Sindaci siciliani sul piede di guerra. I primi cittadini dell’isola non si rassegnano alla norma che prevede, in caso di mancata approvazione dei bilanci , la decadenza di sindaci contestualmente allo scioglimento del Consiglio comunale. Sono dunque pronti a scendere in piazza a Palermo. Stamani, a Villa Niscemi, al Consiglio regionale dell'Anci ha partecipato un centinaio di sindaci che si son confrontati sulla contestatissima norma approvata dall’Ars lo scorso 29 marzo. "Chiediamo l'abrogazione immediata e urgente del provvedimento . A rischio c'e' l'intero sistema degli Enti locali, che con questa norma sara' devastato" , dichiara all'AdnKronos Paolo Amenta, vice presidente dell'AnciSicilia e sindaco di Canicattini Bagni . Sono già sette i sindaci siciliani (Casteldaccia, Calatafimi Segesta, San Piero Patti, Castiglione di Sicilia, Valdina, Monforte San Giorgio e Monterosso Almo) dichiarati decaduti e nei cui comuni sono state gia' indette le elezioni. "Saremo al fianco dei sette sindaci e ricorreremo al Tar per impugnare i decreti di decadenza. Si tratta di una norma illegittima e retroattiva che attacca l'ultimo baluardo della democrazia in Sicilia. Abbiamo anche sollecitato un incontro con il ministro Costa per sollecitare l'impugnativa governativa delle norme e con il commissario dello Stato" , aggiunge Amenta . L'Associazione dei Comuni siciliani chiederà anche un incontro al presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone. "Invitiamo l'Ars a tornare indietro - dice Amenta - e ad abrogare, entro il 30 aprile inserendo le modifiche in Finanziaria, la norma che prevede la decadenza di sindaci e consigli con una inammissibile sfiducia con maggioranza diversa da quella ordinariamente prevista per tale istituto". Per Leoluca Orlando, sindaco di Palermo e presidente di AnciSicilia si tratta di "una vicenda gravissima che rischia di coinvolgere la stragrande maggioranza dei comuni siciliani che ha approvato in ritardo i bilanci 2016 e non ha ancora potuto approvare il previsionale 2017 anche a causa della mancata approvazione del Bilancio regionale e dall'assenza di dati sui trasferimenti regionali". "Organizzeremo una grande manifestazione regionale davanti l'Ars prima del via libera alla Finanziaria" assicura Amenta, che punta il dito contro le inadempienze della Regione. "Palazzo d'Orleans rispetti gli adempimenti previsti dalla legge – dice -. Non abbiamo ancora i decreti di riparto dei trasferimenti regionali per gli enti locali. Non esiste nessun impegno di spesa per investimenti e a causa di una legge incomprensibilmente retroattiva veniamo dichiarati decaduti se non approviamo il bilancio entro i termini". Della stessa opinione ance Mario Emanuele Alvano, segretario generale di AnciSicilia. "La Regione siciliana con la stessa mano con cui impedisce di fare i bilanci ai Comuni punisce i sindaci e ci fa tornare all'instabilita' della situazione politica e amministrativa pre 1992 quando era il Consiglio comunale e non i cittadini ad eleggere il sindaco". Per Giulio Tantillo, vice presidente dell'associazione, si tratta di "una legge che porta allo scontro fra il Consiglio e il sindaco con la sua giunta. Bisogna trovare una strada che eviti la spaccatura fra consiglieri comunali e sindaci". "Bisogna affrontare l'emergenza guardando al futuro - conclude Salvo Lo Biundo, vice presidente di AnciSicilia - consegnando ai futuri candidati alla Regione siciliana un documento che contenga tutte le criticita' e le soluzioni utili a salvaguardia dei territori soprattutto in futuro".(da tempostretto.it)