Roma - Buenos Aires, 28 apr - In Argentina durante la dittatura (1976-1983) i militari fecero scomparire 30mila persone, e tra questi centinaia di bambini, figli dei “desaparecidos” e rubati come “bottino di guerra”. Da allora le “Abuelas de Plaza de Mayo” sono alla ricerca dei loro nipoti: la ricerca, finora circoscritta all’Argentina (dove sono stati ritrovati 110 ragazzi su circa 500), si è ora estesa anche all’estero, dove si ritiene che alcuni di loro potrebbero trovarsi. In particolare, dati i numerosi rapporti tra l’Italia e l’Argentina, la ricerca si sta svolgendo anche nel nostro Paese. Per questo motivo l’ambasciata argentina in Italia ha lanciato la "Campagna per il diritto all'identità", per restituire la propria identità a chi ne è stato derubato e per continuare a tenere viva la memoria. I giovani argentini, nell’età compresa tra i 30 e i 38 anni, che risiedono in diverse Regioni italiane sono tanti. Se qualcuno di loro avesse dubbi sulla propria identità può contattare, per poter fare l’esame del DNA nella più assoluta confidenzialità, le sedi diplomatiche e consolari inviando una e-mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure telefonando allo 06.48073300. Mentre le Madres de Plaza de Mayo non rinunciavano alla ricerca dei desaparecidos, i loro figli scomparsi, manifestando nella Plaza de Mayo di Buenos Aires con il capo coperto da un fazzoletto bianco, le Abuelas (nonne) il agosto 1978 facevano un appello alla stampa rivolgendosi a coloro che avevano sottratto i loro nipotini scomparsi. Così nasce l’instancabile tenacia delle Abuelas de Plaza di Mayo costituitesi in associazione, la cui presidente Estela Carlotto si batte sin dall’inizio per ritrovare i figli dei loro figli e che promuove la “Campagna per il diritto all’identità in Italia”. Nel 1992 viene creata in Argentina la Conadi, Commissione Nazionale per il Diritto all’Identità, dipendente dal ministero di Giustizia e Diritti Umani, che segna l’inizio dell’efficace collaborazione tra Abuelas de Plaza de Mayo e lo Stato argentino. La campagna per il diritto all’identità in Italia si pone l’obiettivo di far arrivare questo potente messaggio fino agli angoli più reconditi del territorio italiano. Nei mesi scorsi l’associazione Abuelas de Plaza de Mayo ha annunciato a Buenos Aires il ritrovamento del 115.mo argentino sottratto alla famiglia di origine durante la dittatura e dato in adozione illegalmente. Attraverso il test del Dna effettuato anonimamente presso un consolato argentino in Europa grazie al coordinamento della Rete per l’Identità, Ana Libertad Baratti De la Cuadra (questo il suo vero nome prima che un certificato illegale gliene assegnasse uno falso), ha visto finalmente restituita la sua vera identità. Si tratta della nipote di Alicia Zubasnabar de De la Cuadra, “Licha”, co-fondatrice e prima presidente delle Abuelas, scomparsa purtroppo nel 2008. Ana ha un legame particolare con l’Italia perché parte della sua famiglia si trova a Milano ed ha avuto oramai la cittadinanza italiana da diversi anni. Suo cugino, Hilario Bourg, è un simpatizzante della associazione 24marzo Onlus e grazie al supporto della Rete per l’Identità Italia, che ha una sede anche a Milano, ha potuto ottenere finalmente il ricongiungimento con la familiare di cui non si sapeva più nulla da oltre 30 anni. La conferma è arrivata dopo il confronto con il Dna contenuto nella banca dati genetica che è stata creata in Argentina per poter dare finalmente un nome a coloro che sono scomparsi e che sono stati dati in adozione illegalmente durante la dittatura militare. La Rete per l’Identità Italia, che collabora con le Abuelas de Plaza de Mayo, è costituita da Libera contro le mafie, Amnesty International Italia, 24marzo Onlus, Progetto Sur e Lo del Sur. (NoveColonne ATG)