(SA) -Anche se a quanto pare la data delle elezioni politiche si allontana a causa della mancata approvazione della legge elettorale, o forse appunto per questo, la corsa ai posizionamenti e le grandi manovre hanno sono riprese con maggiore vigore. L’esperienza e la passata affermazione di Merlo con il MAIE, che sta cercando di cercare adepti in tutto il mondo delle associazioni, ha rinvigorito le grandi manovre di chi pensa di utilizzare il movimento associativo per soddisfare le proprie mire elettorali. Forze e personaggi nuovi e vecchi si riaffacciano con insistenza sul mercato elettorale, cercando di posizionarsi nel modo migliore e cercando di accaparrarsi fette di elettorato indeciso e confuso e grandi elettori pieni di appetiti nuovi e vecchi in cerca di posizioni di miglior favore. Spuntano sigle nuove come e vecchie, tutte in cerca di posizionarsi all’interno del movimento associativo. L’unica cosa che hanno in comune queste sigle, è il loro odio, vero o strumentale, per i partiti politici ai quali cercano di sostituirsi diventando partiti essi stessi, nel nome del rinnovamento della politica e di un non meglio identificato desiderio di rappresentare in parlamento gli interessi degli italiani all’estero, a cui sovrappongono il loro interesse personale. Ecco quindi che parte la campagna acquisti in un mondo dove tutto è estremamente mobile e dove si cerca di pescare a piene mani. Così, la Fucsia Fissoli, che continua il suo giro di passaggi da un gruppo all’altro e da uno schieramento politico all’altro, cambiando casacca per la per la terza o quarta volta, approda al movimento di Melo Cicala “Insieme per gli italiani”, che continua la sua campagna acquisti in Nord America ed America Centrale. Una notevole politica espansionistica, almeno a seguire le notizie di stampa diffuse dallo stesso MAIE, caratterizza il movimento di Merlo, che cerca di monopolizzare il mondo delle associazioni, forte della recente esperienza fatta in occasione delle elezioni dei COMITES, che si è poi riflesso anche sulla composizione del CGIE. Che dire di Sangregorio, che al grido di “nunca màs el MAIE” cerca di rilanciare il suo movimento: Unione Sudamericana Emigrati Italiani (USEI), che era presente anche nelle ultime elezioni nelle liste del PD. Ad un nuovo spazio sembra stia pensando Francesco Rotundo, già tre volte candidato nelle liste del PD e mai eletto, che in una recente intervista a rilasciata a “l’eco d’Italia”, adombra la possibilità di potersi candidare in uno “spazio politico diverso” oppure anche da solo considerata la sua ennesima affermazione nelle elezioni dei COMITES. In effetti, visto che nella sua intervista parte da un attacco al PD, sembra volere mandare un messaggio al suo partito di appartenenza (fino ad ora), dimenticando il ruolo da lui rivestito fino ad oggi. Infatti, Rotundo che oggi riveste la carica di Segretario del PD Argentina, dimentica che ha rivestito quella carica anche prima di essere nominato coordinatore dl PD per l’America Latina per poi tornare alla rappresentanza in Argentina. Sembra quindi anacronistico il fatto che un personaggio come lui che è stato ed è dirigente del suo partito con cariche importanti, oggi parta con attacco al quel partito che lui prima di tutto ha diretto e continua a dirigere. E’ evidente, che non avendo rinunziato alla velleità di entrare in parlamento, prevedendo che il PD potrebbe mettersi di traverso per un sua candidatura per la quarta volta, sta mandando un segnale forte a chi dovrebbe captarlo, che lui se non viene candidato è pronto per cambiare campo e candidarsi anche da solo. In tutto questo, dopo l’attivismo dovuto al referendum di dicembre quando tutti gli schieramenti corteggiavano gli italiani all’estero, i partiti ed i movimenti italiani, sembrano completamente assenti da questa mischia, non mettendo in campo né iniziative né idee per capire ed aggregare un mondo, quello dell’emigrazione, che pur se forte e coerente nelle sue idee politiche, oggi è confuso e cerca solidi appigli a cui aggrapparsi. Forse una attenta analisi andrebbe fatta, prima che si entri nel vivo di una campagna elettorale, cercando prima di tutto di capire che l’associazionismo ha un ruolo diverso da quello dei partiti politici e che le associazioni vanno trattati non come probabili serbatoi di voti, ma come soggetti politici con i quali collaborare e confrontarsi per mettere in piedi un programma di interventi nel campo dell’emigrazione. Non basta eleggere o fare eleggere deputati tra gli emigrati e/o deputati tra gli immigrati, solo come se si trattasse di fiori all’occhiello da esibire. A questo bisogna poi fare seguire politiche serie, interventi veri che servano a dare una soluzione alle problematiche dell’emigrazione e dell’immigrazione. Certo non pariamo da zero in questo contesto, i deputati ed i senatori eletti, specie quelli del PD hanno cercato di adoperarsi per risolvere alcune delle complicate aromatiche di cui è ricca l’emigrazione, ma non basta. Occorre un maggiore gioco di squadra che vada anche al di là di eventuali direttive partitiche non consone. Occorre ricordare che loro sono lì per difendere la categoria che li ha espressi e che quindi prima di tutto, debbo adoperarsi per mettere il loro elettorato al sicuro da strumentalismi provenienti da sedicenti movimenti che si vogliono arrogare il compito di rappresentare interessi che vorrebbero spacciare per interessi degli emigrati. Occorre, anche all’interno dei partiti, primo fra tutti del PD, creare un’area che guardando al di là della politica e dei suoi giochi a livello nazionale, sappia difendere gli interessi degli emigrati e sappia dare loro quelle soluzioni che da tempo attendono e che ultimamente sono stati minimizzati dietro la scusa della crisi economica, come se l’emigrazione non fosse una risorsa anche economcia da attenzionare. Solo una seria politica di rappresentanza ed un serio confronto con le associazioni, possono fare uscire la politica attuale fuori dalle secche in cui è rinchiusa avviandola verso una strada più accettabile e più capace di dare risposte celeri e credibili. (Salvatore Augello)