MONACO - “Sono passate ancora poche ore dalla strage che venerdì scorso ha paralizzato la nostra città, Monaco di Baviera e ancora siamo tutti scossi, ancora aspettiamo risposte alle tante domande, già torniamo ad interrogarci su nuovi fatti di cronaca. Il mio pensiero va alle vittime innocenti, alle loro famiglie. A quei banchi di scuola che oggi sono rimasti vuoti. A quelle famiglie che da oggi sono più sole e fragili”. Così Daniela Di Benedetto, Presidente del Comites di Monaco di Baviera nonché membro del Consiglio per l'integrazione del Land Bavarese e consigliere di Circoscrizione Laim-Monaco di Baviera, all’indomani non sole della strage di Monaco, ma anche dell’esplosione di Ansbach, città vicino a Norimberga. “Penso ai feriti, sperando che si riprendano il prima possibile, e a quegli occhi che hanno visto tante scene che invece vorrebbero solo dimenticare”, continua Di Benedetto. “A tutte le vittime di tutte le stragi di questi ultimi tempi, ovunque a questo mondo...ai loro occhi terrorizzati, inermi, inconsapevoli a quello che possano aver percepito nella loro ultima volta in questo terribile mondo. Ai nostri figli, al mondo che a loro lasceremo”. “Non posso non pensare anche all'autore della strage, che non sapremo mai se abbia, nella propria solitudine, davvero compreso quanto è cosa abbia provocato... e va alla sua famiglia, certamente anch'essa sconvolta, perché anche lui è stato figlio”, ricorda la presidente del Comites. “Non c'è molto che possa ancora essere aggiunto a quanto riportato dalle fonti ufficiali ma desidero ancora esprimere la mia più profonda gratitudine. Grazie alla polizia tedesca e bavarese che hanno coordinato l'intervento e la comunicazione a suo margine in modo egregio, composto, professionale e veloce. La reazione é stata per fortuna sovradimensionata viste le cause scatenanti dell'eccidio e successivamente appurate, ma condivido la necessità di reagire, di questi tempi, assicurando la massima sicurezza della popolazione nella peggiore delle ipotesi”. “Grazie – continua Di Benedetto – alla Città di Monaco per la sua trasparenza e capacità di reazione, per la sua accoglienza, mai, mai messa in discussione, anche quando le difficoltà aumentano a dismisura. Grazie ai cittadini di Monaco di Baviera, che hanno aperto le porte delle proprie case ad estranei fratelli, che hanno dato loro da dormire, da bere, da mangiare, che li hanno accompagnati a casa senza chiedere. Grazie alla comunità italiana per il tam-tam che ha saputo fare assicurandosi che nessuno rimanesse solo. Grazie a chi, stringendo i denti, è tornato a lavorare per ripristinare la normalità o una normalità”. “Episodi di questo tipo, di qualsiasi natura – argomenta – rischiano di rafforzare fratture sociali, un clima di terrore e di insofferenza, mettendo tutti gli uni contro gli altri, persino emigrati di lungo corso e nuovi arrivati, approfittando delle debolezze e delle frustrazioni di chi lasciamo indietro, dividendo e rafforzando in questo modo i prepotenti e i violenti. Io so che noi questo non lo vogliamo e non lo permetteremo”. “Allo stesso tempo – conclude – sono certa del fatto che in Baviera, a più livelli, si continuerà a parlare di integrazione, di cosa oggi debba significare e come vada tradotta in strumenti di formazione scolastica e permanente”. (aise)