ROMA - Cosa si aspettano gli studenti Erasmus dall'Unione Europea e che futuro immaginano per il processo di integrazione? Per rispondere a queste e altre domande, l'Agenzia Nazionale Erasmus+ Indire, Erasmus Student Network e garagErasmus, in collaborazione con il Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio, con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e con l'Unione Europea, hanno organizzato oggi, 24 febbraio, a Roma, gli Stati Generali della Generazione Erasmus. L'evento è stato realizzato nella Sala della Protomoteca del Campidoglio nell'ambito delle celebrazioni dei trent'anni del programma Erasmus e dei sessanta anni dei Trattati di Roma. Si è trattato del Primo consiglio italiano degli studenti e degli ex studenti che hanno vissuto Erasmus in ambito universitario. Il Programma in 30 anni ha permesso a oltre 4 milioni di giovani di studiare e formarsi nelle università europee. Nel 2016 oltre 30 mila universitari italiani sono partiti in Erasmus e il nostro Paese ogni anno ospita circa 20mila studenti europei. Il Programma negli anni ha dimostrato tutta la sua vitalità e i suoi vantaggi in termini di formazione, crescita personale e sviluppo della cittadinanza europea. Agli Stati Generali partecipano oltre 200 studenti in rappresentanza del mondo universitario italiano per una giornata di lavoro dedicata a sei temi: Erasmus fra global o non global, Comunità locali e mondo digitale, Europa unita, Cittadinanza europea, Erasmus for all, Mobilità tra studio e lavoro. "A trent'anni dalla sua ideazione il Progetto Erasmus resta la più importante storia di successo dell'Europa”, ha dichiarato Sottosegretario con delega alle Politiche e agli Affari europei, Sandro Gozi. “Un moltiplicatore di opportunità per le decine di migliaia di giovani coinvolti ogni anno. Erasmus significa più cultura, più lingue, più formazione, più visione. Ma dobbiamo fare di più. Il nostro impegno è affinché nel bilancio 2020-2026 le risorse stanziate per il progetto passino da 2 a 20 miliardi. Cosicché, parallelamente, cresca il numero di studenti coinvolti. Oggi l'Italia ne invia in Europa trentamila ogni anno, l'obiettivo è arrivare a 300 mila giovani italiani”. “Ma – ha aggiunto Gozi – l'Erasmus è anche il migliore antidoto contro il ritorno di razzismo, xenofobia, muri, pregiudizi. È per questo che non dovrà più essere un programma solo per chi se lo può permettere. Bisogna fare arrivare in Europa anche quel pezzo di Paese meno fortunato dove spesso si annida euroscetticismo e eurodelusione. È dalla generazione Erasmus che dobbiamo ripartire per rilanciare il progetto europeo nell'anno in cui celebriamo i sessant'anni dei Trattati di Roma". Gli Stati Generali della Generazione Erasmus sono stati la prima occasione di ascolto, confronto, dibattito e raccolta di opinioni e pareri di studenti ed ex studenti Erasmus. La discussione proseguirà nelle prossime settimane aprendosi a tutti gli Erasmus che vorranno intervenire grazie alla piattaforma online messa a disposizione da GaragErasmus. In questo ambiente, saranno elaborate una serie di "policy suggestions", un documento politico-culturale rivolto alle istituzioni italiane ed europee. Il documento finale sarà consegnato ai decisori politici durante una cerimonia di celebrazione dei 60 anni dei Trattati di Roma. (aise)