile, mentre il convegno dovrebbe svolgersi entro la fine del mese di giugno.

Roberto Volpini ricorda che è in corso di attuazione la definizione del Comitato scientifico del Faim, composto da eminenti personalità del mondo scientifico e della ricerca, che dovrà supportare il Faim nella sua azione di analisi e di progettazione. In attesa di avere conferma di disponibilità alla partecipazione al Comitato, sono previsti alcuni incontri già nelle prossime settimane e in preparazione del seminario sopra indicato.

Successivamente, il presidente Ricci dà la parola a Franco Dotolo, Responsabile Area Informazione e Comunicazione del FAIM.

Franco Dotolo, come responsabile dell’area funzionale Comunicazione e informazione, sottolinea ancora una volta il ruolo strategico della comunicazione. La comunicazione ha un senso se riesce ad essere costruttiva in tutte le sue articolazioni, altrimenti rischia di essere sterile e dannosa alla causa preposta. Oggi tutto ruota intorno a forme moderne di comunicazione, sta a noi essere in grado di utilizzare questi strumenti per un lavoro in prospettiva e di equipe. 8

 

Per ottenere maggiori vantaggi dai nuovi canoni social, il Faim necessita di collaborazioni sia in Italia che all’estero. E’ necessario creare un circuito di informazioni di ritorno per centrare l’obiettivo primario del Faim, ma, per ottenere risultati, sono necessari nuovi strumenti che il Faim deve garantire: un sito web da aggiornare costantemente, un blog in rete, incontri via skype almeno mensili su tematiche importanti. Dotolo auspica il coinvolgimento di altri componenti del Consiglio e dell’Assemblea per garantire fattibilità a questi obiettivi e modernità alle modalità di comunicazione del Faim.

Interventi e discussione

Il presidente Ricci, collegandosi all’ultimo intervento di Franco Dotolo, sottolinea la necessità di una rete in cui tutti possano far conoscere le loro attività. Per interloquire tra di noi, al di là dei normali appuntamenti, va suggerita ad ogni organizzazione aderente l’inserimento di un banner del Faim sul proprio sito internet per evidenziare la natura collettiva del Forum, per acquisire una maggiore frequenza al sito Faim e per rafforzare l’immagine del Forum anche rispetto alle istituzioni. Ricorda di aver già registrato nel precedente Consiglio Direttivo di Aprile scorso, la disponibilità di Goffredo Palmerini e Stefano Morselli a far parte del gruppo di lavoro Informazione e Comunicazione, nonché quella di Claudio Marcello; si tratta di componenti dell’Assemblea e del Direttivo con ampia esperienza giornalistica e nel settore della comunicazione e chiede quindi di acquisire quanto prima la loro disponibilità. Oltre all’area comunicazione, Ricci ritiene importante formare o integrare i gruppi di lavoro allargati per ciascuna area funzionale.

Il presidente Ricci apre quindi la discussione; intervengono i seguenti componenti del Consiglio Direttivo:

Gianni Lattanzio (Abruzzo), comunica che è stato nominato recentemente dirigente dell’Istituto di Cooperazione Paesi Esteri e che si rende disponibile a collaborare con l’area internazionalizzazione.

Per Dino Nardi (Svizzera-Zurigo), è importante la creazione dei Forum Paese per avvicinare la voce dei residenti all’estero su problematiche inerenti i Comites e CGIE. Auspica la creazione di un gruppo ad hoc che eventualmente utilizzi skype e di definire una occasione di seminario/convegno per discutere di modifiche attinenti il voto all’estero da far conoscere ai residenti in Italia; secondo Dino Nardi, vi è il rischio concreto di perdere la Circoscrizione estero.

Per Pietro Lunetto (Belgio-Bruxelles), il Faim potrebbe giocare un ruolo importante nelle relazioni con le quarte/quinte generazioni all’estero; è necessario individuare bene quali sono i bisogni della nuova emigrazione, le nuove esigenze e quindi le cose da cambiare sul piano organizzativo; ci troviamo infatti in un contesto notevolmente diverso da quello dell’emigrazione tradizionale, caratterizzato da precarietà e nuove marginalità; in questo senso è necessario prestare particolare attenzione alla parte più debole della vecchia e nuova emigrazione. Va sfruttato il Convegno di giugno 2017 proposto dal responsabile di area Roberto Volpini, per una migliore conoscenza diretta tra tutte le altre associazioni e per 9

 

poter veicolare esperienze e prassi di riorganizzazione di alcune associazioni e delle organizzazioni della nuova emigrazione; vi sono esperienze già esistenti che vanno conosciute e che possono costituire esempi da valutare per altre associazioni nel mondo.

Il Portavoce del Faim, Franco Narducci, prende la parola, ad integrazione del suo precedente intervento, sostenendo di condividere le valutazioni di Pietro Lunetto su questo punto.

Per Laura Albanese (Francia-Nizza), ogni associazione dovrebbe non solo farsi conoscere nel proprio paese e scambiarsi informazioni anche attraverso face book e skype, ma anche favorire la realizzazione dei Forum paese coinvolgendo ed aggregando altre organizzazioni nella loro area di presenza. Sul sito web del Faim si potrebbe pensare anche ad una scheda paese per informare i nuovi migranti su temi come il lavoro, studio, salute ecc., analogamente a quanto predisposto dal Comites di Nizza nel suo sito internet. Comunica che intende far parte del gruppo lavoro dell’area comunicazione.

Per Gianni Garbati, (Spagna-Madrid), affinché il Faim possa essere punto di riferimento, bisogna sollecitare le singole associazioni a fungere da operatori di assistenza, accompagnamento e consulenza per la nuova emigrazione. Allo stesso tempo, va fatto un richiamo ai nuovi italiani nel mondo affinché si sforzino di superare l’isolamento presente e quindi ad associarsi. E’convinto che sia possibile utilizzare le opportunità offerte dalla rete e da skype per programmare incontri più frequenti degli organi del Faim.

Pino Tabbì (Germania-Stoccarda), illustra con diversi esempi, in particolare il progetto di ricerca e assistenza sviluppato in comune da Acli, DGB, Associazioni industriali e Centro per il Lavoro di Stoccarda, la situazione della nuova emigrazione in Germania, con evidenti fasce di nuova marginalità che si rischiano di creare ed auspica il coinvolgimento del Faim per consentire che la nuova emigrazione percorra itinerari di consapevolezza dei propri diritti e di legalità nella ricerca di rapporti di lavoro in Germania. La nuova emigrazione non è soltanto un’emigrazione qualificata, ma anche di “pizzaioli in fuga” dalla precarietà italiana ed è necessario creare condizioni di difesa e di tutela per questo mondo giovanile.

Per il Vice Presidente del Consiglio Direttivo del Faim, Giuseppe Abbati (Puglia), da oggi inizia il vero lavoro e chiede di sostenere e supportare il gruppo di lavoro specifico per intercettare i nostri giovani all’estero. Mentre chiede una dedizione completa ai nostri connazionali ed organizzazioni all’estero per formare i Forum paese. Abbati chiede al Faim di guardare anche all’immigrazione in Italia, un mondo allo sbaraglio, e a tentare di creare azioni concrete nei Paesi di provenienza della nostra immigrazione. Il Faim deve portare alla luce questi argomenti e i propri programmi. Per il 2017, il Faim deve aumentare la cerchia delle associazioni ad esso aderenti. E sarebbe auspicabile la nascita del Faim anche a livello regionale in Italia. E’ infine fondamentale un utilizzo efficace dei media e anche della Rai per far conoscere il Faim e i suoi propositi. 10

 

Pierpaolo Cicalò (Sardegna), ricorda come la regione Sardegna con la Federazione Svizzera ha realizzato un sito chiamato “sportello Sardegna” che potrebbe essere sostenuto e utilizzato anche dal Faim, consentendo così di allargare la propria platea di interlocutori associativi delle comunità sarde nel mondo, ma anche come luogo di interazione sui progetti di internazionalizzazione.

Per l’assistenza dei nostri connazionali all’estero, per Ilaria Del Bianco (Toscana), è importante partire dai Forum Paese per avere il polso della realtà locale. Sul versante delle regioni, quella Toscana non investe fondi, né manifesta più particolare sensibilità alle questioni dell’emigrazione, quindi è importante proporci come nuovi interlocutori sociali soprattutto in ambito internazionale, utilizzando anche le opportunità di sviluppo dell’internazionalizzazione attraverso le nostra rete associativa. Infine, condividendo alcuni degli interventi precedenti, sottolinea l’importanza di conoscersi vicendevolmente più a fondo condividendo progetti e azioni. E’ disponibile a collaborare nell’area comunicazione e internazionalizzazione.

Per Massimo Angrisano (Campania), i mutamenti dei flussi migratori dipendono dalla crisi e dal cambiamento del mercato del lavoro. Come Faim dobbiamo occuparci della lettura del fenomeno migratorio immigrazione/emigrazione. C’è una esigenza nel conoscere il problema, è necessario avere una mappatura della realtà del fenomeno emigratorio con dati effettivi ed è solo individuando tali percorsi con coerenza che il Faim potrebbe meglio intervenire su aspetti come l’informazione, l’assistenza, la tutela, sia sul versante emigrazione che su quello immigrazione.

Per Giuseppe Mangolini (Revisore dei Conti), il fenomeno dell’immigrazione in Italia è di dimensioni epocali e rischia di destabilizzare l’Europa. Non bisogna sottovalutare gli effetti di tale fenomeno che spesso va a discapito di alcune fasce di popolazione italiana in termini di occupazione e di dimora.

Giuseppe Tabbì, ad integrazione del precedente intervento, sottolinea che bisogna rifuggere dalle tendenze emergenziali rispetto all’immigrazione e allo stesso tempo sottolinea che i rischi di chiusura emersi con la recente Brexit e i suoi sviluppi erano già presenti da tempo in Europa e riguardano anche altri paesi: ad esempio, in Germania, pur in area Schengen, a partire dal 2017 i sussidi sociali (sozialhilfe) saranno acquisibili non più universalmente, ma solo dopo 5 anni di presenza sul territorio tedesco, in modo analogo con quanto era stato previsto con l’accordo prima della Brexit tra Cameron e la UE.

Franco Dotolo (Resp. Area Comunicazione), interviene per sostenendo che tale fenomeno è strutturale ad ogni latitudine. E’ un fenomeno con cui dobbiamo abituarci a convivere e auspicare che la politica metta mano ad iniziative atte a semplificare il fenomeno onde evitare strumentalizzazioni pericolose e senza costrutto.

Per Massimo Spallaccini (Svizzera-Losanna), ricordando che quest’anno le Colonie Libere festeggeranno i 70 anni dalla loro fondazione, il Faim deve essere lo strumento di 11

 

avanguardia della rappresentanza sociale degli italiani all’estero e costituire un punto di organizzazione vertenziale rispetto ad una serie di questioni aperte e che si sono aggravate, per esempio quella dei servizi consolari sempre più scadenti. Richiama a tal proposito una recente petizione organizzata dalla Colonia di Neuchatel che ha mobilitato la comunità e acquisito oltre mille sottoscrizioni solo in questa realtà. Condivide infine che il Faim deve essere promotore ed attore di una adeguata riforma dei Comites e CGIE.

Per Claudio Marcello (Australia-Sydney), illustrando i cambiamenti di approccio intervenuti all’interno della Filef Australia, il Faim dovrebbe anche occuparsi dei nuovi giovani in Australia. Diversi di questi giovani cominciano a collaborare con le nostre realtà associative australiane sui temi dei di diritti sociali e ambientali e, per il futuro, è opportuno rafforzare e allargare la rete di comunicazione via web anche per facilitare l’accesso a materiale culturale e di presenza di emigrazione da tutti i paesi. Dà l’assenso a collaborare con l’area Comunicazione.

Per Carlo Ciofi (Lazio), come si è visto dall’incontro svoltosi ieri, il ruolo del Faim è apprezzato anche dalle Consulte regionali di emigrazione, ma oltre alla nostra emigrazione esso deve guardare anche all’immigrazione in Italia. Inoltre, ritiene di valorizzare maggiormente il ruolo del Portavoce Faim a livello istituzionale sia in Italia che all’estero.

Per intercettare i bisogni dei nuovi emigrati che arrivano in Svizzera, Giuseppe Rauseo (Svizzera-Lugano), dice che va modificato il modo di fare associazionismo oggi. In questo senso, le organizzazioni della vecchia emigrazione possono aiutare a capire le differenze e le incomprensioni tra la vecchia e nuova emigrazione (un progetto a Basilea va in questo senso). E’ necessario che questi nuovi migranti creino comunità e in questo potrebbero giocare un ruolo importante sia le Regioni che il Faim per favorire un servizio di orientamento sia alla partenza che all’arrivo. Il raccodo tra emigrazione consolidata e nuova emigrazione dovrebbe costituire un obiettivo strategico del Faim.

Terminato il dibattito, su proposta del Presidente Ricci, vengono approvate le relazioni del Presidente e dei Portavoce, integrate dagli interventi del dibattito.

Successivamente, il Presidente Rodolfo Ricci comunica che 25 associazioni hanno fatto richiesta di aderire al Faim; 4 di esse sono note, hanno anche partecipato all’Assemblea Congressuale di Aprile 2016 in qualità di osservatori e pagato la quota di adesione del 2016 e potrebbero già essere considerate aderenti a tutti gli effetti. Vi sono altre associazioni note, componenti di federazioni già aderenti al Faim e infine associazioni non conosciute che hanno comunicato volontà di aderire con una semplice e-mail, alle quali è opportuno richiedere una ulteriore documentazione e il versamento della quota associativa. Sulla base di ciò, Ricci ritiene che nel prossimo Consiglio Direttivo potrà esserne formalizzata l’adesione.

Roberto Volpini sostiene che il Consiglio Direttivo, per correttezza, debba approvare l’adesione delle 25 associazioni in quanto atto formale, sub condizione che il Comitato di 12

 

Coordinamento faccia i dovuti accertamenti e, se nulla osta, il prossimo Consiglio Direttivo ratificherà l’adesione.

Rino Giuliani chiede che il Consiglio si esprima su questo punto perché è il Consiglio Direttivo che approva le richieste di iscrizione delle associazioni dopo aver preventivamente richiesto e valutato lo statuto, l’attività svolta e la quota associativa.

Roberto Volpini, invece, afferma che secondo la procedura, chi vuole aderire debba scrivere al Comitato di Coordinamento che successivamente le porterà in Consiglio Direttivo per la ratifica e l’accettazione.

Il Presidente Rodolfo Ricci ricorda che, a prescindere dalla procedura che si intende seguire nella comunicazione con queste associazioni, le determinazioni sull’adesione di nuovi membri spetta, secondo lo Statuto, al Consiglio Direttivo. Quindi propone che nell’arco di tempo che intercorre tra questo e il prossimo Consiglio Direttivo, da convocarsi contestualmente allo svolgimento del Convegno su “Emigrare in tempo di crisi”, previsto per la fine del prossimo mese di giugno, venga completata l’istruttoria sulla natura delle associazioni che hanno chiesto di aderire, acquisendo dai rispettivi presidenti o rappresentanti legali:

 

a) statuto, organi direttivi, attività svolte;

 

b) una dichiarazione di accettazione e condivisione integrale dei documenti approvati dalle assemblee degli Stati Generali dell’Associazionismo e dall’Assemblea costitutiva del FAIM e

 

c) una dichiarazione che accerti la natura democratica e la natura di rappresentanza esclusivamente sociale dell’associazione.

 

L’istruttoria, seguita dal Comitato di Coordinamento, sarà presentata infine al prossimo Consiglio Direttivo che si esprimerà con atto definitivo.

Il Consiglio Direttivo approva quindi la proposta del Presidente e la trasmette per i necessari seguiti al Comitato Direttivo.

Presentazione del bilancio consuntivo 2016 e preventivo 2017

Il Tesoriere del Faim, Luigi Papais illustra il bilancio consuntivo 2016 e preventivo 2017, precisando che dal punto di vista contabile il Faim non ha ancora acquisito la natura giuridica e il codice fiscale e che le poste relative all’anno 2016 sono costituite essenzialmente dalle entrate e dalle uscite registrate in occasione della preparazione e dello svolgimento dell’Assemblea congressuale. Il Tesoriere illustra quindi la successiva nota allegata integralmente e i due specchietti di bilancio allegati al presente verbale. 13

 

“NOTA ALLEGATA AI BILANCI CONSUNTIVO 2016 E PREVENTIVO 2017

Il Consiglio Direttivo è chiamato ad approvare il bilancio consuntivo dell'anno 2016 e quello preventivo 2017, di cui agli allegati schemi, così come predisposti dal Comitato di Coordinamento.

Come risulta dai predetti schemi, si tratta di operazioni molto semplici, data la limitata operatività di carattere finanziario svolta nel corso del 2016, anno in cui è stato costituito il FAIM.

Nell'attesa della costituzione formale del sodalizio, premessa essenziale per l'apertura di un conto corrente proprio, il deposito dei valori presso il conto corrente bancario della FIEI, ammonta a euro 4.306,36, mentre ulteriori 250,00 euro sono nella disponibilità del tesoriere, al fine di aprire il conto corrente bancario del FAIM. La FIEI trasferirà l’importo sopra segnato nel nuovo conto corrente della FAIM, non appena questo sarà operativo.

Le voci del bilancio consuntivo 2016 non hanno bisogno di ulteriori spiegazioni, essendo limitate all’essenziale. L’unico dato che merita attenzione è quello del credito vantato nei confronti di Associazioni componenti o partecipanti all’Assemblea del 29 aprile 2016, per mancato versamento di quanto stabilito per la loro adesione e partecipazione. Oppure, in alternativa, non versati da Associazioni che hanno nominato i loro rappresentanti nel Consiglio Direttivo, che anch’esse dovranno versare la quota sociale in relazione a tali designazioni. In mancanza di questi versamenti, il Consiglio Direttivo, su proposta del Comitato di Coordinamento, si riserva di prendere i provvedimenti che il caso richiede.

A queste considerazioni meramente contabili, va aggiunta una valutazione di carattere sociale, per evidenziare che Il Comitato Promotore, per il raggiungimento dei risultati fin qui ottenuti, ha profuso un notevole impegno di tipo organizzativo, dedicando tempo e altre risorse appartenenti alle rispettive associazioni. Si tratta di trasferimenti con mezzi pubblici, pernottamenti, pranzi e altri oneri. In particolare, Migrantes, Istituto F. Santi, FIEI, Filef, Ucemi e Acli hanno rinunciato a taluni rimborsi per loro spettanze dovute ad anticipazioni di spese e per forniture varie.

Quelle del bilancio preventivo 2017, invece si basano su una prospettiva di crescita del numero di associazioni aderenti, fino al numero di 105, che verseranno la quota stabilita dagli Organi competenti, nella misura di 100 euro annuali. Il totale delle entrate, in questo caso, sarà pari a euro 10.500,00. Le altre voci sono riportate analiticamente nello schema allegato e sono perciò sufficientemente intellegibili. Fa eccezione la voce “Spese per adempimenti istituzionali”, che sono inerenti al deposito dello Statuto presso un Notaio e la sua successiva registrazione.

Si prevede, per differenza tra le entrate di cui sopra e le spese elencate nel medesimo preventivo, un accantonamento al fondo di riserva, per far fronte a qualsiasi evenienza, pari a euro 5.546,36.

Tutti i documenti di spesa saranno conservati agli atti, così come autorizzati dal Comitato di Coordinamento, ovvero dal Portavoce e successivamente ratificati dal Comitato di Coordinamento.

Non essendo stata possibile una preventiva riunione del Collegio dei Revisori, i documenti contabili saranno sottoposti alla loro ratifica nella prima riunione utile.” 14

 

Il Presidente Ricci, proponendo l’approvazione della relazione del Tesoriere Papais e dei due documenti di sintesi del bilancio consuntivo 2016 e preventivo 2017, chiede se vi sono questioni da porre in discussione.

Marcela Murgia, proveniente dall’Argentina, mette in rilievo che la quota di 100 Euro, pur essendo condivisibile, può porre dei problemi per l’adesione di nuove associazioni residenti in Argentina o altri paesi dell’America Latina, poiché la quota espressa in Euro si traduce per queste associazioni, in una entità abbastanza consistente in valuta locale. Chiede quindi se possono essere previste quote diversificate e rapportate al costo della vita nei diversi paesi o aree continentali.

Sulla base degli elementi emersi nella breve discussione, il Consiglio Direttivo, su proposta del Presidente Ricci determina quanto segue in riferimento ai bilanci consuntivi 2016 e preventivo 2017, nonché sulla entità della Quota sociale 2017:

Il Consiglio Direttivo approva le proposte di bilancio consuntivo 2016 e preventivo 2017 come presentate dal Tesoriere Papais e determina che la quota sociale per il 2017 è pari a 100,00 Euro per ciascuna entità aderente; va tuttavia tenuto in considerazione quanto sollecitato da Marcela Murgia (Argentina-Resistencia), soprattutto per il Sud America, ove rapporto valutario con l’Euro è particolarmente svantaggioso. In questo caso le quote annuali di adesione per il 2017, di associazioni operanti in paesi con analoga situazione, possono essere inferiori a 100,00 Euro e situarsi tra i 25 e i 50 Euro.

Infine, rispetto alla indicazione delle data di convocazione del prossimo Consiglio Direttivo, il presidente Ricci propone che la data del prossimo incontro del Consiglio Direttivo sarà fatta pervenire appena possibile, una volta definita la data del convegno su “Emigrare in tempo di crisi”. La proposta è approvata.

I lavori del Consiglio Direttivo sono chiusi alle ore 16.45.

Roma, 27 gennaio 2017

Il segretario verbalizzatore

Franco Dotolo

Il Presidente Il Vice Presidente

Rodolfo Ricci Giuseppe Abbati

Allegato 1)- Scheda Bilancio Consuntivo 2016

Allegato 2)- Scheda Bilancio Preventivo 2017