ROMA - La Fondazione Silvano Toti finanzia, attraverso una donazione liberale, il restauro della Sala delle Fatiche di Ercole, all’interno del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia a Roma, con la direzione scientifica del Polo Museale del Lazio, istituto del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Palazzo Venezia è uno dei più importanti edifici romani del Rinascimento. Progettato alla metà del XV secolo da un architetto vicino a Leon Battista Alberti per volere del cardinale Pietro Barbo, successivamente papa Paolo II, l’edificio divenne poi sede della Serenissima Repubblica di Venezia e successivamente della Diplomazia austriaca. Nel 1916 lo Stato Italiano, rivendicatane la proprietà, lo destinò a museo nazionale, oggi ricco di alcune migliaia di opere d’arte, fra cui autentici capolavori. Il palazzo, per quanto sottoposto a diverse modifiche nel corso dei secoli, conserva ancora integra la struttura e molte decorazioni originali del quindicesimo secolo. La Sala delle Fatiche di Ercole ne rappresenta un chiaro esempio. Collocata al piano nobile dell’edificio, all’estremità dell’appartamento di Pietro Barbo, essa era ufficialmente destinata alla custodia dei paramenti sacri del Pontefice e perciò detta anche Sala dei Paramenti. Il nome odierno si deve al fregio a fresco che decora la parte alta delle sue pareti e che appunto illustra, intervallate da quattro fontane con amorini, in otto riquadri, alcune delle dodici mitiche fatiche, vale a dire Ercole e il leone Nemeo, Ercole e Anteo, Ercole e i buoi di Gerione, Ercole e Gerione, Ercole e il drago Ladone, Ercole e la cerva di Cerinea, Ercole e gli uccelli di Stinfalo ed infine Ercole e il centauro Nesso. Il ciclo delle Fatiche di Ercole ha una rimarchevole importanza sotto il profilo storico e artistico, che va oltre la sua pur indiscutibile qualità. Esso fu dipinto da un artista ancora anonimo, probabilmente di origine settentrionale. In passato, più di uno studioso ha voluto collegarlo in via diretta o almeno indiretta ad Andrea Mantegna; altri invece hanno pensato a un miniatore della corte pontificia. L’intervento di restauro e le indagini connesse rappresenteranno certamente l’occasione per tornare anche sul tema dell’autografia degli affreschi. Il lavoro, affidato con bando pubblico a L’OFFICINA, Consorzio di restauro e conservazione opere d’arte e diretto da Paolo Castellani, storico dell’arte del Polo Museale del Lazio, durerà circa 4 mesi, da luglio e ottobre. Esso riguarderà la disinfezione e disinfestazione della parte lignea del soffitto, la pulitura della parte pittorica, il consolidamento dell'intonaco e della pellicola pittorica, la revisione delle integrazioni delle lacune relative a precedenti interventi di restauro e successive eventuali reintegrazioni. È inoltre prevista una campagna di indagini diagnostiche e di rilievo grafico delle tecniche di esecuzione delle decorazioni. A partire da settembre il pubblico avrà la possibilità di accedere al cantiere con visite guidate gratuite. La Fondazione Silvano Toti porta avanti da anni l’impegno in campo culturale e scientifico operando per la promozione e la salvaguardia del patrimonio culturale, artistico ed ambientale di tutte le civiltà e per il progresso nel campo sociale e la tutela dei diritti dell’uomo, con particolare riferimento alle categorie più svantaggiate. Tra le attività promosse dalla Fondazione Silvano Toti, si ricorda la realizzazione del Silvano Toti Globe Theatre, il teatro elisabettiano di Villa Borghese donato alla città di Roma, e l’impegno a sostegno delle Società Genextra che opera nel campo della ricerca sulle malattie legate all’invecchiamento e sulla rigenerazione cellulare. Il Polo Museale del Lazio, istituito nel 2014 nell’ambito della recente riforma del MIBACT e attivo dal 9 marzo del 2015 con la direzione di Edith Gabrielli, ha il compito di gestire gli oltre quaranta luoghi della cultura statali di Roma e del Lazio che gli sono stati assegnati, incluso appunto il complesso di Palazzo Venezia, come pure di coordinare tutti i soggetti pubblici e privati impegnati nell’ambito dei beni culturali sul territorio regionale. In tal senso il rapporto con la Fondazione Toti e questo restauro in particolare assumono un significato rimarchevole. "L’intesa con la Fondazione Toti", spiega il sirettore Edith Gabrielli, "sottolinea l’ormai raggiunta maturità del Polo Museale del Lazio e la sua connessa, effettiva capacità di "fare sistema" con la società civile, ai fini di costituire un vero e proprio sistema museale integrato. D’altro canto, essa rappresenta un ulteriore passo in avanti in quel rilancio del Palazzo, per il quale fin dal 2015 è stato elaborato un piano museologico complessivo, d’intesa con l’architetto Sonia Martone, Direttore del Museo". (aise)