Signor Presidente, in questi giorni abbiamo ascoltato nel dibattito fuori da quest'Aula e in parte anche dentro - e immagino lo sentiremo dopo - che noi neghiamo che la crisi sia un problema globale e cerchiamo di strumentalizzarla per scaricare le responsabilità sul Governo di centrodestra guidato da Berlusconi. Naturalmente nessuno di noi ha mai immaginato di farlo, perché sappiamo che la crisi è globale, che attraversa tutti i Paesi e che va affrontata con risposte che vanno ben oltre i confini nazionali.

Sappiamo anche che la crisi impatta in modo diverso sulle singole economie nazionali e sulla vita delle famiglie e delle persone, in base alla forza o alla fragilità della singola economia nazionale (la nostra purtroppo è tra le più fragili), ma soprattutto in base agli interventi che i singoli Governi mettono in campo per fronteggiare l'emergenza della crisi. Abbiamo l'assoluta consapevolezza che le misure che abbiamo proposto, a cominciare dall'assegno mensile di disoccupazione, non sono una risposta strutturale alla crisi. Non lo abbiamo mai pensato, ma sappiamo che, proprio in un momento di difficoltà, chi guida un Paese, al di là del colore politico che rappresenta, ha il dovere di cercare risposte strutturali e di cominciare a lavorarci, ma contemporaneamente di immaginare come affrontare l'emergenza, le situazioni drammatiche in cui rischiano di precipitare o sono già precipitate migliaia di persone. Non si può dire a quelle persone, in attesa che la crisi venga superata con interventi strutturali, di arrangiarsi. Ricordo che nella mia terra, la pianura padana (ci sono molti parlamentari, in particolare della Lega, ma non solo, che vengono da quella terra), quando il nostro grande fiume, il Po, stava per straripare a causa di un'ondata di piena, la gente del Po, che viveva sotto gli argini, non discuteva su quali fossero gli interventi per ristrutturare gli argini stessi, ma correva, in un meccanismo di solidarietà, a mettere pile di sacchi di sabbia che nell'emergenza impedissero al fiume di straripare. In seguito, dopo aver affrontato l'emergenza, si mettevano a discutere su come rafforzare gli argini. È esattamente quello che noi stiamo cercando di fare e che vi proponiamo, soltanto con il buonsenso dell'azione di Governo, sapendo che nel Paese ci sono tante gerarchie di povertà e di paura, una più grave dell'altra. Ci sono le persone che hanno gli stipendi e i salari bassi, che non ce la fanno ad arrivare a fine mese, quelli che noi avevamo immaginato di aiutare da subito, se avessimo vinto le elezioni. Poi è scoppiata la crisi e sono emerse gerarchie di gravità sempre maggiori. Ci sono i disoccupati da tanto tempo, in particolare quelle fasce di disoccupati sopra i cinquant'anni, che vivono nella disperazione di aver perso posto di lavoro e di non sapere più come rientrare a quell'età nel circuito attivo. Ci sono quelli che hanno perso il posto di lavoro e hanno meccanismi di protezione sociale, a cominciare dalla cassa integrazione. Il Ministro Brunetta ha detto che va tutto bene ed è una meraviglia. Lo ha ripetuto anche poco fa, con toni diversi, il Ministro Sacconi. Contemporaneamente, pochi minuti fa, la CISL della Lombardia ha indicato che non ci sono più risorse per gli strumenti di cassa integrazione ordinaria e straordinaria. Ci sono alcune categorie di lavoratori che hanno un meccanismo che li aiuta nel momento della crisi della propria azienda o della perdita del posto di lavoro, ma ce ne sono centinaia di migliaia che, dopo aver vissuto già una situazione di precarietà e di inferiorità strutturale sul posto di lavoro, rischiano, una volta che l'hanno perso, di precipitare a reddito zero. Poi ci sono quelli che noi abbiamo incontrato ieri, che rappresentano la povertà estrema, di cui non si parla. Nella politica italiana c'è la paura di usare la parola «poveri», invece i poveri ci sono e purtroppo stanno crescendo. Sono persone, come ci hanno raccontato ieri le associazioni, che non hanno nulla da mangiare e molto spesso non hanno un posto dove dormire. Allora, come si affrontano queste diverse emergenze? Per quelli che perdono il posto di lavoro e non hanno ammortizzatori sociali, noi anche in questo caso proponiamo di fare le due operazioni: interventi strutturali e interventi per l'emergenza 2009. Di interventi strutturali siamo pronti a discutere con il Governo e con le parti sociali, se avranno un qualche interesse. Pensiamo che entro il 2009 si debba lavorare per un ridisegno e una semplificazione di tutti gli ammortizzatori sociali che sono in campo, con l'obiettivo di rivolgerci a tutti i lavoratori, indipendentemente dal tipo di contratto che avevano quando lavoravano. Poi c'è l'emergenza, che impone di non lasciare centinaia di migliaia di persone di colpo a reddito zero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Per questo motivo, abbiamo proposto - la mozione che sarà votata tra poco prevede una cosa precisa - un assegno mensile di disoccupazione del 60 per cento dell'ultima retribuzione mensile per tutti quelli che hanno perso o perderanno il posto di lavoro durante la crisi, cioè dal 1o settembre 2008 al 31 dicembre 2009, Pag. 65immaginando che questo periodo servirà per la riforma degli ammortizzatori sociali, evitando però intanto di lasciarli nella disperazione e nella paura del futuro. Anche perché non c'è cosa più sbagliata che immaginare che nella crisi anche le situazioni di povertà e di difficoltà personali possano essere messe le une contro le altre, fare scontrare i diversi gradi di povertà tra di loro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questo fa esplodere il tessuto sociale del Paese! Questo rende una parte del territorio terreno fertile per la criminalità organizzata, perché quando ci sono migliaia di persone che non hanno i soldi per fare la spesa o per comprare i vestiti per i figli, forse cedono anche rispetto al loro livello di moralità o a quello che vorrebbero fare nella vita rispettando la legge! Noi vi abbiamo proposto una misura, illustrando le coperture. Anche il discorso che si tratta di demagogia, questa parola ripetitiva: qualsiasi cosa diciamo in dieci, dodici, ci si preoccupa di andare in televisione dicendo: demagogia, demagogia! Se uno dice che domani è venerdì: è demagogia! Rispondete nel merito: dite di sì o di no! La nostra proposta ha delle coperture precise, è stata preparata da esperti, è stata preparata, solo in questo ramo del Parlamento, da Bersani, Letta, Damiano, ossia persone che hanno avuto responsabilità di Governo (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) e abbiamo indicato la copertura principale di questa operazione. Non costa tanto, perché abbiamo calcolato - e siamo stati prudenti - 500 o 600 mila disoccupati; abbiamo detto che servono 5 miliardi di euro. Vorrei che voi diceste a quegli italiani che non siete in condizione di trovare 5 miliardi, dopo che li avete buttati dalla finestra con l'eliminazione dell'ICI sui redditi alti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Italia dei Valori) e che li avete buttati dalla porta e dalla finestra con il suicidio dell'operazione Air France-Alitalia. Ma quei 5 miliardi, in gran parte, ci sono già nei 9 miliardi degli ammortizzatori sociali! È un'operazione giusta, ma che richiede mesi per entrare in vigore, perché le procedure, l'estensione, la dichiarazione di crisi sulle piccole e medie imprese comunque comporta dei mesi; noi diciamo: intanto, se ci sono, utilizziamo subito quelle risorse per chi ha perso il posto di lavoro e non ha meccanismi di protezione. Sappiamo poi che tutto questo ha un impatto sulla vita delle persone, ed Pag. 66è il nostro primo problema; ma ne abbiamo un altro, che è quello di aumentare i consumi, perché una persona che ha zero euro e se ne trova 600, 700 o 800 non li mette nel risparmio, li mette tutti nel circuito dei consumi e questo è un modo per far ripartire l'economia. A meno che voi non pensiate che una persona che non ce la fa a vivere con il suo stipendio abbia la preoccupazione di costruire il 20 per cento di cubatura in più nella sua casa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Italia dei Valori)! Se ha un po' di soldi in più li usa per i figli, li usa per la spesa, li usa per le urgenze della vita: questo è il modo di far ripartire i consumi! Anche per la povertà estrema noi abbiamo proposto questo, con un meccanismo molto esplicito e molto chiaro: per i comuni e per le associazioni di volontariato, 2 punti di IRPEF sui redditi dai parlamentari compresi in su, sopra i 120 mila euro, un contributo di solidarietà straordinario per il 2009 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), in attesa che anche in questo campo, il campo della povertà estrema, si effettuino misure strutturali, come il reddito minimo garantito e il reddito di solidarietà attiva, che è un'idea di altri Paesi a cui dobbiamo guardare. Abbiamo detto che per la seconda copertura (ne hanno parlato poco i giornali) bisogna andare sui soggetti che non raggiungono i 120 mila euro nella dichiarazione dei redditi, ma che magari li raggiungono nel reddito effettivo. Lì bisogna riprendere la lotta all'evasione, non in modo generico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): bisogna tornare alla tracciabilità dei pagamenti, tornare subito al limite massimo dei trasferimenti in contanti! C'è una differenza tra noi e voi, c'è una differenza di fondo, al di là delle singole scelte: noi pensiamo che nella crisi debbano scattare i meccanismi di solidarietà nelle comunità, voi pensate che nella crisi sia inevitabile che qualcuno soccomba e qualcuno si salvi. Noi sappiamo che il Paese si salva tutto assieme o non si salva nessuno