IL TRIBUNALE VENETO ACCOGLIE RICORSO E RINVIA ALLA CORTE COSTITUZIONALITA' PER DUBBI DI INCOSTITUZIONALITA' VOTO PER CORRISPONDENZA - INTERVENTO DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
“Abbiamo vinto. Il Tribunale di Venezia ci ha dato ragione, accogliendo il ricorso che il dott. Cellini, un veneziano residente in Slovacchia, e il sottoscritto abbiamo presentato, più di un anno fa, unici in Italia, sollevando la questione di incostituzionalità della normativa che regola il voto degli italiani all’estero, in quanto non garantirebbe la libertà e la segretezza del voto. Il Tribunale, nell’Ordinanza di rimessione, ha affermato, in particolare, che ‘il voto per corrispondenza presenta tali e tante ombre da far persino dubitare che possa definirsi voto’, e ha rimandato tutto al giudizio della Corte Costituzionale”. Queste le affermazioni del consigliere regionale di ‘Siamo Veneto’, Antonio Guadagnini, nel corso di una conferenza stampa convocata IL 9 GENNAIO a palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, il quale commenta così “la storica e coraggiosa decisione del Tribunale veneziano che ha sollevato fondati dubbi di incostituzionalità in ordine alla Legge 27 dicembre 2001, n. 459, ‘recante disciplina per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all’estero’”. “In particolare ..." (17/01/2018-ITL/ITNET)
 
INCOSTITUZIONALITA' VOTO ESTERO – LA DICHIARAZIONE DI MICHELE SCHIAVONE( SEGRETARIO DEL CGIE):
 
" "La sentenza del Tribunale di Venezia sulla presunta incostituzionalità della procedura che regola il voto degli italiani all’estero era attesa da tempo e, quindi, arriva in un momento delicatissimo della vita politica italiana, ovvero, durante la fase preparatoria del voto per corrispondenza a cui stanno lavorando a tambur battente le Ambasciate italiane nel mondo". Lo afferma il Segretario Generale del CGIE, Michele Schiavone che prosegue: "La notizia del ricorso era conosciuta da tempo e, perciò, non desta nessun clamore. La tempistica, tuttavia, è inconsueta perché, oggi, rischia di creare dubbi e polemiche nell’intera Circoscrizione Estero, mettendo in discussione la legittimità del voto di oltre cinque milioni di cittadini, ai quali la nostra carta costituzionale riconosce il diritto di rappresentanza nei due rami del Parlamento, integrandoli de facto nell’elaborazione e nelle decisioni delle leggi nazionali. Invece, giustamente, questo è il momento per potenziare l’informazione, per la presentazione dei programmi elettorali dei vari partiti e per coinvolgere consapevolmente il maggior numero possibile di elettrici ed elettori nelle scelte, condizione effettiva per affermare la giustezza del voto all’estero. Da tempo le forze politiche nazionali italiane sono state sollecitate dagli organismi di rappresentanza delle comunità italiane all’estero, ed in primis dal Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, a porre i correttivi necessari alle procedure elettorali, affinché fossero garantiti chiaramente i principi contenuti nell’articolo 48, comma 2 della Costituzione, che stabilisce i requisiti e le modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani all’estero e ne assicura l’effettività. All’ultima Assemblea plenaria del CGIE del novembre scorso, sono state presentate e ribadite al Ministero degli Esteri, che unitamente al Ministero dell’Interno gestisce l’intera partita elettorale, diverse proposte correttive e migliorative dell’iter elettorale, proprio per scongiurare i problemi evidenziati nell’applicazione della legge 459/2001 e, perciò, rispondere con una normativa efficace e trasparente alla campagna di stampa negativa che da tempo ha preso di mira la legittimità del voto all’estero. Il voto all’estero, come avviene in altri paesi che lo contemplano con convinzione convinzione e applicazione, non può non essere che per corrispondenza e deve garantire i principi di segretezza, di libertà e di uguaglianza espressi esclusivamente dal cittadino titolare del diritto. Auspichiamo che da parte del MAECI e del Ministero dell’Interno, già in occasione delle imminenti elezioni politiche, vengano applicate le proposte migliorative avanzate al Governo e alle Istituzioni competenti. Si ricorda che con il riconoscimento del diritto di voto ai cittadini italiani all’estero l’Italia ha sanato un ritardo costituzionale durato mezzo secolo; questi nostri cittadini hanno acquisito diritti e doveri che li riportano nel solco della famiglia italiana allargata responsabilizzandoli e integrandoli nel sistema paese, cancellando di fatto differenze e distinguo."conclude il Segretario Generale del CGIE Michele Schiavone a nome dell'Assemblea tutta. (18/01/2018-ITL/ITNET)